3,2,1, E' PARTITA LA CAMPAGNA ACQUISTI PER LE ELEZIONI - PROCESSIONE AD ARCORE: IL CAV GUARDA A MANAGER, AVVOCATI E GIORNALISTI. UN POSTO IN LISTA PER SALLUSTI E GALLIANI, MIMUN SMENTISCE (ECCO I NOMI DEI PAPABILI) – LA MELONI OLTRE ALLA SANTADECHE' RECUPERA PURE MAGDI ALLAM - IL DUCETTO RENZI PUNTA SULL'EFFETTO-LACRIMA
1. DAL VIROLOGO PRO-VAX ALLA SFREGIATA. I PARTITI A CACCIA DI VIP
Amedeo La Mattina e Francesca Schianchi per la Stampa
I talent scout stanno lavorando a pieno regime. Siamo già al countdown per la formazione delle liste. Tra poche settimane, una volta approvata dal Parlamento la legge di Bilancio, le forze politiche dovranno cominciare a definire i candidati per le politiche (probabilmente si voterà a marzo). Gli uscenti tremano e sperano in una ricandidatura: ma dovranno fare i conti con i nuovi arrivati, coloro che servono a rinnovare o a dare una riverniciata ai gruppi parlamentari.
E come sempre si ricorre al mito della società civile cui attingere per la presunta nuova linfa. Matteo Salvini sostiene che questo è un modo per delegittimare la politica e i partiti, una «logica deleteria» che non intende seguire. «Io punto a valorizzare sindaci e amministratori locali: nel territorio è possibile trovare il meglio che c' è in circolazione per rinnovare», spiega il capo della Lega.
Non la pensa così Silvio Berlusconi, che rilancia invece la solita «trincea del lavoro»: imprenditori, in particolare giovani, professionisti, persone che hanno un lavoro e hanno creato ricchezza, non professionisti della politica. Non è un caso che nel suo ipotetico governo farebbe 12 ministri «civici» su 20. Più moderatamente, anche Matteo Renzi è a caccia di volti nuovi prevalentemente legati a particolari esperienze personali, testimoni in genere di campagne sociali.
Il leader del Pd ha già annunciato di voler candidare Paolo Siani, pediatra, fratello di Giancarlo, il giornalista del «Mattino» ucciso dalla camorra negli anni '80. Ma ci sono altre figure che sta corteggiando: a cominciare da Roberto Burioni, il virologo diventato una star del web per la sua campagna a favore dei vaccini. Altra candidatura a cui sta pensando è Lucia Annibali, l'avvocatessa di Pesaro sfregiata con l'acido diventata simbolo delle battaglie contro la violenza sulle donne. È consigliera di Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi sui temi delle pari opportunità: sono diventate molto amiche, e sabato scorso sono salite insieme sul palco della Leopolda.
Lì dove, poco prima del discorso conclusivo di Renzi, è intervenuta una giovane scienziata, Anna Grassellino, responsabile del partito per gli italiani all' estero. Siciliana trasferita negli Usa, dove ha ricevuto un prestigioso premio da Obama, per lei il leader Pd aveva già previsto un posto in lista: «no, grazie», ha declinato lei, avendo un ottimo lavoro e tre figli dall' altra parte dell'Oceano. Un altro nome che gira è quello della giornalista Annalisa Chirico: anche lei era alla Leopolda, per parlare di giustizia e della sua associazione ipergarantista, «Fino a prova contraria».
Spesso presente negli eventi Pd (era anche alle celebrazioni per i 10 anni del partito), il 12 dicembre Renzi presenterà il suo libro. Un nome, quello della Chirico, già attivista radicale ed ex compagna di Chicco Testa, accolto malamente da molti dem, che considerano le sue posizioni sulla giustizia troppo simili a quelle di Berlusconi: non a caso, gira anche voce che potrebbe volerla candidare Forza Italia.
Nelle liste azzurre ci sarà un turn over vicino al 50 per cento. Verranno esclusi tutti quei parlamentari che per anni non hanno pagato il contributo al partito (e sono tanti) e chi ha battuto ogni record per numero di legislature cumulate. Berlusconi vuole una falange di fedelissimi a prova di bomba. Uomini e donne che non tradiscono, seguendolo in qualunque avventura politica, anche in un'eventuale grande coalizione: una sicurezza che, però, non potrà mai avere, visto come è andata in passato. Comunque i nomi nuovi che circolano sono quelli dei direttori del «Giornale» e del Tg5, Alessandro Sallusti e Clemente Mimun.
Tra i possibili candidati Adriano Galliani, a spasso dopo la vendita del Milan ai cinesi. Ma Berlusconi punta su manager e imprenditori come Aurelio Regina e Michelangelo Suigo di Vodafone Italia. Il talent scout che sta girando l' Italia è il quarantenne brianzolo Francesco Ferri, fondatore di una start up che oggi dà lavoro a 50 persone, ex leader di Confindustria giovani, presidente del «Centro studi del pensiero liberale». A lui il leader di Fi ha affidato il compito di scovare per l' Italia la nuova leva azzurra. E Ferri è andato a cercarli nelle associazioni regionali degli industriali: tra questi, Alessio Albani di Savona.
Altro nome nuovo in lista sarà quello di Andrea Ruggeri, nipote di Bruno Vespa e fidanzato di Anna Falchi, che da un paio di anni Berlusconi ha scelto come uomo della comunicazione. È lui che accende la luce verde o rossa a chi deve andare in tv. Poi ci sono le amiche di Francesca Pascale, come l' avvocato Licia Polizzi e Maria Tripodi. Un altro avvocato in lista sarà Antonia Pastorivo, moglie del senatore Antonio D' Ali, ex sindaco di Trapani.
andrea ruggeri anna falchi (3)
Tra le new entry, non è esclusa l' ex modella Valentina Mazzacurati, responsabile giovani Fi a Modena, imprenditrice tessile. Anche i Fratelli d' Italia aprono le porte. È in arrivo, anche se ha già una certa carriera politica, Daniela Santanché, che lascia Fi. A Milano Giorgia Meloni potrebbe candidare l' avvocato Nicolò Bastianini Carnelutti. Tra i nomi che si fanno, anche quello del giornalista Magdi Allam.
2. BERLUSCONI INSISTE SULLA RIDUZIONE DELLE TASSE
Emilio Pucci per Il Messaggero
I più presenti ad Arcore sono quelli di Federmanager, l'associazione che raccoglie 180 mila dirigenti, quadri apicali e alte professionalità. Ma a bussare la porta di villa San Martino in queste settimane sono stati i presidenti di tutte gli ordini professionali. Dagli avvocati ai farmacisti, dai commercialisti ai costruttori. E' la strategia berlusconiana dei corpi intermedi. Obiettivo: intercettare le categorie deluse dai governi Renzi e Gentiloni. «Nessuna attività di lobby o voto di scambio ma solo fase di ascolto», spiegano nell'entourage di Berlusconi.
CHOC FISCALE
A tutti l'ex presidente del Consiglio chiede consigli, suggerimenti, cosa inserire nel programma. Il Cavaliere sta mettendo a punto una proposta articolata che partirà da uno choc fiscale. Sarà pronta entro una decina di giorni.
«Lo so di non essere riuscito a realizzare tante promesse ma questa volta non vi deluderò», l'incipit che il padrone di casa fa ai suoi ospiti facendo mea culpa per il passato: «Vi chiedo di segnalarmi problemi concreti, questa volta non mi farò imbavagliare dai professionisti della politica». Il refrain è che ci sarà spazio per candidature provenienti dalla società civile, a partire dagli amministratori. Tre o quattro cene a settimana con gli imprenditori.
Una è prevista per l'11 dicembre: arriveranno i big della filiera farmaceutica, a cominciare da Dompé che presiede un gruppo da oltre 70 anni nel mondo della ricerca. Ma non punta sui grossi nomi, il Cavaliere. C'è stima per i vari Montezemolo e Calenda ma il target è quello delle «persone normali» che, come ama dire il Cavaliere, «combattono nella trincea del lavoro».
NEMICO NUMERO UNO
SERGIO DOMPE E FIGLIA FRANCESCA
«Renzi - il ragionamento dell'ex presidente del Consiglio - ha creato solo problemi, ma ora il rischio è un altro, che vadano al governo gli incompetenti». Il nemico numero uno sono i pentastellati. «Io ripete Berlusconi agli imprenditori che incontra ad Arcore vi chiedo di scendere in campo per impedire che l'Italia vada ancora peggio». Lo scopo è quello di creare un vero e proprio network delle professioni contro «l'oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica».
L'ex premier (ieri ha rilanciato il suo piano Marshall sull'immigrazione) sta studiando le coperture della flat tax. E' uno dei pochi punti su cui la Lega è d'accordo, anche se il consigliere di Salvini, Siri, la propone al 15%. Con il Carroccio i rapporti sono tornati a livello zero. La convivenza con la Lega è sempre più difficile. Ma i timori sono anche in prospettiva e legati ad un eventuale governo di centrodestra. Quanto sta accadendo in Sicilia, dove i lumbard sono usciti dalla maggioranza lasciando la giunta Musumeci in bilico all'Ars, è un precedente allarmante.
I dubbi non sono solo del Pd, che due giorni fa ha messo il dito nella piaga per i dissidi tra FI e Lega sulla giustizia. «Sono troppe le divisioni su ogni tema. Noi siamo per una politica moderati, loro strizzano perfino l'occhio all'ultra destra», ragiona più di un big azzurro. FdI cerca di mediare, ma il lavoro sul programma comune della coalizione stenta a decollare. Nessun incontro in vista. E non è neanche partita una vera e propria trattativa sui collegi.«Basta sparate e nomi a capocchia», ripete il giovane Matteo invitando l'ex premier a non commettere più errori. Ma Berlusconi chiude la porta e conta poi sul rapporto con Maroni per ridimensionare Salvini.
ANCHE BOSSI SI ORGANIZZA
«Ormai dicono i fedelissimi del leader lumbard Bobo è diventato un vero e proprio problema, è sempre più vicino a Berlusconi». La minoranza interna del partito di via Bellerio intanto si organizza: domani ci sarà il primo incontro, presieduto da Fava, vicino a Maroni, e da Bossi. La mission è rispolverare il sogno della Padania, proprio nel momento in cui Salvini gira per la Campania illustrando la sua Lega nazionale.