![virginia raggi e luigi di maio](/img/patch/12-2016/virginia-raggi-e-luigi-di-maio-859182_600_q50.webp)
DI MAIO IN PEGGIO - DAL PAPOCCHIO QUARTO AL CASO MARRA, LUIGINO (CHE E' RESPONSABILE DEGLI ENTI LOCALI DEL M5S!) DIMOSTRA UN TALENTO PER L’ARTE DI INABISSARSI DAVANTI AI PROBLEMI - PRIMA HA DIFESO LA RAGGI, POI L’HA ABBANDONATA AL SUO DESTINO - LE SCUSE SULLA MURARO, IL SILENZIO CON PIZZAROTTI
Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
Come un sommergibile, si inabissa senza quasi far rumore. E poco importa che si tratti del pasticcio di Quarto, delle firme false di Palermo o delle promozioni di Raffaele Marra: se sospetta uno scoglio, Luigi Di Maio diventa afono, scompare dai radar, entra in modalità offline. Un frullato di uscite pubbliche e dissolvenze, offensive mediatiche e ritirate strategiche. Non fa altro, in fondo, che tener fede alla sua fama. «Io imparo sempre da Luigi mise agli atti Beppe Grillo - anche quando sta zitto».
Il metodo è tutto. La grana del Campidoglio, per dire. Il reggente cinquestelle difende finché può Virginia Raggi. Quando si accorge che tutto precipita, però, la abbandona al suo destino. Si inabissa, più semplicemente. Un passo avanti quando tutto funziona, una poltrona vuota nei talk quando la situazione s’incastra. Andò così per la prima puntata di Politics, nel bel mezzo del mailgate di Roma. Prima accetta l’invito in Rai, poi annulla in fretta e furia. Meglio spiegarsi con un monologo durante un comizio a Nettuno che trovarsi di fronte a qualche domanda in prima serata.
Era il tempo dello scandalo Muraro. Quello dei messaggini con cui il 4 agosto il mini direttorio romano informa il reggente. «Quale reato viene contestato a Muraro? ». «Attività di gestione dei rifiuti non autorizzata». «Posso almeno sapere se il 335 è pulito o no?». «No, non è pulito».
Eppure, il big va avanti in modalità offline e il 4 settembre si aggrappa a un distinguo lessicale: «A oggi Muraro afferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia. Non esistono le carte per poter valutare e io non dichiaro sui “se”». Quando l’assessora ammette in commissione ecomafie di essere indagata, escono fuori i messaggini. Di Maio non può evitare di scusarsi, poi si inabissa.
Nulla deve frenare la carriera del reggente. «Volevo fare il poliziotto – raccontò in un’intervista – la politica è un’esperienza di passaggio». Ci ha investito tutto, però, anche a costo di inciampare. Su Marra, ad esempio. «Condividete la scelta di un ex alemanniano? », domanda una cronista il primo luglio.
LUIGI DI MAIO E L ERRORE SU PINOCHET IN VENEZUELA
E Di Maio: «Chi ha distrutto questa città non fa parte della squadra. Chi in questi anni ha dimostrato buona volontà, e ha competenza e storia personale all’interno della macchina amministrativa, ci venga a dare una mano». Parole non ostili, non c’è dubbio. Sempre ai primi di luglio, riceve il dirigente nel suo studio di Montecitorio. Ma soltanto quando finisce in galera si scaglia pubblicamente contro di lui: «Gli riportai che il Movimento non aveva fiducia in lui».
LUIGI DI MAIO - ALESSANDRO DI BATTISTA
A un certo punto dell’ascesa, la Casaleggio associati gli cuce su misura l’incarico perfetto: responsabile enti locali. Nessuno immagina i guai che si porterà dietro, costringendolo a faticosi zig zag. Di Maio lo intuisce dopo il caso Quarto, tanto da confidare a Repubblica (per poi smentire): «Dopo quella vicenda abbiamo aperto una riflessione al nostro interno. Siamo a un passo dal conquistare Roma, vicini al governo del Paese. Esiste una questione di garantismo che dobbiamo affrontare». A dire il vero deve gestire anche la dialettica con le lobby. Come se la cava? Prima le incontra, poi spiega: «Il rapporto tra portatori di interessi e politica va regolato per legge».
luigi di maio foto ilaria magliocchetti lombi
Quando sceglie di oscurare i radar, nulla lo smuove. Ne sa qualcosa Federico Pizzarotti. I due si confrontano per lunghi mesi. Poi la situazione sfugge di mano. E il big letteralmente scompare, tanto da spingere il sindaco a pubblicare gli sms caduti nel vuoto: «Possiamo prendere appuntamento per chiarire alcune dinamiche? ». Silenzio. «Ciao Luigi, visto che leggi ma non scrivi ti aggiungo una puntata». Silenzio.
Resta comunque il metodo un passo avanti, un passo indietro - ormai consolidato. E pure un album di ricordi, reso pubblico da Vanity Fair dopo il successo. C’è uno foto del bambino Luigi, a cavallo di una moto della Stradale. E del deputato Di Maio, mentre guida una Mini Minor. Almeno per adesso, non risultano scatti a bordo di un sottomarino.