mario draghi naftali bennett

CHIAMATEMI ISRAELE – MARIO DRAGHI HA CAPITO CHE GLI UNICI CHE SOLO LO STATO EBRAICO PUÒ METTERE AL TAVOLO PUTIN, E INFATTI A GERUSALEMME RINGRAZIA IL PREMIER, NAFTALI BENNET PER LO “SFORZO DI MEDIAZIONE” SULLA GUERRA IN UCRAINA – IL PRIMO MINISTRO ISRAELIANO FA IL PARA-GURU E RICORDA IL “WHATEVER IT TAKES”: “ANCHE IO FARÒ TUTTO IL NECESSARIO PER PORTARE I NOSTRI RAPPORTI A NUOVE VETTE” – SULLO SFONDO, RESTA LA QUESTIONE DEL GAS, CON GLI AMERICANI CONTRARI AL PROGETTO “EASTMED”, CHE CI RISOLVEREBBE NON POCHI GUAI…

 

 

mario draghi allo yad vashem 2

1 - UCRAINA:DRAGHI, CERCHIAMO PACE,GRAZIE A MEDIAZIONE ISRAELE

(ANSA) - "Voglio ringraziare il Governo israeliano per il suo sforzo di mediazione in questa crisi. Il Governo italiano continua a lavorare perché si giunga quanto prima a un cessate il fuoco e a negoziati di pace, nei termini che l'Ucraina riterrà accettabili". Lo ha detto il premier Mario Draghi durante le dichiarazioni con il primo ministro israeliano Naftali Bennett.

 

2 - BENNETT A DRAGHI, WHATEVER IT TAKES PER RAPPORTI A NUOVE VETTE

mario draghi naftali bennett

(ANSA) - "Entrambi abbiamo aiutato i nostri paesi a tornare alla stabilità economica e entrambi siamo determinati ad agire per il benessere dei nostri paesi". Lo ha detto il premier israeliano Naftali Bennett durante le dichiarazioni congiunte con Mario Draghi. Bennett ha quindi ricordato l'approccio "whatever it takes" di Draghi e ha aggiunto: "Anche io farò tutto il necessario per portare i rapporti tra Israele e Italia a nuove vette".

 

3 - DRAGHI IN ISRAELE: 'L'ITALIA RIGETTA OGNI FORMA DI ODIO E CERCA LA PACE'

Da www.ansa.it

 

Continua la visita del premier Mario Draghi in Israele. Prima tappa odierna è stata la visita al museo dell'Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme.

 

Ad accogliere il presidente del Consiglio c'erano il presidente di Yad Vashem Danny Dayan e il ministro della giustizia Gideon Saar.

 

mario draghi allo yad vashem 3

"Possa il silenzio di questo luogo esserci di aiuto per affrontare la violenza dei nostri tempi", ha detto il premier Mario Draghi sottolineando che "Lo Yad Vashem testimonia gli orrori della Shoah, il coraggio di chi si oppose ci ricorda il valore della memoria e la lotta all'indifferenza nel contrasto all'antisemitismo.

 

L'Italia è impegnata con forza nella difesa della dignità umana, nel rigetto di ogni forma di odio, nel rifiuto di ogni discriminazione e nella ricerca della pace".

 

Draghi ha poi incontrato il premier israeliano Naftali Bennett, "Israele è per l'Italia un paese amico, partner fondamentale, i rapporti stretti si sono consolidati negli ultimi anni", "vogliamo che la collaborazione in campo medico e scientifico prosegua e si estenda", ha detto Draghi durante le dichiarazioni congiunte con il primo ministro israeliano Naftali Bennett.

 

 

il messaggio di mario draghi allo yad vashem

"Vogliamo rafforzare ulteriormente la nostra collaborazione", ha aggiunto. "Con il primo ministro Bennett abbiamo discusso anche della guerra in Ucraina. L'Italia sostiene e continuerà a sostenere l'Ucraina e il suo desiderio di far parte dell'Europa".

 

Lo ha detto il premier Mario Draghi durante le dichiarazioni con il primo ministro Naftali Bennett. "Abbiamo discusso anche del rischio di catastrofe alimentare dovuta al blocco dei porti del Mar Nero. Dobbiamo operare con la massima urgenza dei corridoi sicuri per il trasporto del grano. Abbiamo pochissimo tempo, perché tra poche settimane il nuovo raccolto sarà pronto e potrebbe essere impossibile conservarlo". Lo ha detto il premier Mario Draghi durante le dichiarazioni con il primo ministro israeliano Bennett.

 

mario draghi allo yad vashem

L'ITALIA "ISRAELE CI AIUTI CON PUTIN" DRAGHI PUNTA SU BENNETT

Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

Per Mario Draghi il ruolo di Israele è «determinante» per blindare i negoziati tra Russia e Ucraina e dirigerli verso un vero processo di pace. Innanzitutto, perché pochi Paesi hanno un rapporto così viscerale con Mosca e con Kiev.

 

Lo dimostrano le preoccupazioni di queste ore a Gerusalemme. Il governo di Naftali Bennett si trova ad affrontare la gestione di un nuovo esodo di ebrei russi e ucraini in fuga verso Israele, compresi diversi sopravvissuti alla Shoah. Il tema è stato toccato ieri durante i colloqui di Draghi con il presidente Isaac Herzog e con il ministro degli Esteri Yair Lapid, in carica come futuro premier, se reggerà la staffetta con Bennett.

 

mario draghi in israele

Oggi il capo del governo italiano incontrerà il primo ministro. Lo farà dopo la visita allo Yad Vashem e prima di recarsi a Ramallah, in Cisgiordania, per il bilaterale con il premier palestinese Mohammad Shtayyeh. Draghi è arrivato in Israele con l'obiettivo di convincere Bennett a impugnare le trattative e attaccarsi al telefono con Vladimir Putin.

 

La diplomazia italiana crede che da qui a un mese e mezzo, comunque entro l'estate, possano crearsi le condizioni per portare il presidente russo al tavolo della pace. Putin ha grande considerazione degli israeliani e ha sempre voluto mantenere buoni rapporti, lo provano le scuse rivolte al governo di Tel Aviv dopo la gaffe del suo ministro degli Esteri Sergey Lavrov su «Hitler ebreo».

 

Subito dopo Gerusalemme, Draghi andrà a Kiev, poi lo aspettano il Consiglio europeo, il G7 in Germania, il summit Nato a Madrid e il vertice con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ad Ankara. Il fatto che la tappa in Israele avvenga prima di tutti questi incontri e a due giorni dalla trasferta a Kiev con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron - la data, tenuta segretissima, è stata anticipata ieri dalla Stampa - dà ancora più sostanza al faccia a faccia con Bennett e alle informazioni di prima mano che l'israeliano può fornire sui russi.

 

mario draghi in israele

La richiesta che Draghi ribadirà è netta: «Israele può aiutarci ad arrivare il prima possibile alla pace». Durante il discorso al Tempio italiano, dedicato alla storia di Israele, alla comunità ebraica e alla battaglia culturale contro l'antisemitismo, il premier ha ammantato di attualità un passo che richiama tutti i Paesi alla responsabilità contro la violenza di Mosca: «In momenti di crisi, di incertezza, di guerra - come quello che stiamo vivendo - è ancora più importante opporsi con fermezza all'uso politico dell'odio».

 

Al momento è la Turchia a tenere la regia dei fragili tentativi di negoziato. Quando la situazione sul campo di battaglia lo renderà possibile servirà, secondo Draghi, uno sforzo maggiore di Israele per agevolare una soluzione. È quello che chiederà anche la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Ieri è arrivata a Gerusalemme e ha alloggiato nello stesso albergo di Draghi, il King David.

mario draghi allo yad vashem

 

A questo punto non è da escludere che possa aver incrociato il presidente del Consiglio, o che lo farà oggi. Di certo la presenza di Von der Leyen rafforza la volontà dell'Europa nel coinvolgere Israele come mediatore. E di farlo sapendo anche il peso che ha Tel Aviv nel Mediterraneo. Sulla crisi del grano e la sicurezza alimentare, di cui si è parlato con Lapid, e sul gas. Sull'energia si stanno giocando equilibri geopolitici importanti. E il governo italiano non vuole farsi sfuggire nessuna opportunità. La sponda di Israele è cruciale per diversificare ulteriormente gli approvvigionamenti e accelerare l'affrancamento dal metano di Mosca.

mario draghi allo yad vashem 4

 

A Palazzo Chigi credono ormai poco o nulla al progetto Eastmed, il gasdotto che doveva attraversare le acque di Grecia e Cipro, tagliando fuori Ankara e che l'Ue aveva in carico di cofinanziare. Un tubo della discordia, non così gradito agli Usa, che divide anche la litigiosissima maggioranza del governo di Bennett. L'argomento sarà affrontato nei due bilaterali, con Draghi e con Von der Leyen. Allo studio ci sono anche altre due alternative, guardate con favore dall'Italia.

 

Entrambe originerebbero dai due ricchi giacimenti offshore di Israele. Una prevede di far passare il gasdotto dalla Turchia, e avrebbe il vantaggio di creare una partnership che non isolerebbe il presidente Erdogan. L'altra, di fattibilità più rapida e quindi più utile per l'Italia, punta a portare il gas in Egitto per poi trasferirlo liquefatto in Italia e in Europa. Ma tra le fonti diplomatiche italiane c'è chi non esclude l'ipotesi di allungare il condotto verso la rete già presente in Libia, Tunisia e Algeria.

 

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