
MATTARELLA, SALVACI TU! MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE IN FRANTUMI SUL PIANO DI RIARMO DI URSULA – SORGI: "DAI CINQUE MAGGIORI LEADER, TRE DI MAGGIORANZA (MELONI, TAJANI E SALVINI) E DUE D’OPPOSIZIONE (SCHLEIN E CONTE), EMERGONO CINQUE POSIZIONI DIVERSE, DIFFICILMENTE CONCILIABILI. EPPURE C’È STATO UN LUNGO PERIODO IN CUI LA SERIETÀ DI UN PAESE SI MISURAVA SULLA NECESSARIA UNITÀ IN POLITICA ESTERA. ALTRI TEMPI. SE NON CI FOSSE MATTARELLA, DAL GIAPPONE, PARLANDO AD HIROSHIMA DAVANTI AI SUPERSTITI DELLE BOMBE ATOMICHE DEL 1945, A CONDANNARE TUTTI PER LA SUPERFICIALITÀ CON CUI IN QUESTI GIORNI STANNO SCHERZANDO CON IL FUOCO, CI SAREBBE DA DISPERARSI…
Marcello Sorgi per la Stampa - Estratti
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sergio mattarella a hiroshima - 1
Meloni a Bruxelles ha dato un «sì» con riserve al piano di riarmo europeo di Von der Leyen: lo approva ma a condizione che sia sottomesso alla Nato e, in caso di pace e successiva formazione di una forza multinazionale di interposizione, anche all’Onu. Tajani approva il progetto di VdL senza condizioni e nega che il governo abbia posto dei paletti: «Altrimenti io non ci starei». Salvini disapprova del tutto le decisioni prese a Bruxelles e si affida in tutto e per tutto a Trump.
Schlein non condivide che si parli di «riarmo», termine chiaramente scelto per opporlo a Putin, e preferirebbe che si tornasse al concetto di «difesa comune». Conte si oppone fieramente a nuovi investimenti in armi, tra l’altro fatti a debito, ed esprime totale sfiducia nell’Unione europea.
sergio mattarella a hiroshima - 2
In sostanza, dai cinque maggiori leader, tre di maggioranza e due d’opposizione, emergono cinque posizioni diverse, difficilmente conciliabili. E il guaio è che le prime tre dovrebbero convivere in un governo dal quale, in un momento assai delicato come questo - in cui l’Europa deve far fronte al monito di Trump di prepararsi ad assumersi in prima persona la difesa del proprio territorio, fin qui garantita per oltre settant’anni dall’alleanza con gli Usa - i partner dell’Unione si aspettano risposte chiare. Ma non le avranno. I calcoli dei leader italiani sono essenzialmente legati al rischio, tutto interno, che avvertono, che un’opinione pubblica labile e preoccupata per quanto sta avvenendo, possa avere reazioni imprevedibili di fronte all’ipotesi di impegnare i soldati italiani sul confine ancora caldo tra Ucraina e Russia.
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Eppure c’è stato un lungo periodo - non era neppure tanto tempo fa - in cui la serietà di un Paese si misurava sulla necessaria unità in politica estera. Altri tempi. Se non ci fosse Mattarella, dal Giappone, parlando ad Hiroshima davanti ai superstiti delle bombe atomiche del 1945, a condannare tutti, ma proprio a tutti, per la superficialità con cui proprio in questi giorni stanno scherzando con il fuoco, ci sarebbe veramente da disperarsi.
SERGIO MATTARELLA WRESTLER CONTRO DONALD TRUMP E PUTIN - IMMAGINE CREATA CON L INTELLIGENZA ARTIFICIALE DI GROK
sergio mattarella in giappone 2
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
SCHLEIN, CONTE, BONELLI, FRATOIANNI
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE
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