“INDECENTI LE SANZIONI? INDECENTI SONO SOLTANTO I MASSACRI CHE VEDIAMO OGNI GIORNO” - MARIO DRAGHI MENA DURO DOPO LE ACCUSE DELLA PORTAVOCE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI RUSSO, MARIA ZAKHAROVA, CHE HA DEFINITO “INDECENTE” LA POSIZIONE DELL’ITALIA “DOPO LA SOLIDARIETÀ MOSTRATA DA MOSCA IN OCCASIONE DELLA PANDEMIA” - LE RAPPRESAGLIE DEI SOLDATI DI PUTIN INTERCETTATE DAI SERVIZI TEDESCHI, CHE DIMOSTRANO CHE BUCHA NON È STATA UN’ECCEZIONE, MA LA MANIFESTAZIONE DI UN METODO: “PRIMA INTERROGA I SOLDATI, POI SPARAGLI…” - VIDEO
"Sanzioni indecenti? Di indecente ci sono solo i massacri":
— Stasera Italia (@StaseraItalia) April 7, 2022
così Mario Draghi risponde al Ministero degli Esteri russo
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1 - SCINTILLE TRA DRAGHI E MOSCA "INDECENTI SONO I MASSACRI"
Estratto dell’articolo di Francesca Sforza per “la Stampa”
«Indecenti le sanzioni? Indecenti sono soltanto i massacri che vediamo ogni giorno». Mario Draghi ha risposto con durezza alle accuse rivolte ieri all'Italia dalla portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova, che ha definito, per l'appunto, «indecente» la posizione dell'Italia nei confronti delle sanzioni, «dopo la solidarietà mostrata da Mosca in occasione della pandemia».
Le affermazioni di Zakharova si inquadrano in una giornata in cui il Cremlino è passato alla controffensiva mediatica, mandando avanti le sue voci più riconoscibili, in un incastro di messaggi che merita di venire analizzato.
Mentre la Zakharova attaccava l'Italia (…) il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha rilasciato un'intervista video a Mark Austin di Sky News, la prima con un media occidentale.
«Stiamo vivendo giorni di "fakes and lies", falsi e bugie - ha detto in linea con quanto già detto dalla stessa Zakharova - Neghiamo con fermezza che le truppe russe abbiano qualcosa a che fare con le atrocità commesse e con quei corpi che sono stati mostrati nelle strade di Bucha». (…) «È stato un atto volto ad alleviare la tensione da quelle regioni e dimostrare che la Russia è davvero pronta a creare condizioni favorevoli per continuare i negoziati».
E di negoziati ha parlato ieri in un commento video anche il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, con l'intenzione evidentemente di spostare il fuoco dallo scenario dei massacri a quello dei tavoli di trattativa (operazione comprensibile, ma certo di difficile digestione in questi giorni). Secondo Lavrov il problema, al solito, sono gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali, «che stanno spingendo la leadership ucraina a continuare le ostilità».
(…) A cercare una soluzione realistica, di nuovo, sono scesi in campo i turchi, che ieri si sono mossi sia con i russi, sia con altri attori internazionali. In serata c'è stato un incontro tra i due ministri della difesa, il turco Akar e il russo Shoigu, dove Akar ha manifestato l'importanza di raggiungere urgentemente un cessate il fuoco per aiutare i civili e facilitare una soluzione diplomatica (finché si spara non si tratta, è una regola che vale per tutti). (...)
2 - LE RAPPRESAGLIE "CIVILI UCCISI DAI RUSSI" MA ACCUSE ANCHE AGLI UCRAINI
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”
«Ho ucciso un ciclista». La frase, buttata con indifferenza da un soldato russo ai suoi commilitoni, è stata pronunciata in una località imprecisata a nord di Kiev, e chi l'ha sentita, in registrazione, dice che è stata pronunciata con la disinvoltura di chi comunica qualcosa di ordinario, quotidiano, normale.
Il servizio di spionaggio estero tedesco, Bnd (Bundesnachrichtendienst), ha fatto ascoltare ad alcuni parlamentari della Germania le intercettazioni delle comunicazioni tra i militari russi nei territori occupati intorno a Kiev. Gli esperti dell'intelligence di Berlino hanno anche analizzato le conversazioni intercettate, localizzando i luoghi menzionati e i riferimenti fatti: pensavano che il riferimento al ciclista ucciso corrispondesse all'uomo con la bici color smeraldo colpito in via Yablonskaya di Bucha, una foto che ha fatto il giro del mondo.
Soldati ucraini ammazzano i russi 2
Ma un'indagine più approfondita ha dimostrato che queste conversazioni si sono svolte in un'altra cittadina della regione a nord della capitale ucraina, confermando così quello che già si sapeva e si temeva: Bucha non è stata un'eccezione, una combinazione unica di fattori, è stata la manifestazione di una regola.
(…) Era un metodo. «Prima interroga i soldati, poi sparagli», sono le istruzioni fornite da un comandante ai suoi sottoposti che gli riferivano di aver catturato degli ucraini. Una tecnica confermata anche da Roman Svitan, ex pilota dell'aviazione ucraina catturato e gambizzato dai russi nel Donbass nel 2014: «Si tratta di tattiche normali dei corpi speciali russi dell'esercito e dello spionaggio militare, Gru», ha raccontato alla giornalista russa in esilio Yulia Latynina.
Le fonti di Spiegel parlano di omicidi dei civili come «elemento standard dell'azione militare russa», ma anche il canale televisivo dell'esercito russo Zvezda parla senza remore di «zachistke», pulizie, rastrellamenti dei villaggi con cattura, tortura e uccisioni soprattutto degli uomini, sospettati di essere partigiani o collaborazionisti.
(…) L'intelligence tedesca conferma che a Bucha e dintorni hanno avuto un ruolo particolare i Wagner, i contractor che la Russia ha già usato in Siria e Libia, e forse anche gruppi di ceceni. Anche la popolazione locale ha riferito ai giornalisti che le violenze sono diventate più atroci con l'uscita da Bucha dei «soldati giovani» e l'arrivo di reparti professionisti, incaricati di reprimere qualunque resistenza e terrorizzare gli abitanti.
Una «messinscena» e una «provocazione», insistono contro ogni evidenza le autorità di Mosca, che invece chiedono indagini sul filmato in cui si vedono i militari ucraini (per la precisione, la «legione georgiana» dei volontari dal Caucaso) giustiziare dei militari russi, che chiamano «orchi» e «mostri». Il New York Times ha verificato il video come autentico, e il consigliere della presidenza ucraina Mikhailo Podolyak, uno dei negoziatori con la Russia, non ha negato la responsabilità, promettendo un'indagine: «L'escalation dell'odio sta portando anche a violare le regole della guerra, puniremo i responsabili».
Maria Zakharova portavoce esteri RussiaSoldati ucraini ammazzano i russiUCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI IN UNA BANCAUCRAINA - SACCHEGGI DEI SOLDATI RUSSI