meloni mattarella

“IL PREMIERATO DIVENTERÀ UN OTTIMO STRUMENTO SIA PER TENTARE DI COMPATTARE O ZITTIRE UNA MAGGIORANZA LITIGIOSA SIA PER DARSI UN OBIETTIVO ‘POPOLARE’ VISTO CHE IL GOVERNO NON STA RIUSCENDO A OFFRIRNE MOLTI” - MASSIMO FRANCO: “GIORGIA MELONI È STATA ATTENTA A PRECISARE CHE NON VUOLE INTACCARE I POTERI DEL CAPO DELLO STATO: SEBBENE TUTTI SAPPIANO CHE LA RIFORMA LI TOCCHERÀ, RIDUCENDOLI E COSTRINGENDO A UNA REVISIONE DEGLI EQUILIBRI COSTITUZIONALI. È UNA CAUTELA PER NON SPAVENTARE UN'OPINIONE PUBBLICA CONVINTA CHE IL QUIRINALE RESTA UN GARANTE INDISPENSABILE”

Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI SERGIO MATTARELLA

La cultura del potere verticale cara soprattutto alla destra adesso ha un obiettivo sul quale puntare. La riforma che prevede l'elezione diretta del capo del governo è scritta nel programma del partito di Giorgia Meloni. E dunque non deve sorprendere che la premier cerchi di metterla in pratica. […] di «presidenzialismo» […] si parlò dai tempi della Prima Repubblica, col socialista Bettino Craxi. E dopo la fine della Guerra fredda, a rilanciarla è stato fin dall'inizio Silvio Berlusconi. […] La premesse era, e in parte rimane, che chi ha vinto deve governare senza ostacoli e complotti dei «nemici».

 

sergio mattarella e giorgia meloni alla scuola nazionale dell amministrazione 1

Anche per questo Meloni farà quanto è in suo potere per raggiungere il risultato; o almeno per mostrarsi decisa a conseguirlo. Da venerdì, quando i cinque articoli del testo approderanno in Consiglio dei ministri, inizierà una lunga marcia. Potrebbe portare un'approvazione in Parlamento, prospettive al momento assai complicate, o un referendum. Ma nel frattempo diventerà un ottimo strumento sia per tentare di compattare o zittire una maggioranza litigiosa […] sia per darsi un obiettivo «popolare».

 

Il governo non sta riuscendo a offrirne molti. La svolta coincide col voto del 25 settembre del 2022 deve fare i conti con una situazione economica e internazionale preoccupante. Fare credere che cambiando una Costituzione presentata come datata le cose miglioreranno è una tesi suggestiva. Eppure i problemi finora sono stati politici e interni alla coalizione, non istituzionali […]

 

sergio mattarella giorgia meloni

Al di là dell'enfasi d'ufficio […] è stata attenta a precisare che non vuole intaccare i poteri del capo dello Stato: sebbene tutti sappiano che la riforma li toccherà, riducendoli e costringendo a una revisione degli equilibri costituzionali. È una cautela figlia della volontà di non spaventare un'opinione pubblica convinta che il Quirinale resta un garante indispensabile. Per ora l'importante è partire: come minimo, «il premier scelto dai cittadini» sarà un tema da usare alle elezioni: alleati permettendo.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA