MARCIO SU ROMA – PER I POLITICI ROMANI SALVATORE BUZZI ERA UNO DI LORO – GRAMAZIO: “ERA CONSIDERATO PERSONA DI ASSOLUTO VALORE, PER LA SINISTRA ERA UN FIORE ALL’OCCHIELLO” – L’EX ASSESSORE OZZIMO: “ERA L’INCARNAZIONE DEL RISCATTO SOCIALE”

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera

 

Dal carcere di Nuoro dov’è rinchiuso da sei mesi, Salvatore Buzzi ci riprova. Dopo un’intera seduta di dichiarazioni spontanee e una richiesta di patteggiamento rigettata dalla Procura, il manager considerato l’anima imprenditoriale del «mondo di mezzo» ha scritto una nuova lettera agli inquirenti, per sollecitare un altro faccia a faccia. E chissà se stavolta l’amico e socio di Massimo Carminati — accusato con lui di essere al vertice della presunta associazione mafiosa — risulterà più convincente agli occhi dei pubblici ministeri. 

salvatore buzzi con il quarto stato alle spallesalvatore buzzi con il quarto stato alle spalle


All’indomani della seconda tornata di arresti, nell’interrogatorio di garanzia Buzzi ha preferito non rispondere alle domande del giudice, riservandosi la carta di un nuovo confronto con i pm. I politici locali di destra, centro e sinistra finiti in cella o ai domiciliari, invece, si sono difesi dall’accusa di essere stati corrotti dal «ras delle cooperative» per aiutarlo nella corsa agli appalti milionari, prima con la giunta Alemanno e poi con la giunta Marino. Nelle deposizioni dei consiglieri comunali e regionali emerge un tratto comune: nessuno immaginava di commettere reati entrando in rapporti con Buzzi, anche quando appariva generoso e magari un po’ troppo insistente. Perché così funzionava la politica in città. 

luca gramazio alessandra mussolini e domenico gramazioluca gramazio alessandra mussolini e domenico gramazio


Nomine e segnalazioni 
Luca Gramazio, ex capogruppo del Pdl al Comune e oggi consigliere regionale, indagato per associazione mafiosa, racconta di averlo incontrato nel 2006: «Era solito frequentare il Campidoglio... Era considerata una persona di assoluto valore, a sinistra lo consideravano un fiore all’occhiello». Nato e cresciuto a destra, Gramazio conosceva anche l’ex estremista nero Massimo Carminati, «ma Buzzi lo incontravo molto di più, praticamente ovunque. Ogni volta che c’era qualcosa d’importante in Campidoglio era presente. Quindi la conoscenza diventa una cosa normale, l’offrire un caffè, fare una chiacchierata... e parlare di una delibera, chiedere di inserire un debito fuori bilancio». 

luca gramazioluca gramazio


L’esponente del Pdl nega di aver ricevuto denaro, ma ammette di essersi adoperato per favorire qualche nomina (tra cui quelle gradite a Mafia Capitale, secondo l’accusa): «Chi fa il consigliere comunale o regionale vive di consenso... e là si cercano di “premiare” con delle nomine». E ancora: «Più di qualche assunzione l’ho chiesta, sì... Incontrando imprenditori che magari hanno possibilità di lavoro importanti, gli propongo delle persone... Ho paura che lei non la consideri una cosa bella — dice al giudice —, ma ho paura che sia una cosa molto, molto classica... Lo fanno molti politici e molti imprenditori». 


«Aiuto ai disperati»
Sull’altro fronte, si registra più o meno la stessa versione. Mirko Coratti, esponente pd ed ex presidente del consiglio comunale, sostiene che da Buzzi non ha mai preso soldi; né sa nulla dei versamenti alla fondazione Rigenera, a lui molto vicina: «Era un sostegno di carattere privato...». Quanto all’assunzione delle persone segnalate, «io faccio politica, e qualche volta capita; non dovrebbe ma capita... Io purtroppo ho un limite, quello di ascoltà tanto la gente e de incontrà tantissime persone». 

mirko corattimirko coratti


Anche Massimo Caprari, eletto con il Centro democratico, sostiene di essersi rivolto a Buzzi per trovare lavoro a un conoscente disperato che minacciava di suicidarsi: «Ci sono tante persone che stanno in difficoltà, e te li trovi pure sotto casa...». Tuttavia in alcune conversazioni Caprari sembra informarsi con Buzzi di possibili guadagni e percentuali; il politico spiega che si riferiva ad aiuti «da un punto di vista delle situazioni elettorali... Non stavo facendo un accordo... Stavamo parlando della politica...Perché lui so che aveva finanziato sette, otto, dieci... ma tutta roba legale». 


«Figura poliedrica»
L’imbarazzo e l’inopportunità è ammessa dallo stesso Caprari, che nega di aver commesso reati come gli altri due esponenti del Pd ora agli arresti domiciliari: l’ex assessore alla Casa Daniele Ozzimo e il consigliere Pierpaolo Pedetti. Il primo nega di aver mai visto o sentito parlare di Carminati, mentre Buzzi lo conosce dai tempi della militanza nei Ds: «Era l’incarnazione del riscatto sociale, molto poliedrico».

daniele ozzimodaniele ozzimo

 

Illeciti insieme, però, mai. Solo 20.000 euro di contributo elettorale, e la richiesta di assunzione per una ragazza «che non è mia amante né una parente, l’ho vista tre volte».

 

Pure Pedetti respinge l’ipotesi di corruzione, ammettendo solo «la leggerezza» di aver chiesto a Buzzi se gli interessavano un paio di appartamenti per i quali lui pagava il mutuo: «Questo è l’unico grande rammarico, quando uno svolge una funzione istituzionale deve mantenere una certa distanza dalle persone. Perché ti mettono nei guai».

 

Giordano Tredicine è il consigliere del centrodestra di cui Buzzi diceva «ci ha sposato», e Carminati lo elogiava per essere «poco chiacchierato». Lui replica spiegando al giudice che «i miei rapporti con Salvatore Buzzi sono solo istituzionali». Secondo Tredicine, nelle intercettazioni «Buzzi chiaramente millanta una serie di cose... Che sono poco chiacchierato probabilmente è vero, perché sono una persona molto riservata». Quanto allo «sposalizio», ironizza: «Fortunatamente sono accompagnato con una donna. Vivo dello stipendio, ho una famiglia alle spalle che quando ho bisogno mi aiuta... Non ho mai ricevuto nessun finanziamento da Buzzi, neanche elettorale, non sono mai stato a cena con lui». 

SALVATORE BUZZI E GIULIANO POLETTISALVATORE BUZZI E GIULIANO POLETTI

 

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”