1. IN FRANCIA SI COMBATTE UNA BATTAGLIA DI LIBERTÀ: CONTRO LA LEGGE CHE PUNISCE I CLIENTI DELLE PROSTITUTE SCENDONO IN CAMPO INTELLÒ, AZNAVOUR E LA DENEUVE 2. IL “MANIFESTO DEI 343 MAIALI”: “VOGLIAMO VIVERE IN UN PAESE DOVE SI PUÒ FARE SESSO COME E QUANDO SI VUOLE NEL RISPETTO DELLA LEGGE. SE CI SONO ABUSI, ESISTONO GIÀ REATI PER PUNIRE STUPRO, VIOLENZA, PROSSENETISMO, RIDUZIONE IN SCHIAVITÙ. RIFIUTIAMO CHE I DEPUTATI EMANINO NORME SUI NOSTRI DESIDERI E SUI NOSTRI PIACERI” 3. LA MINISTRA PER I DIRITTI DELLE DONNE CONTRO “I 343 MASCALZONI CHE VOGLIONO DISPORRE DEL CORPO DEGLI ALTRI”. MA LA FILOSOFA ELISABETH BADINTER SI SCHIERA CONTRO: “LO STATO NON DEVE LEGIFERARE SULLA SESSUALITÀ DEGLI INDIVIDUI, DECIDENDO COS’È BENE O MALE LA PROPOSTA DI LEGGE MI SEMBRA UNA DICHIARAZIONE DI ODIO CONTRO LA SESSUALITÀ MASCHILE. COME FOSSE SEMPRE DOMINATORE E VIOLENTO”

1. FRANCIA, LA GUERRA DELLA PROSTITUZIONE - DA LANG ALLA DENEUVE MANIFESTI E APPELLI CONTRO UNA LEGGE PER PUNIRE I CLIENTI
Anais Ginori per "la Repubblica"

Maiali e sgualdrine, filles de joie e puritani, libertini e moralisti. Ormai il dibattito sulla prostituzione in Francia ha sconfinato in una questione tremendamente seria, quasi filosofica, con appelli, petizioni, dotte analisi che alimentano una battaglia delle idee come non si vedeva da tempo. Tutto è cominciato con la pubblicazione del "salauds".

Tradotto: maiali, mascalzoni. E' una citazione del celebre manifesto delle 343 "salopes",
sgualdrine, pubblicato nel 1971 per difendere la legalizzazione dell'aborto. Allora le femministe autodenunciavano, sul Nouvel Observateur, di aver fatto un'interruzione di gravidanza, sfidando così la legge.

Oggi alcuni uomini illustri, tra cui lo scrittore Fréderic Beigbeder e il polemista Eric Zemmour, rivendicano il loro diritto a poter comprare sesso «tra adulti consenzienti».
Sotto accusa c'è la proposta di legge in discussione la settimana prossima all'Assemblée Nationale e che prevede di punire i clienti di prostitute, sul modello scandinavo, con un'ammenda di 1.500 euro, raddoppiata in caso di recidiva.

«Pensiamo che ciascuno abbia il diritto di vendere liberamente le sue virtù, e persino di trovarlo appagante. Rifiutiamo che dei deputati emanino norme sui nostri desideri e sui nostri piaceri », scrivono i "mascalzoni" nel loro appello pubblicato su Caseur.

La direttrice della rivista, Elisabeth Levy, spiega: «Voglio vivere in un paese dove si può fare sesso come e quando si vuole sempre nel rispetto della legge». Se ci sono abusi, continua Levy, esistono già reati per punire stupro, violenza, prossenetismo, riduzione in schiavitù. «Le 343 sgualdrine chiedevano di disporre del proprio corpo, i 343 mascalzoni vogliono disporre del corpo degli altri», ha commentato la ministra per i diritti delle Donne, Najat Vallaud-Belkacem.

I toni del manifesto sono provocatori, forse troppo. Tanto che tra gli anti-abolizionisti è spuntato un nuovo appello concorrente, firmato anche da Charles Aznavour, Jack Lang, Claude Lellouche. «Senza voler favorire né approvare la prostituzione - sostiene quest'altra petizione - rifiutiamo la proposta di punire i clienti delle prostitute». Quest'ultimo appello è stato firmato da alcune donne, tra cui Jeanne Moreau e Catherine Deneuve, indimenticabile nel suo ruolo di prostituta occasionale in "Bella di giorno".

E così il "più antico mestiere del mondo" sta alimentando una querelle culturale con posizioni trasversali anche tra le femministe. La filosofa Elisabeth Badinter ha criticato la riforma del governo. «Lo Stato - commenta - non deve legiferare sulla sessualità degli individui, decidendo cos'è bene o male».

Secondo Badinter, la nuova legge aiuterà le organizzazioni criminali, rendendo clandestina e più ancor più insicura la vita delle prostitute. A sorpresa, la filosofa francese si schiera con i clienti. «La proposta di legge mi sembra una dichiarazione di odio contro la sessualità maschile». Non si può, aggiunge Badinter, dare una visione stereotipata del desiderio degli uomini, come fosse sempre «dominatore e violento».

A distanza, ha risposto la filosofa Sylviane Agacinski che definisce la prostituzione una «servitù arcaica». «In nessun altro campo lo Stato rende possibile vendere il proprio corpo». E poi aggiunge: «I mascalzoni dovrebbero passare qualche notte su un marciapiede per riflettere davvero».

2. NOI "MAIALI" SFIDIAMO L'IPOCRISIA
Manifesto di Frédéric Beigbeder pubblicato su "la Repubblica"


Certo, ce la siamo voluta noi. Ma il "Manifesto dei 343 maiali" ha scatenato tali attacchi e insulti che mi vedo costretto a precisare il mio pensiero. Nessuno rivendica il diritto di disporre del corpo altrui in un rapporto fra adulti consenzienti. È uno scambio tristemente chiaro (piacere contro denaro), il cui primo difetto è di non corrispondere alla morale repubblicana. Quanto alla prostituta che ha scelto la sua attività, non lotta forse per la libertà di disporre del proprio corpo? A mio umile avviso, solo la parola delle prostitute dovrebbe essere ascoltata.

Quel che viene taciuto in questo non-dibattito, è la miseria sessuale. Penalizzare i clienti significa umiliare individui già frustrati, poiché non hanno accesso al meraviglioso godimento promesso dalla pubblicità, il cinema, le riviste, la tv. Il cliente non è un maiale; è un impacciato solitario in un'epoca di festa sexy.

La prostituzione è resa dalla caricatura di un sordido rapporto per la strada, e invece è anche un uomo depresso salvato in un bar da una donna che l'ascolta e gli tiene la mano per aiutarlo a superare la notte. Che succederà senza questa valvola di sicurezza? Qualcuno diventerà pericoloso?

E come procederà la polizia nell'arrestare gli ignobili porci? quando scatta l'illegalità? Quando abbordano la ragazza, quando la pagano? Chi li denuncerà: le prostitute, i vicini, la moglie? La prostituzione esiste per entrambi i sessi: molte donne sole contano sugli escort boy. E quid della prostituzione omosessuale? Ma l'argomento è troppo tabù e i tempi troppo puritani.

C'è una straordinaria ipocrisia: una maggioranza di concittadini è ricorsa a una professionista, ma non l'ammetterà. Viviamo in un capitalismo di tartufi, la prostituzione ne è una grottesca metafora. La Francia ha proibito le case chiuse, ma non le ragazze della gioia. Scommetto che fra i tanti scandalizzati dal "Manifesto", molti amano le muse di Baudelaire, Maupassant, Proust, Simenon, Henry Miller e Houellebecq, e piangono la morte di Lou Reed che celebrava i bassifondi cantando: «Hey babe, take a walk on the wild side».

 

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