TORNA ALEDANNO, TUTTO E’ PERDONATO! - MARINO FA SLOGGIARE BRUNO VESPA DAL TEATRO DELL’OPERA PER PIAZZARE L’ATTORE FRANCESCO SICILIANO CHE HA L’UNICO MERITO DI AVER AVERLO AIUTATO NELLA CAMPAGNA ELETTORALE! - CHE MACRO-CAZZATA IL SILURAMENTO DI PIETROMARCHI

Giovanna Vitale per "la Repubblica"

Alcuni sono in scadenza, altri hanno deciso di andarsene da soli, altri ancora verranno mandati via perché nominati dal precedente sindaco e dunque incompatibili con la linea della discontinuità proclamata dall'attuale. E dunque: via Gabriele Lavia, Bartolomeo Pietromarchi, Bruno Vespa; dentro Ninni Cutaia, Francesco Siciliano, forse Federica Pirani.

C'è aria di grandi cambiamenti ai vertici delle istituzioni culturali romane. Anche se l'attesa per il valzer di poltrone in fondazioni, teatri e aziende speciali potrebbe essere più lunga del previsto: non solo perché, al momento, l'emergenza sulla quale il sindaco Marino ha concentrato ogni sforzo è quella sul bilancio, e prima di averlo approvato non se ne parla, ma pure perché si preferirebbe aspettare - laddove è possibile - l'approvazione
della delibera che stabilisce i criteri di nomina nelle controllate.

Sebbene poi, nei corridoi del palazzo, si aggiunga sottovoce un'altra spiegazione ben più maliziosa: i rapporti tra Marino e l'assessore Flavia Barca sono ormai ai minimi termini, pare che i due non si parlino più, figurarsi sedersi intorno a un tavolo per individuare, insieme, i professionisti cui assegnare incarichi tanto delicati e complessi. «L'industria di Roma è la cultura» ama ripetere il chirurgo dem: sbagliare in questo campo è dunque vietato.

Tuttavia ci sono alcune partite che non è possibile rinviare. La prima riguarda il Teatro di Roma, ovvero l'Argentina e l'India, il cui direttore Gabriele Lavia è in uscita per la Pergola di Firenze: al suo posto il sindaco avrebbe fortissimamente voluto Alessandro Gassman, ma ha incontrato il veto del ministro della Cultura Massimo Bray, secondo il quale attori e registi (ovviamente senza alcun riferimento al caso specifico) hanno fatto solo danni alla guida dei teatri stabili e sarebbe perciò meglio scegliere un manager con esperienza specifica. L'ago della bilancia si sarebbe dunque spostato sull'ex direttore generale dell'Eti Ninni Cutaia, mentre alla presidenza dovrebbe restare Silvio Scaglia.

Altro giro, altra poltrona: il Palaexpo. L'assessore alla Cultura, viste le perdite costanti, avrebbe voluto commissariare, ma il Quirinale - da cui dipende lo spazio delle Scuderie - non ne ha voluto sapere. Risultato? Ieri la Barca ha comunicato informalmente al cda che verrà confermata la dotazione finanziaria dell'anno scorso, 11 milioni di euro, e che si andrà avanti con l'attuale direttore generale Mario De Simoni (il quale scade a dicembre, ma il Pd spinge per il suo rinnovo).

Commissariamento che invece dovrebbe scattare al Teatro dell'Opera: a dispetto dei 18 milioni versati ogni anno dal Campidoglio, ha conti perennemente in rosso e un rapporto assolutamente perverso, in confronto con gli altri lirici italiani e stranieri, tra personale amministrativo e musicisti. Il primo è infatti tre volte più numeroso dei secondi.

A sloggiare sarà perciò l'intero cda, tra cui il cui vicepresidente Bruno Vespa e i consiglieri Iole Cisnetto e Giancarlo Cremonesi. Verrà sostituto da un uomo solo: Francesco Siciliano, l'attore che si è molto impegnato nella campagna elettorale di Marino. E un commissario dovrebbe presto arrivare pure alle Biblioteche di Roma, ora dirette da un fedelissimo di Alemanno, Alessandro Voglino: si tratta di Madel Crasta, docente universitaria e segretario generale del Consorzio biblioteche e archivi culturali di Roma (Baicr), una specie di istituzione in materia.

Ultimo capitolo, forse quello più spinoso, il Macro: le quotazioni dell'ormai ex direttore Bartolomeo Pietromarchi, vissuto come espressione della precedente amministrazione, sono ormai in caduta. Salgono invece, anche per problemi di spesa, quelle di Federica Pirani, storica dell'arte alla sovrintendenza comunale, specializzata in arte contemporanea.

 

video ignazio marino belviso marino pantani sindaco foto gmt IGNAZIO MARINO CON LA MAPPA DELLA NUOVA MOBILITA SUI FORI IMPERIALI VESPA AVALLONE Bartolomeo PietromarchiFlavia Barca

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…

volodymyr zelensky vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – TRUMP HA FRETTA DI CHIUDERE LA GUERRA IN UCRAINA: OGGI HA CHIAMATO PUTIN - IL PIANO USA PER LA PACE: ZELENSKY DEVE CEDERE ALLA RUSSIA LA ZONA DI KURSK. PUTIN MANTERRÀ IL CONTROLLO DELLA CRIMEA MA SOLO UNA PARTE DEL DONBASS. LA RESTANTE ZONA ORIENTALE, ORA OCCUPATA DAI RUSSI, DIVENTERÀ UN’AREA CUSCINETTO PRESIDIATA DA FORZE DI INTERPOSIZIONE. L'INGRESSO DI KIEV NELLA NATO? NELL'IMMEDIATO E' IRREALIZZABILE. E IN FUTURO? SI VEDRA' - TRUMP INGORDO: GLI USA HANNO DATO 340 MILIARDI A KIEV MA VUOLE 500 MILIARDI IN TERRE RARE DALL'UCRAINA (DIMENTICA CHE ANCHE L'UE HA SGANCIATO 170 MILIARDI. E INFATTI ANCHE GLI EUROPEI SARANNO AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE...) 

francesco milleri andrea orcel goldman sachs

"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL LORO 2,7% DI UNICREDIT? I BENINFORMATI PUNTANO IL DITO SU GOLDMAN SACHS: LA BANCA AMERICANA E' ADVISOR DI COMMERZBANK, CHE TRA DUE GIORNI TERRÀ IL SUO “INVESTOR DAY”, E HA TUTTO L’INTERESSE A VEDER SVALUTARE IL TITOLO DELLA BANCA ITALIANA, CHE VUOLE PAPPARSELA – ORCEL TIRA DRITTO E ANNUNCIA CHE UNICREDIT "HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 5% IN GENERALI”. E NON ESCLUDE UN RILANCIO SU BPM"