matteo salvini giorgia meloni solinas sardegna

“SE VUOI STRAPPARE PER SOLINAS FAI PURE” – MARTEDÌ, DURANTE IL FACCIA A FACCIA A PALAZZO CHIGI, GIORGIA MELONI HA MESSO AL MURO MATTEO SALVINI: “NOI IN SARDEGNA ANDIAMO SU PAOLO TRUZZU. TI PRENDI TU LA RESPONSABILITÀ DI ROMPERE LA COALIZIONE PRIMA DELLE EUROPEE”. LÌ IL “CAPITONE” HA CAPITO DI DOVER RINCULARE, COMPLICI LE INDAGINI PER CORRUZIONE– LE TENSIONI CON FEDRIGA E ZAIA

Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

giorgia meloni matteo salvini atreju

Giorgia Meloni è in modalità combat. Sapeva che la prova di forza per rovesciare i vecchi equilibri a destra, prima o poi, sarebbe stata necessaria. Dunque meglio cominciare subito, con questa tornata di Regionali.

 

Per via della Scrofa, Matteo Salvini dall’inizio non aveva altra strada che questa: ingoiare il rospo. La premier l’ha fatto presente al suo vice già martedì, durante il faccia a faccia a Palazzo Chigi: «Noi in Sardegna andiamo su Paolo Truzzu. Se vuoi strappare per sostenere Solinas fai pure, ti prendi tu la responsabilità di rompere la coalizione prima delle Europee».

 

paolo truzzu 1

E Salvini lì ha capito che non c’era più margine. Il vice-premier è lo sconfitto di questa mano di nomine. Si mostra «generoso» verso il centrodestra, ma poi fa chiedere ai suoi di rimettere in discussione la Basilicata. Non tanto per incassarla in quota Lega, ma più per sottrarla a Forza Italia, che difende l’uscente Vito Bardi, fedelissimo di Antonio Tajani. Della serie: mal comune, mezzo gaudio. Il partito di Meloni un po’ asseconda questa richiesta, facendo capire che FdI potrebbe indicare un civico, un po’ cerca di tenere buoni gli azzurri, alleati nel «no» al terzo mandato per i governatori.

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

La premier nelle ultime 24 ore ha risentito entrambi i vice. Ma separatamente. La telefonata con Salvini non è stata un successo, se subito dopo FdI ha fatto trapelare che sarebbe stata ritirata dal decreto sull’Election day […] la parte che sdogana il terzo mandato per i sindaci dei piccoli Comuni, sotto i 15mila abitanti.

 

Salvini ha fatto presente che la Lega intende insistere su questa battaglia. Dunque il decreto […] per la maggioranza sarebbe diventato un Vietnam: i salviniani avrebbero provato tramite emendamento a far saltare il limite dei residenti, allargando la norma alle città.

 

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

Un provvedimento “apripista” per i presidenti di Regione. Che FdI non vuole, come fa intuire il capogruppo Tommaso Foti: «Stiamo ragionando se mettere il limite dei due mandati perfino al premier…». Salvini è costretto a battere su questo chiodo un po’ per far vedere che il match non è chiuso (e che non l’ha perso). Un po’ perché Luca Zaia vuole sapere che ne sarà della sua ricandidatura.

 

Sono i governatori del Nord il grande cruccio del vice-premier. Aveva chiesto a tutti e tre – il friulano Max Fedriga, il veneto Zaia e il lombardo Attilio Fontana – di candidarsi alle Europee. Ma gli interessati non ci pensano proprio.

 

ROBERTO VANNACCI SI TUFFA IL PRIMO GENNAIO A VIAREGGIO

Fedriga l’ha già ripetuto un paio di volte in chiaro: «Non mi candido. Salvini non me l’ha chiesto». Anche se nel “federale” della Lega di lunedì se n’è discusso, eccome. Fedriga ieri ha preso in qualche modo le distanze pure da Roberto Vannacci, il generale su cui Salvini punta come frontman per la corsa verso Bruxelles: «È sbagliato dire che i gay non sono normali», le parole di Fedriga.

 

Per cui va benissimo candidare «persone che possano portare visibilità» alla Lega ma «dobbiamo anche seguire una linea politica coerente». Negli stessi minuti Zaia tornava sulla legge sul fine vita cassata nel suo Veneto, con mezzo partito, l’ala salviniana, che ha votato contro: «Se da un lato Salvini ha detto che lui avrebbe votato no, il segretario regionale della Lega, il deputato Stefani, ha detto che avrebbe votato sì».

 

zaia salvini

Il clima è questo a via Bellerio, che un tempo era una caserma. Le fibrillazioni cominciano a venire a galla, trailer di quello che potrebbe andare in onda dopo le Europee, se il partito sarà lontano dall’8,8% delle Politiche (Fedriga ieri sperava di scavallare addirittura il 10%).

 

Da qui al voto, a Salvini non resta che cercare di ottenere qualcosa, dopo l’amarezza per la Sardegna e quella probabile sul terzo mandato. Ma dove? Una pista porta alle nomine dei prossimi mesi: difficile Anas, causa inchiesta sui Verdini. Ma sono in ballo anche i vertici di Ferrovie e Cdp. E la Rai, in cui, non è un mistero, il capo della Lega ha un buon rapporto con l’ad Roberto Sergio, contraltare del dg iper-meloniano Giampaolo Rossi, in odore di promozione.

 

MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS

Intanto dal Parlamento arrivano segnali: ieri il capogruppo leghista, Riccardo Molinari, ha fatto approvare nella commissione Cultura di Montecitorio una proposta di legge sull’azionariato popolare nello sport, su cui il ministro meloniano Andrea Abodi aveva dato parere negativo. FdI riduce tutto a «dialettica parlamentare», ma il sospetto di una prima ritorsione resta. Terreno scivoloso, perché nelle prossime settimane saranno calendarizzati voti delicati: lunedì alla Camera la mozione di sfiducia per Vittorio Sgarbi, che FdI vuole blindare nonostante sia indagato per riciclaggio di beni rubati. […]

meloni fitto salviniGIORGIA MELONI E MATTEO SALVINICHRISTIAN SOLINAS - MATTEO SALVINI matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHOmatteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…