1. LA BRAVA SCOLARA AVVERTE RENZIE: “PESCIOLINO ROSSO” NON AVRAI IL NOSTRO SCALPO 2. MARINA B. È PRONTA. LA RAMPOLLA DEL FRODATORE FISCALE (VOLEVANO CHIAMARLO “BANANA”, MA POI BRUNETTA SI DISPIACE) SI FA INTERVISTARE DAL ‘CORRIERE’ E PER LA PRIMA VOLTA APRE UFFICIALMENTE UNO SPIRAGLIO: “SO CHE NELLA VITA NON SI PUÒ MAI ESCLUDERE NULLA. OGGI È COSÌ. UN DOMANI, SE CAPITASSE, LA POLITICA, CHISSÀ…” 3. QUANDO L’EX CAVALIERE VORRÀ, O DOVRÀ, FARSI DA PARTE, MARINA C’È. HA STUDIATO, SI È PREPARATA. ORE E ORE DI “RIPETIZIONI” CON PAOLO DEL DEBBIO SONO STATE MESSE A PROFITTO. LO SI CAPISCE DA COME DIFENDE IL PADRE CONDANNATO, DA COME ATTACCA PITTIBIMBO, DEFINITO “IL NUOVO CHE ARRETRA”, SMONTANDONE L’AZIONE DI GOVERNO PUNTO PER PUNTO E DA COME REGOLA I CONTI CON L’ARCINEMICO DI FAMIGLIA, QUEL CARLETTO DE BENEDETTI CHE ALLA MONDADORI HA “SOFFIATO” 500 MILIONI IN TRIBUNALE

a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)


1 - LA BRAVA SCOLARA AVVERTE RENZIE: "PESCIOLINO ROSSO" NON AVRAI IL NOSTRO SCALPO
Marina Berlusconi è pronta, non c'è più dubbio. La primogenita del Frodatore fiscale (volevano chiamarlo "Banana", ma poi Brunetta si dispiace) si fa intervistare dal Corriere della Sera e per la prima volta apre ufficialmente uno spiraglio: "So che nella vita non si può mai escludere nulla. Oggi è così. Un domani, se capitasse, la politica, chissà...".
Dice una piccola bugia, con quel "se capitasse". Al quale andrebbe sostituito un "quando servirà", visto che Farsa Italia è proprietà di paparino e quel nome in ditta sulle schede elettorali, "Berlusconi", è ancora un tesoro prezioso. Quando l'ex Cavaliere vorrà, o dovrà, farsi da parte, Marina c'è. Ha studiato, si è preparata.

Ore e ore di "ripetizioni" con Paolo Del Debbio sono state messe a profitto. Lo si capisce da come difende il padre condannato, da come attacca Renzie smontandone l'azione di governo punto per punto e da come regola i conti con l'arcinemico di famiglia, quel Carletto De Benedetti che alla Mondadori ha "soffiato" 500 milioni in tribunale.

Di Pittibimbo, definito "Il nuovo che arretra", il presidente della Mondadori dice che almeno ha capito due cose: "che Berlusconi non è il male da eliminare ad ogni costo" e che "mio padre aveva perfettamente ragione a ripetere che il problema dei problemi di questo Paese è che con le attuali regole non si riesce a governarlo". Usa l'imperfetto per il padre, perché anche lei sa benissimo che non tornerà mai più a Palazzo Chigi. Troppo anziano e soprattutto "bruciato" a livello internazionale.

Ma non c'è problema. Marina c'è. Il governo Renzie? "Giusto creare un clima di ottimismo e fiducia, ma attenzione: più forti sono le aspettative che si generano, più gravi saranno i danni se alle promesse non seguiranno i fatti. Purtroppo, è quello che sta succedendo, al di là del fumo alzato con i tweet, le slides, qualche pesciolino rosso e qualche auto blu in meno". E i famosi 80 euro in busta paga, non sono "fatti"? "Non sono né un politico né un economista", si schermisce Madame Biscione, "però quel che è certo è che misure come il decreto '80 euro' sono spese elettorali e non investimenti per la crescita. Posto che si trovino le coperture (...) Conti alla mano, l'unica certezza è che aumentano le imposte su casa e risparmi".

Marina però ormai sa usare benissimo anche gli artigli ed ecco come concia il Sor-genio De Benedetti: "Se penso che ha avuto il coraggio di dire che mio padre ‘non è un imprenditore'...Si è visto quanta ricchezza lui è stato capace di distruggere per tutti mentre ne creava, e tanta, soltanto per sé. Mi auguro solo che dopo l'Olivetti, dopo decine di migliaia di risparmiatori, ora non tocchi a Sorgenia. La storia imprenditoriale di Carlo De Benedetti è costellata di naufragi, e paradossalmente la sua ancora di salvezza stavolta siamo stati proprio noi, o meglio quei 500 milioni del Lodo".

Dopo aver dimostrato le proprie capacità dialettiche, come da copione, fa un passo di lato e assicura che "per la politica ha grande rispetto" e naturalmente la segue dall'esterno perché "il mio posto è in azienda". Certo. Ma basta un piccolo particolare per confermare ulteriormente che il candidato Marina è pronto. Ed è il fatto che ci tenga a far sapere alla nazione che la sua più grande fortuna "è quella di avere un marito e dei figli come quelli che ho". Manager di successo. Ricchezze illimitate. Figlia di cotanto padre. Immagine da sgobbona. Mai una parola fuori posto e pure una famiglia perfetta (o quasi: per maggiori informazioni chiedere a Lina Sotis o all'archivio di "Sette"). Serve altro?

2 - CAZZATE COL BOTTO
La gara a chi la spara più grossa sembra ormai inarrestabile e i giornali si arrendono.
Partiamo con Grillomao: "Assedio alle roccaforti rosse. La strategia mirata di Grillo. Dopo Piombino, ieri il ritorno a Siena per Mps. ‘L'Italia una dittatura, Napolitano la gestisce'" (Corriere, p. 8).

Poi c'è il Berlusca che attacca ancora toghe e Colle, parlando di sentenze ingiuste e colpi di Stato, e Repubblica festeggia in prima pagina: "Berlusconi, scatta l'altolà del Tribunale. Rischio domiciliari dopo gli attacchi ai pm". La Stampa riporta "i consigli estremisti" che arrivano all'ex Cavaliere in queste ore: "Picchia duro sulle toghe e sul Colle, tanto non oseranno farti un bel nulla" (p. 3).

Sul Corriere, Luigi Ferrarella svela un piccolo retroscena: "Per i comizi chiede più libertà. No della Procura. L'ex premier e le missioni elettorali anche fuori dalle attuali prescrizioni. Ieri la visita a Cesano Boscone per discutere l'avvio del progetto educativo con anziani" (p. 2). Il Giornale già pronto: "Ora arrestano le idee. Bavaglio sulla campagna elettorale" (p. 1).

E infine le sparate di Renzie, costretto a toni più bassi per via dell'incarico istituzionale che ricopre: "Renzi media ma avverte: ‘Riforme o me ne vado'. Il voto slitta al 10 giugno" (Repubblica, p. 4).

3 - SPEZZEREMO LE RENI AI TRAVET
Ma l'unico nemico contro il quale Renzie può esibire i muscoli in campagna elettorale è la famosa "casta" del pubblico impiego e allora fiato alle trombe. La Stampa offre la prima pagina: "Tar e dirigenti licenziabili. Renzi attacca la burocrazia". "Arriva la riforma del pubblico impiego", annuncia garrula Repubblica: "Per ora non ci sarà un decreto. Il premier avverte: puniti i fannulloni" (p. 15).

Paginone entusiasta anche sul Corriere: "Statali, tagli ai dirigenti e nuova busta paga. Ai cittadini un codice unico per evitare le code. Renzi: la riforma? Servono i marines. Saranno ridotte le scuole di formazione dei quadri. Meno dirigenti e con retribuzione variabile. Cittadini e utenti protagonisti della riforma. Limiti ai Tribunali amministrativi regionali" (p. 9).

E non a caso lo stesso Corriere, qualche pagina più avanti, segnala: "Rischi dalla ‘palude dei mandarini'. La campagna per conquistare voti. Al governo i problemi maggiori vengono dai vertici della burocrazia" (p. 5).

Poi passa il Cetriolo Quotidiano e tira fuori una bella storia: "Altro che Renzi anti-casta. Gli sconti ai partiti restano. Prima di Pasqua il premier aveva annunciato: ‘Via subito le agevolazioni postali per la propaganda elettorale'. Ma il suo decreto le lascia in vigore fino al primo giugno e così consente di utilizzarle per le elezioni del 25 maggio" (p. 1)

4 - "RIBOLLITA POWER"! CECCARELLI SMUTANDA IL "GIGLIO MAGICO" DI RENZIE
Dopo che l'Espresso ha rivelato che Pittibimbo si è portato dal suo paese anche il fotografo personale, Filippo Ceccarelli piazza su Repubblica un bel pezzone dei suoi: "Fotografi, amici, consigliori. Quella corte fiorentina che circonda Renzi a Roma.

L'ultimo arrivato a Palazzo Chigi è il paparazzo di Rignano. E anche le recenti nomine pubbliche portano in Toscana". E il catalogo degli amici del Paesello si chiude con Sanremo: "Proprio l'altro giorno s'è appreso che il prossimo festival di Sanremo lo presenterà Carlo Conti, che è certo un prodigio televisivo, però guarda caso è anche fiorentino, fiorentinissimo tifoso dei viola, già nel 1999 collaborava al primo libro di Renzi, da lui ha ricevuto il super-premio ‘Il fiorino d'oro' e da un po' ha anche un figlio che si chiama Matteo" (p. 11).

5 - LA SUPPOSTA NON FA SOSTA
Certo non aizzato da Marina Berlusconi, il Sole 24 Ore oggi rifila un po' di dispiaceri alla finanza elettorale di Palazzo Chigi. "Casa, cresce il conto della Tasi. Nelle città verso gli aumenti. Il conto rispetto all'Imu sale in metà dei casi. Al sicuro le abitazioni di valore più alto. Il conto pareggia solo dove le aliquote extra sono pienamente compensate da detrazioni progressive come a Bologna e Firenze" (pp. 1-3).

Come osserva Salvatore Padula, "il nodo della tassazione della casa resta un vero e proprio nervo scoperto della politica fiscale. Lo è per la complessità delle regole. Lo è soprattutto per la tendenza - che accomuna tutti gli ultimi governi - a trasformare le tasse sul mattone in una sorta di bancomat da offrire ai sindaci per compensare i tagli ai trasferimenti decisi dal centro" 8p. 1).

6 - E GUZZETTI SI AFFIDO' A MANI SANTE
Il Corriere delle banche, su certi temi, riserva sempre grandi soddisfazioni. Oggi annuncia con gioia che la fondazione Cariplo ha deciso di affidare la gestione della sua quota in Intesa Sanpaolo a Quaestio Capital Management (p. 25). Nella nostra profonda ignoranza, visto che il Corrierone non ce lo spiega, andiamo su Internet a vedere di che si tratta. A giudicare dal sito della società, ottima scelta: Quaestio Capital è presieduta dal mitico Alessandro Penati, editorialista di Repubblica e gran fustigatore delle banche e delle fondazioni bancarie. Non c'è niente da fare, il vecchio Guzzetti ne sa sempre una più del diavolo.

7 - FREE MARCHETT
Titolo da incorniciare nelle pagine economiche di Repubblica: "Eni promossa dai mercati. Gli utili calano ma non è colpa dei vertici" (p. 24). Di fronte a tanta perfezione, inutile fare commenti.

8 - ALI-TAGLIA, PRENDERE O AFFONDARE?
Trattativa Alitalia alle strette finali, tra ultimatum e ottimismi di facciata. Il Messaggero di Roma lancia l'allarme in prima pagina: "Alitalia, ultimatum di Etihad. Ecco la lettera della compagnia araba: condizioni più dure per proseguire la trattativa. Azzeramento dei debiti e un piano con tremila esuberi. Lupi: ‘Alla fine ci sarà l'accordo".

9 - ULTIME DA UN POST-PAESE
Al congresso del Sap, sindacato di polizia, cinque minuti di standing ovation agli agenti condannati per la morte di Aldrovandi. Indignazione generale, "ira del premier e di Alfano" (Corriere, p. 1), reprimende dei vertici della Polizia, giusti titoloni sui giornali e insomma, tutto come da copione.

Ma del saggio commento di Giovanni Bianconi ("Un gesto sbagliato che fa male a tutti", p. 17) ci hanno colpito queste poche righe: "Viviamo tempi difficili, dove la tenuta dei corpi dello Stato è indispensabile per evitare derive pericolose". Derive pericolose? E se invece fosse proprio la continua denuncia di non meglio precisate "derive pericolose" a garantire la tenuta dello status quo, che naturalmente è cosa ben diversa dalla tenuta dello Stato?

 

confalonieri con marina e piersilvio berlusconi MARINA E BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI CON LA FIGLIA MARINA PAOLO DEL DEBBIO jpegMATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze SACRA FAMIGLIA DI CESANO BOSCONE jpegSACRA FAMIGLIA DI CESANO BOSCONE BEPPEGRILLO GENNARO DI VIRGILIO CON CARLO CONTI federico aldrovandi RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE

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