giuseppe conte luigi di maio beppe grillo

DI MAIO HA LASCIATO IN MUTANDE GRILLO E "GIUSEPPI" - LA FUGA DEI 61 PARLAMENTARI DAL MOVIMENTO 5 STELLE TOGLIE ALLE CASSE DEL PARTITO 2,3 MILIONI DI EURO: ORA CONTE SARÀ COSTRETTO AL TAGLIO DI SPESE INUTILI E CONSULENZE, E A RISCHIARE CI SONO PURE I 300 MILA EURO CHE DOVEVA INTASCARSI BEPPE - NON A CASO IL FONDATORE, INCAZZATO NERO, HA ANNULLATO LA VISITA A ROMA IN PROGRAMMA OGGI…

Pasquale Napolitano per “il Giornale

 

giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1

Luigi Di Maio lascia in «mutande» Giuseppe Conte. La scissione grillina svuota le casse del Movimento e costringe il capo politico al taglio di spese inutili e consulenze. La prima consulenza in odore di sforbiciata, che è anche la più onerosa per il portafoglio dell'avvocato del popolo, è quella tra il Movimento e la società BeppeGrillo Srl.

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

Ecco l'ultima vendetta che il ministro degli Esteri consuma contro il suo (ormai ex) padrino politico. Questo spiegherebbe anche la decisione di Grillo, irritato per le ripercussioni sul proprio conto corrente generate dallo strappo tra Di Maio e Conte, di annullare la visita a Roma in programma oggi. E di mandare tutti a quel paese.

 

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

C'è da fare un passo indietro. Nel mese di aprile, il Movimento e la BeppeGrillo Srl, la società che gestisce il Blog del fondatore, stipulano ben due contratti di partnership. «I termini dell'accordo - come riporta il Corriere della Sera - sono coperti da clausole di riservatezza. Ma i ben informati parlano di 200mila e 100mila euro annui per i due contratti.

 

DI MAIO GRILLO RIMINI

Entrambi i contratti sono relativi alla comunicazione e al ruolo del garante. In altre parole eventuali spese, come ad esempio un eventuale contratto a Nina Monti, collaboratrice storica di Grillo, graveranno direttamente sulle spalle del fondatore dei Cinque stelle».

 

Grillo e Di Maio

Il garante avrebbe incassato la somma di 300mila euro dal Movimento-partito e non dai gruppi parlamentari. L'accordo viene salutato dai vertici con grande euforia. «Il Movimento 5 stelle ha raggiunto un accordo con Beppe Grillo che comprende attività di supporto nella comunicazione con l'ideazione di campagne, promozione di strategie digitali, produzione video, organizzazione eventi, produzione di materiali audiovisivi per attività didattica della Scuola di formazione del Movimento, campagne elettorali e varie iniziative politiche», si leggeva nella nota diffusa dai vertici 5s.

 

BEPPE GRILLO DI MAIO NAPOLI

Tra gli obiettivi c'è la promozione delle attività del Movimento all'estero attraverso la partecipazione a convegni, giornate di studio, incontri con personalità scientifiche e istituzionali. L'intesa, a suon di quattrini, segna anche la tregua politica tra Conte e Grillo in una guerra iniziata con lo scontro sullo statuto.

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

«Quei due contratti, molto onerosi - racconta al Giornale un parlamentare dimaiano - blindano di fatto la leadership di Conte che da quel momento in poi gode di totale protezione politica da parte del garante».

 

Una saldatura emersa anche nella faida tra Di Maio e Conte: Grillo ha preso posizione in favore dell'ex premier spingendo Di Maio verso l'addio. Il comico non aveva fatto però i conti con le ricadute economiche che la scissione dimaiana avrebbe provocato sulle casse del Movimento. E anche sui suoi conti correnti.

 

LUIGI DI MAIO E BEPPE GRILLO

L'esodo dei 61 parlamentari dal Movimento, passati nel gruppo di Insieme per il Futuro, avrà un impatto economico di circa 2,3 milioni di euro in meno sui fondi dei gruppi di Camera e Senato.

 

GRILLO E DI MAIO

«Per ogni eletto la Camera versa 52.000 euro l'anno» spiega l'Adnkronos. Ma poiché mancano circa 9 mesi alla fine della legislatura, i 52.000 euro scendono a circa 39mila, che moltiplicati per i 61 eletti passati con Di Maio si traducono in oltre 2,3 milioni di euro.

 

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettorale

Un ammanco che arriva in un momento di difficoltà economica per il Movimento 5 stelle: le casse del partito sarebbero già vuote tanto che alcuni creditori si sarebbero rivolti agli avvocati per avere ciò che gli spetta.

 

Le consulenze di Grillo dovevano essere pagate con i soldi del partito. Quali? Il Movimento non ha un proprio tesoretto economico. Si finanzia con le restituzioni degli eletti: mille euro per ogni parlamentare, il ché moltiplicato per dodici mesi e per 61 parlamentari fa altri 732mila euro.

 

grillo di maio

Ora con la scissione si registra un ammanco di più di mezzo milione di euro per le casse del partito che sarebbero già a secco. Perché vuote? Il Movimento, per via del contenzioso legale sullo statuto, non ha avuto accesso al 2 per mille. E dunque l'unica soluzione, dopo la scissione dimaiana, è tagliare tutto per sopravvivere.

 

Si comincia da Grillo. Il primo sacrificio spetta al fondatore. Forza Beppe, rinuncia alle consulenze.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…