LEGA CONTRO LEGA - MARONI NON VUOLE SAPERNE DELLA PRESIDENZA DEL COPASIR E ARRIVA A DAR RAGIONE A D’ALEMA: QUELLA CHE SOSTIENE MONTI, “NON È UNA VERA MAGGIORANZA POLITICA, PER CUI NULLA È DOVUTO ALL´OPPOSIZIONE”. ALTRIMENTI IL CARROCCIO DOVREBBE ESPRIMERE CINQUE MEMBRI SU DIECI - BOBO PUNTA ALLA PRESIDENZA DEL GRUPPO DI MONTECITORIO IN MANO AL “CERCHIO MAGICO” (ECCO PERCHÉ REGUZZONI E BRICOLO VOLEVANO SPEDIRLO IN COMMISSIONE) - INTANTO TREMONTI (CHE AVEVA SMENTITO GIÀ) TORNA A CHIEDERE LA TESSERA LEGHISTA…
1 - MARONI: "AL COPASIR NON CI VADO E LA LEGA MOLLI LE PRESIDENZE"
Rodolfo Sala per "la Repubblica"
Niente Copasir per Roberto Maroni: «Non ci penso neppure». Di più: dipendesse da lui la Lega dovrebbe pure rinunciare alle presidenze delle commissioni parlamentari che già occupa (cinque in tutto tra Camera e Senato) come partito della maggioranza che fu: «Ora siamo all´opposizione, e in questo ruolo è meglio tenerci le mani libere».
Con questa posizione netta l´ex ministro dell´Interno si presenta oggi in via Bellerio, dove nel pomeriggio è convocata la segreteria politica del Carroccio, la prima dopo il varo del governo Monti. All´ordine del giorno, tra l´altro, c´è proprio la questione spinosa delle presidenze di commissione, sulla quale nel movimento si registrano posizioni diverse.
Maroni fa sapere di non aver chiesto nulla, né per sé per il partito che rappresenta. E trova addirittura ragionevole, al netto di qualche «strumentalismo» di troppo, quel che sostengono gli esponenti del centrosinistra a proposito della redistribuzione degli incarichi parlamentari che deve seguire al mutato quadro politico. In cima a tutto c´è la presidenza del Copasir, comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, organismo bicamerale la cui guida spetta per legge all´opposizione.
Dopo l´insediamento di Monti, il presidente Massimo D´Alema ha rimesso l´incarico, e nella Lega qualcuno si è subito affrettato a reclamare quella poltrona. Per la materia trattata dal Copasir, si era fatto il nome dell´ex ministro dell´Interno, e a farlo erano stati i capigruppo di Camera e Senato, Reguzzoni e Bricolo. Con grande allarme dell´ala maroniana, maggioritaria nei gruppi parlamentari, che ha subito visto in questa investitura il tentativo di bloccare la corsa di "Bobo" verso la presidenza del gruppo a Montecitorio.
Adesso è il diretto interessato a gettare secchiate d´acqua gelida su un´ipotesi che non ha mai condiviso. Perché, ha confidato ai suoi amici, la maggioranza che sostiene l´esecutivo Monti, «non è una vera maggioranza politica, per cui nulla è dovuto all´opposizione». Se così non fosse, è il ragionamento di Maroni che in questo dà ragione a D´Alema, la Lega nel Copasir dovrebbe esprimere cinque membri su dieci, «e questo non va bene». In ogni caso lui non è «per nulla interessato» a quella poltrona.
Poi c´è il problema delle cinque presidenze di commissione che il Carroccio occupa nei due rami del Parlamento. Anche su questo Maroni ha le sue idee: «à il momento della chiarezza e della coerenza, noi siamo il secondo Polo, essendo il primo rappresentato da tutti gli altri, ed è meglio tenersi fuori da tutto, per non correre il rischio di rimanere imbrigliati».
Deciderà Bossi. Al quale, tra l´altro, Tremonti in questi giorni è tornato a chiedere la tessera della Lega. Anche se i colonnelli - tutti quanti - di offrire «asilo politico a Giulio», come dicono, non ne vogliono proprio sapere.
2 - SOTTOSEGRETARI, IL PREMIER CONGELA TUTTO PRIMA I PARTITI DEVONO TROVARE UN ACCORDO
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"
[... ] Lo scontro nel frattempo si sposta anche sulle commissioni parlamentari. La Lega, unica opposizione, rivendica quelle di garanzia: Copasir (D´Alema) e Vigilanza Rai (Zavoli). Il fatto è che gli uomini di Bossi vorrebbero tenersi anche quelle che già deteneva in maggioranza. Quattro: Bilancio, Esteri, Attività produttive e Ambiente alla Camera, e Politiche Ue al Senato. D´Alema ha già messo a disposizione la sua presidenza. Ma il Pd con Rosy Bindi detta le condizioni. «La Lega decida se essere di lotta o di governo: se vuole il Comitato di controllo sui servizi, rinunci alla presidenza delle altre».
ROBERTO MARONI FEDERICO BRICOLO MARCO REGUZZONI DAlema Monti MARIO MONTI GIULIO TREMONTI