MARCIO SU ROMA – IL MASTINO PIGNATONE FARÀ SCIOGLIERE IL CAMPIDOGLIO PER MAFIA? – AI CONSIGLIERI COMUNALI DELL’ERA MARINO NON HA CONTESTATO NULLA – MA IN SICILIA FECE CADERE LA GIUNTA CUFFARO E A REGGIO FECE SCIOGLIERE IL COMUNE

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

tribunale piazzale clodio tribunale piazzale clodio

Al tempo della Prima Repubblica, secondo il «manuale Cencelli» che regolava la spartizione dei posti tra le correnti democristiane, la Procura di Roma valeva due o tre ministeri. Perché garantiva stabilità, attraverso il controllo sui controllori del potere, al punto di guadagnarsi la nomea di «porto delle nebbie». Molte cose sono cambiate da allora.

 

Dopo la Prima Repubblica è arrivata la Seconda, forse si annuncia la Terza, e l’ufficio di Piazzale Clodio sembra diventato improvvisamente l’epicentro di un terremoto. Che ha già fatto cadere una giunta regionale, adesso fa tremare il Campidoglio e qualcuno teme anche per Palazzo Chigi. 


Il paradosso è che tutto questo avviene sotto la guida di Giuseppe Pignatone, approdato nella capitale da Reggio Calabria dopo una carriera spesa in Sicilia, con la fama di magistrato prudente. Al punto di essere raffigurato come l’antitesi rispetto ai pubblici ministeri a caccia di trame occulte, come quelle sulla trattativa fra lo Stato e la mafia.

giuseppe pignatone con mogliegiuseppe pignatone con moglie

 

Dimenticando, o senza dare troppo peso, al fatto che in Sicilia le indagini da lui coordinate avevano provocato la crisi della giunta Cuffaro (e alla condanna definitiva dell’ex governatore), mentre a Reggio il consiglio comunale fu sciolto per infiltrazioni di ‘ndrangheta. Ora, lui che rappresentava l’emblema del pm consapevole dell’effetto extragiudiziario delle proprie azioni, viene additato come nuovo capofila del contropotere in toga che assedia i palazzi della politica. 


A Roma il procuratore ha portato un gruppo di investigatori esperti nel contrasto a cosche e ‘ndrine, ma soprattutto un metodo investigativo che prevede organizzazione e determinazione nella ricerca delle prove. Fascicoli sugli stessi temi ma smembrati tra magistrati e polizie diverse sono stati riuniti, si è razionalizzata la distribuzione del lavoro e un più esteso utilizzo delle intercettazioni ambientali ha cominciato a dare frutti anche nel sottobosco che prospera nella Capitale.

giuseppe pignatonegiuseppe pignatone

 

Le microspie hanno condotto gli inquirenti nel «Mondo di mezzo» di Carminati e Buzzi, ma anche in altre realtà di Pubblica amministrazione corrotta e criminalità varia. Ne sono venuti fuori Mafia Capitale e i rapporti con la politica, con conseguenze imprevedibili sul governo della città. 


Del reato di associazione mafiosa affibbiato a quell’intreccio politico-imprenditorial-malavitoso si discuterà all’infinito, anche dopo il processo non ancora cominciato, ma intanto Pignatone ha già incassato un timbro della Cassazione. E prima di trarre le proprie conclusioni sull’ipotesi dello scioglimento del Comune per mafia, il prefetto Gabrielli dovrà ascoltare il suo parere. 


Verosimilmente il procuratore si muoverà sulla linea esposta alla commissione Antimafia dopo la prima ondata di arresti: «Secondo me è stata estremamente drammatica la presenza di appartenenti all’associazione, e di persone collegate in modo stretto a Carminati e agli altri, ai vertici dell’apparato burocratico e amministrativo del Comune per alcuni anni. Questo è cessato con il cambio di giunta. Ho definito pesante la presenza di Buzzi, ma non è detto che debbano trarsi conseguenze su tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui». 

giuseppe pignatone e lirio abbategiuseppe pignatone e lirio abbate


Come dire che certi condizionamenti possono essere continuati anche dopo la giunta guidata da Alemanno (inquisito lui stesso per mafia), ma ai consiglieri comunali nell’epoca di Marino arrestati ora non è stata contestata l’associazione e nemmeno l’aggravante del favoreggiamento alla mafia. Se ne può desumere che sul destino del Campidoglio Pignatone terrà un atteggiamento prudente, che in realtà non ha mai abbandonato nonostante le impressioni esterne.

MASSIMO CARMINATI MASSIMO CARMINATI

 
Quello che ne verrà fuori si vedrà. Ma chi si stupisce di certi esiti della nuova gestione della Procura farà bene a ricordare quel che di Pignatone disse uno che di indagini ha una certa esperienza; nel gennaio 2012, all’indomani della nomina ma prima che il neoprocuratore si insediasse, Massimo Carminati, già intercettato benché non ancora inquisito per associazione mafiosa, confidò preoccupato ai suoi amici: «Questa è una persona che non gioca. Tira brutta aria. Questo butta all’aria Roma. Ha cappottato tutto in Calabria. Non si fa ingloba’ dalla politica». 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)