MASSIMO CACCIARI IMPALLINA GIORGIA MELONI: “LA SOLA LEADER EUROPEA PRESENTE AL CAMPIDOGLIO DI WASHINGTON È COLEI CHE CON ASTUTO DISINCANTO È PRONTA A DICHIARARSI D’ACCORDO CON I SUOI OCCUPANTI CHIUNQUE ESSI SIANO E QUALUNQUE COSA FACCIANO. NÉ CERTO RAPPRESENTERÀ MAI UNA LEADERSHIP CAPACE DI GUIDARE IL PROCESSO DI RIFORME NECESSARIE PER RILANCIARE L’IDEA DI UN’EUROPA AUTONOMA E POLITICAMENTE UNITA” – LA TECNO-DESTRA CHE VUOLE DOMINARE IL MONDO E IL RUOLO, CRUCIALE, DI TRUMP: “QUESTA NUOVA ÉLITE HA ANCORA BISOGNO DI UN POLITICO CHE RENDA IL CONTESTO SOCIALE COERENTE ALLA PROPRIA NATURA, FAVOREVOLE AL PROPRIO SUCCESSO…”
Estratto dell’articolo di Massimo Cacciari per “La Stampa”
massimo cacciari a otto e mezzo 6
I rappresentanti del continente culla del Politico in quanto forma dell’agire umano autonoma da arte, etica, religione non furono dunque invitati o preferirono non andare sulla collina del Campidoglio di Washington dominante ancora le nostre vite.
L’Europa che teme per il proprio export, ma non sa darsi una politica di difesa comune, che non riesce né a prevenire né a contenere le guerre civili al suo interno, ma è prodiga nel celebrare anniversari di vittoria contro i totalitarismi dell’altro millennio, l’Europa ormai forse in irrecuperabile ritardo nel campo della ricerca e innovazione guarda da sempre più da lontano le trasformazioni in atto nell’unica capitale dell’Occidente e di conseguenza negli equilibri internazionali.
DONALD TRUMP ACCOGLIE GIORGIA MELONI A MAR-A-LAGO
La sola leader europea presente sul Campidoglio è colei che con astuto disincanto è pronta a dichiararsi d’accordo con i suoi occupanti chiunque essi siano e qualunque cosa facciano. Né certo rappresenterà mai una leadership capace di guidare il processo di riforme necessarie per rilanciare l’idea di un’Europa autonoma e politicamente unita.
La scena del Campidoglio americano ha rivelato una nuova forma dell’élite dominante. Derubricarne il significato a qualche gesto folkloristico, a qualche battuta politicamente non corretta, è l’ennesima prova di quanto le tradizionali culture democratiche occidentali siano rimaste spiazzate dalla rivoluzione tecnologico-culturale in atto.
Il loro orizzonte rimane quello di un capitalismo «domestico», ovvero addomesticabile a un’etica di «bene comune», a esigenze nazional-locali di «equa» distribuzione della ricchezza. Era un sistema economico-produttivo obbligato a cercare l’accordo con grandi masse di forza-lavoro sindacalmente organizzate.
mark zuckerberg lauren sanchez jeff bezos sundar pichai elon musk foto lapresse
La mediazione politica diventava allora necessaria e non poteva che svolgersi in relativa autonomia rispetto alle parti in conflitto. La storia delle democrazie del dopoguerra è la storia di questo difficile gioco. Il capitalismo globale ne ha mutato forma e funzioni, anche se certo tale metamorfosi era iscritta ab origine nelle sue potenzialità.
[…]
Le nuove élite che l’hanno promosso e lo governano non hanno culturalmente più nulla a che fare con le forme di etica borghese che ancora informavano di sé il capitalismo fino ai decenni «socialdemocratici» successivi alla guerra mondiale. La loro idea di sviluppo è incontenibile, insofferente di ogni regolamentazione che non provenga dal loro stesso interno.
VIGNETTA SU ELON MUSK E DONALD TRUMP
Ogni orizzonte vale soltanto per essere oltrepassato. Il successo costituisce l’unica misura – e di successi occorre essere insaziabili. L’accelerazione dello sviluppo comporta necessariamente la creazione di sempre nuovi bisogni, e per questo l’efficacia dell’informazione e comunicazione, il governo del loro sistema, risultano essenziali.
[…] La stessa fantasia deve diventare un prodotto, là dove è l’intelligenza artificiale che detta oggi al giovane la sua poesia d’amore.
Questa nuova èlite si è auto-rappresentata sulla cima del Campidoglio per l’investitura di Trump. I singoli personaggi non contano. Come nelle antiche tragedie è il destino a calcare la scena.
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - MEME BY EDOARDO BARALDI
I vari Musk non vogliono esprimere che il dominio di un sistema di cui è Re assoluto l’anonima legge dell’indefinito sviluppo. A essa, non più a padroni in carne e ossa, dobbiamo convincerci di dovere obbedienza. E come rifiutare un ordine che sembra il prodotto di un calcolo razionale, che si presenta con l’obbiettività di una legge di natura?
È il regno della Macchina intelligente, l’epoca della Macchina «spirituale». Non più soltanto straordinaria capacità calcolatoria, ma intelligenza universale che prevede e indirizza. Non più robot al nostro servizio, ma autentiche guide volte a ridurre la specificità e complessità delle singole intelligenze naturali verso comportamenti e pensieri comuni.
Questa nuova élite ha però ancora bisogno di un Politico che renda il contesto sociale coerente alla propria natura, favorevole al proprio successo. È sempre più funzione di supporto, polizia più che politica.
[…]
Che oggi le due dimensioni appaiano perfettamente accordate dipende da ragioni storiche, dal crollo di ogni pensiero critico nei confronti dei nuovi signori del Campidoglio, dal carattere semplicemente reazionario che ha finito con l’assumere la nostra difesa della democrazia.
Un pensiero critico senza nostalgie né rimpianti comprende la straordinaria potenza della nuova élite, ma si interroga praticamente se siano riducibile al suo ordine la ricchezza e la creatività dell’intelletto di ricercatori e scienziati. Un pensiero critico comprende bene l’energia che si sprigiona dall’insaziabile appetito dei Musk, ma sa anche l’impotenza che fisiologicamente lo minaccia.
jeff bezos - sundar pichai - elon musk - inauguration day di donald trump
O, meglio, la contraddizione di fondo che lo caratterizza: mirare a una forma universale di dominio, a una sorta di Stato mondiale, e doversi a un tempo affidare alle politiche identitarie-sicuritarie dei Trump per garantire la propria attuale egemonia. La rupe del Campidoglio traballa e si ricorre ancora a arcaiche ideologie per sostenerla. Non sarà l’Intelligenza artificiale, temo, a insegnarci come rifondarla
Elon musk e Jeff Bezos E Lauren Sanchez la reazione di elon musk quando donald trump annuncia che vuole mandare gli astronauti su marte 5sundar pichai elon musk cerimonia di giuramento di donald trump foto lapresse elon musk alla rotonda del campidoglio per il giuramento di trump foto lapresse IL SALUTO ROMANO DI ELON MUSK ALLA PARATA PER TRUMP - CAPITOL ONE ARENA - WASHINGTONelon musk alla rotonda del campidoglio per il giuramento di trump foto lapresse trump musk elon musk alla rotonda del campidoglio per il giuramento di trump foto lapresse mark zuckerberg - lauren sanchez - jeff bezos - sundar pichai - elon musk - inauguration day di donald trump mark zuckerberg - lauren sanchez - jeff bezos - sundar pichai elon musk al giuramento di trumpElon musk e Jeff Bezos E Lauren Sanchez DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI NELLA LOGGIA NERA - MEME BY EDOARDO BARALDI