emmanuel macron

“MACRON È IL PRESIDENTE PIÙ ODIATO DELLA QUINTA REPUBBLICA, DALLA DESTRA, DALL'ESTREMA DESTRA, DALLA SINISTRA E ANCHE DAI CETI POPOLARI” - IL POLITOLOGO MARC LAZAR: “È LA PRIMA VOLTA CHE ACCADE. SARKOZY, PER ESEMPIO, ERA DETESTATO SOLO DALLA SINISTRA. ORA UNA COALIZIONE DI PROGRAMMA E’ IMPOSSIBILE E IL GOVERNO DOVRÀ NAVIGARE A VISTA. ANCHE IN EUROPA IL PRESIDENTE ESCE INDEBOLITO. È UNA QUESTIONE CHE RIGUARDA ANCHE VOI ITALIANI. È UN MACRON DIMEZZATO, NON È PIÙ IL GIOVANE E BRILLANTE PRESIDENTE CHE PUNTA A DIVENTARE LEADER DELL'UE IN TRIANGOLAZIONE CON ITALIA E GERMANIA».

Marc Lazar

Cesare Martinetti per “la Stampa”

 

Emmanuel Macron non sarà il De Gaulle degli anni 2000, né il brillante leader dell'Ue che sognava di diventare triangolando con Italia e Germania: il voto di domenica lo ha dimezzato come il visconte di Calvino, rivelando la profondità della crisi francese e del suo disegno politico. Marc Lazar, docente a Sciences-Po (dove Macron fu studente) e alla Luiss, politologo appassionato dell'Italia, dà la sua analisi.

 

Professor Lazar, un presidente senza maggioranza assoluta, Francia ingovernabile: sessant' anni dopo siete tornati alla Quarta repubblica, quella delle risse parlamentari?

«No, le istituzioni della Quinta repubblica sono una garanzia. È il governo che fa l'ordine del giorno, non c'è voto di fiducia, potrebbe esserci una mozione di censura che equivale alla sfiducia, ma in questo momento sembra improbabile che estrema destra ed estrema sinistra si mettano insieme per rovesciare il governo».

 

brigitte emmanuel macron ballottaggio elezioni legislative

Quindi Macron deve decidere se confermare la prima ministra Elisabeth Borne, appena nominata, o scegliere un nuovo primo ministro. Che farà?

«È il dilemma da risolvere perché in questo nuovo contesto è chiaro che il parlamento avrà un ruolo più importante. Borne non ha esperienza parlamentare e in questa campagna non ha dimostrato particolare carisma, ma cambiarla vorrebbe dire spostare a destra l'asse del governo perché i due uomini di maggiore esperienza del suo partito, Castaner e Ferrand, non sono stati rieletti. Dovrebbero nominare qualcuno di destra, come il ministro delle Finanze Bruno Le Maire. Ma nello schema politico di Macron non è previsto un primo ministro forte».

ZELENSKY E MACRON

 

Macron ha forzato al massimo il suo ruolo, dover trattare in Assemblea non è paradossale?

«Sì, considerando il fatto che ha vinto la presidenziale, pur senza convincere e otto settimane dopo si trova in una situazione completamente inedita, almeno dal 2002. Ha una maggioranza relativa ma è ben lontano da quella assoluta».

 

Nel giudizio unanime però è responsabile della sua stessa disgrazia. Condivide?

«Macron ha una grande parte di responsabilità. È il presidente più odiato della Quinta Repubblica, dalla destra, dall'estrema destra, dalla sinistra e anche dai ceti popolari. È la prima volta che accade. Sarkozy, per esempio, era detestato solo dalla sinistra».

emmanuel macron ballottaggio elezioni legislative

 

Il direttore di Le Monde Jérôme Fenoglio gli ha dato anche la colpa per il successo di Le Pen alle politiche. È d'accordo?

«In parte sì, ha fatto di tutto per averla come avversaria nell'elezione presidenziale, con lo slogan nessun voto all'estrema destra. Nella campagna per le legislative si sono poi rivelate tutte le contraddizioni del suo movimento, con candidati che hanno messo sullo stesso piano Nupes e Rassemblement. Ora RN è un partito come gli altri».

 

Ancora una volta, come nel 2002, nessuno aveva previsto l'affermazione lepenista. Perché?

«Alle legislative il suo partito è stato sempre sconfitto. Ma guardando la mappa del voto si vedrà che coincide con quella delle mobilitazioni dei Gilet gialli. Ottantanove deputati sono un risultato storico che dimostra la profondità del rigetto della politica, del malessere sociale e delle fratture di tipo culturale nell'elettorato popolare».

poster di emmanuel macron

 

L'Assemblea nazionale è in uno scenario all'italiana?

«Ci sono elementi comuni, la forza del populismo, quello che insieme a Ilvo Diamanti nel nostro libro abbiamo chiamato "Popolocrazia", questa presenza di populisti all'interno del sistema politico che influenza la vita della società. Il Rassemblement e Fratelli d'Italia hanno alcuni elementi comuni, due donne leader, vicine come posizioni anche se non sono esattamente le stesse. Noi non abbiamo la Lega, né Berlusconi, il PD non è come il Partito socialista, il Movimento 5 Stelle non è la France Insoumise».

 

emmanuel macron ballottaggio elezioni legislative

Se foste in Italia le cose sarebbero più semplici: il partito di Macron potrebbe fare una coalizione con i Repubblicani, gli ex gollisti, e ci sarebbe maggioranza assoluta e nuovo governo. Perché non si fa?

«In Italia avete una cultura della mediazione che per ragioni storiche e culturali in Francia non c'è. E poi sarebbe la fine della politica di Macron. Un accordo con i Repubblicani vorrebbe dire che il macronismo non c'è più».

 

Cosa succederà?

emmanuel macron ballottaggio elezioni legislative

«Una coalizione di programma è impossibile o molto improbabile e quindi il governo dovrà navigare a vista, mentre sono urgenti le grandi questioni da affrontare come economia, ambiente e Europa e anche qui il presidente esce indebolito. Per lui è uno smacco perché se c'è stato un filo rosso nella sua politica è stata proprio l'Ue. È una questione che riguarda anche voi italiani. È un Macron dimezzato, non è più il giovane e brillante presidente che punta a diventare leader dell'Ue in triangolazione con Italia e Germania».

 

È matura la Sesta Repubblica?

«Non credo. Però bisognerà fare delle riforme, una legge elettorale con il proporzionale, allargare spazi di democrazia partecipativa, con un'attenzione particolare per i giovani tra i 18 e i 30 anni che al 70% non sono andati a votare».

MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV

 

Può fare tutto questo il Macron di oggi?

«Potrà continuare ad essere un presidente molto attivo oppure prendersi un distacco con un ruolo alla De Gaulle, proiettandosi sul piano internazionale, intervenendo raramente in modo diretto su quello nazionale e nominando un primo ministro forte».

 

Lei crede a un Macron formato "padre della nazione" come De Gaulle?

«No».

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…