"LA DESTRA È MAGGIORANZA, SUL QUIRINALE SI TRATTA ANCHE CON LORO" - MATTEO RENZI SI TOGLIE I SASSOLONI DALLE SCARPE: "I CINQUESTELLE SONO MORTI, PERÒ NON LO SANNO. DDL ZAN? SE VIENE AFFOSSATA SARÀ COLPA DI CHI PREFERISCE AVERE BANDIERINE DA OSTENTARE - LETTA? MI PIANGE IL CUORE VEDERE TANTI SENATORI DEL PD TACERE IN PUBBLICO E LAMENTARSI IN PRIVATO. SE IL PD VUOLE SEGUIRE FEDEZ, PREGO. IL MIO GIUDIZIO SU CONTE? ERA CONDIVISO, VEDO CHE L’HA DETTO ANCHE GRILLO CHE È UN INCAPACE - FRANCESCHINI MI DISSE: NON SAI COSA TI STANNO PREPARANDO CONTRO, TI MASSACRERANNO ANCHE SUL PERSONALE…"

Alessandro De Angelis per https://www.huffingtonpost.it

 

MATTEO RENZI ENRICO LETTA MEME

Matteo Renzi, dica una parola chiara. Ormai è chiaro che il ddl Zan resterà così come è. Come voterà in Aula sugli emendamenti?

La cosa chiara è che, grazie a noi, il ddl Zan smette di essere discusso su Instagram e va dove deve stare: in Aula. Detto questo, spero sempre che ci sia un sussulto di saggezza perché l’ostruzionismo da un lato e l’ideologismo dall’altro rischiano di far saltare il provvedimento. Noi fino all’ultimo lavoreremo con pazienza affinché la politica faccia il suo mestiere. La politica, non i like su instagram. Dico: c’è ancora tempo, non sprechiamolo.

 

Non mi ha risposto.

ddl zan

Ma secondo lei, se avessi voluto affossare la legge nel voto segreto, avrei fatto tutto questo cinema?

 

Perché no?

De Angelis, lei conosce il Parlamento molto bene, conosce anche in quanti sono in dissenso nel Pd e non lo dicono, sa meglio di me che nel voto segreto questa legge non passa. Se stai andando a sbattere contro un muro, chi ti vuole bene prova a fermarti. Chi ti odia, ti lascia andare. Io sto prendendo insulti per aver segnalato un problema che è il segreto di Pulcinella, ma che solo noi abbiamo il coraggio di porre a viso aperto. Ma comunque sa che le dico?

 

andrea orlando foto di bacco(5)

Che cosa?

Che siccome mi sono stufato di ricevere lezioni su come funziona il Parlamento da chi immagina di sostituirlo con le dirette facebook, martedì in Aula intervengo io sulle pregiudiziali.

 

Per dire?

Che non ci sono più margini per continuare a prenderci in giro. Siamo a un passo da una legge che tutela centinaia di ragazzi omosessuali e che possono avere delle tutele maggiori. Io dico “facciamo” un accordo su quei punti più divisivi, e ci rispondono con odio e scatenando le campagne d’odio. Mai vista una legge contro l’odio che si vorrebbe imporre odiando chi chiede di parlarne.

fedez contro matteo renzi 1

 

Le giro l’accusa: lei sta facendo il gioco della destra.

Considerazione ideologica è ridicola. Se sui diritti approviamo una legge tutti insieme, è un bene. L’altro giorno Ostellari ha fatto una proposta avanzata rispetto a quella iniziale della Lega, chi lo nega non sa cosa sia il confronto. Ma perché, invece di trovare un accordo ampio su questi temi e scrivere una bella pagina del Parlamento alla luce del sole, bisogna andare alla roulette russa del voto segreto? Possiamo vincere 3-0 e vogliamo andare a rischiare tutto ai rigori?

nicola latorre, denis verdini luca lotti

 

Renzi, nel trascrivere questa conversazione, non so come renderne lo spirito. Lei si sta letteralmente sfogando.

Sì. Invecchiando non sopporto più l’ipocrisia. Sui diritti non prendo lezioni da chi cinque anni fa mi fece mettere la fiducia e votò contro. Io so quanto ho pagata la scelta di mettere la fiducia, quante critiche, quante polemiche. Dico agli amici del Pd, ve lo ricordate quando quella legge passò grazie ai voti di Alfano e Verdini, mica quelli di Di Maio e Di Battista? Ci sono tante perplessità.

LA STRETTA DI MANO TRA ENRICO LETTA E MATTEO RENZI

 

A partire dal Vaticano, dice lei.

Non solo della Cei, ma anche di Arcilesbica, della Bonino, di Se non ora quando, di tutti quelli che alla buvette mi danno ragione e tacciono per disciplina di partito. Ma come si fa a non capire che conviene a tutti mediare?

 

Se il ddl Zan sarà affossato, lei sarà il principale indiziato, anche perché ancora non mi ha detto come voterà sugli emendamenti.

Noi voteremo come alla Camera, lo sa. Ma se viene affossata sarà colpa di chi non si è preoccupato dei diritti da allargare, ma preferisce avere bandierine da ostentare. Non mi interessa quello che diranno. Sono in una fase della mia vita in cui faccio battaglie a viso aperto perché non ho niente da perdere. Ero da solo contro Conte sei mesi fa, sono andato “controcorrente” come scrivo nel mio libro e ora c’è Draghi.

 

renzi conte

Dice Orlando: basta giochetti, è l’ora della responsabilità. Insomma, di dire da che parte stare.

Orlando a me? Dovrebbe dirci lui da che parte stare. Mi ricorda quando diceva “Conte o morte” e “mai al Governo con la Lega” nemmeno se a guidarlo ci fosse Superman. È uomo di nobili principi: lo hanno fatto ministro e ha cambiato idea. Con Berlusconi faceva il ministro all’Ambiente, con Alfano alla Giustizia, con Salvini al Lavoro: però ha sempre la faccia di uno che lo fa controvoglia. Sembra che glielo abbia imposto il medico di stare sempre aggrappato a un dicastero. Quando c’era il Pci facevano corsi di formazione politica seria.

 

La sensazione è che su questo terreno si gioca l’ennesima tappa del dualismo tra lei e Letta. Lei vuole dare un colpo a Letta e Letta, dopo che ha parlato lei, non prende in considerazione l’idea di un compromesso.

matteo renzi enrico letta

Neanche per idea. Mi piange il cuore vedere tanti senatori del Pd tacere in pubblico e lamentarsi in privato. De Angelis, come si diceva una volta, il problema è politico. Se il Pd vuole seguire Fedez, prego: io me lo ricordo quando attaccava Napolitano o faceva canzoni omofobe. Se il Pd vuole abbandonare il riformismo per il sondaggismo, auguri: faranno velocemente accordi con Casalino. 

 

Eppure su Letta, non mi ha convinto.

Letta, ai tempi della scorsa crisi di Governo, disse che io portavo l’Italia a essere “pizza e mandolino”. È arrivato Draghi. Non so che fine ha fatto il mandolino, ma so che avevamo ragione noi e non Letta. Come abbiamo ragione a mettere in guardia sul ddl Zan.

 

cosimo ferri 2

Cosa risponde a chi dice che sta flirtando con il centrodestra oggi in vista del Quirinale? Cioè che si prepara a eleggere con Salvini il prossimo capo dello Stato.

Approfitto della ruvida schiettezza che c’è tra noi, per rispondere chiaro a questa idiozia. 

 

Prego, con ruvidezza però.

Chi dice certe cose non capisce nulla di matematica, prima ancora che di politica. La platea per l’elezione del capo dello Stato è di circa mille persone. Il centrodestra ha il 45 per cento. Non è la legge Zan che prevede il ruolo del centrodestra, è la matematica. Nel 2015, 2013, 2006, 1999 la sinistra aveva la maggioranza relativa, come la Dc fino al 1992. Nel 2022 per la prima volta nella storia la destra avrà la maggioranza relativa. Non siamo noi che coinvolgiamo la destra: la destra unita è maggioranza relativa, quasi assoluta.

RENZI E LETTA

 

Sulla giustizia è d’accordo con i referendum di Salvini, a partire dalla separazione delle carriere?

Ho detto che preferisco le riforme in Parlamento, altrimenti può essere un utile stimolo. Parliamoci chiaro, è stato creato uno scandalo ad hoc sulla vicenda Csm, ma….

 

Eh no, la interrompo: non è stato creato, è oggettivo.  Le devo ricordare gli incontri di Luca Lotti e Cosimo Ferri con Luca Palamara?

luca lotti foto di bacco (1)

Eh no lo dico io. A parte il sottoscritto, le cene le facevano tutti, non solo quei tre. Sembra che fossero gli unici, ma se vogliamo essere sinceri facciamo l’elenco di tutte le cene di quegli anni. Non c’era settimana in cui Legnini non fosse protagonista di qualche salotto. Ed Ermini come viene scelto, secondo lei? Mica per curriculum, ma come frutto degli accordi di quelle cene. Fanno finta tutti di essere mammolette, ma la verità è molto diversa. E nel libro ho iniziato a parlarne, denunciando l’ipocrisia di chi racconta cose solo in parte. Comunque io sono per il sorteggio al Csm, che è l’unica cosa che fa paura alle correnti, questa è la questione vera.

 

GIOVANNI LEGNINI LUCA PALAMARA

Lei dice che aveva ragione su Draghi e ora sul ddl Zan. Ma come si spiega che il suo potere di interdizione da Ghino di Tacco, tutto parlamentare, non si traduce in consensi nel paese? Perché non fa questa riflessione?

Lei solleva un tema vero, anche se va visto alle elezioni e non nei sondaggi, ma comunque il tema del consenso esiste. Mi pare significativo che il popolo della sinistra - istigato da una lunga serie di notizie su di me false - preferisca a me la Meloni o chi scatena campagne d’odio. Pero le confesso che sono in una fase in cui non seguo i sondaggi: preferisco rivendicare la competenza, rispetto alla piacioneria, la verità alla popolarità dei fatti.

 

Sono più volte che nomina la parola “odio”. Si sente odiato? E chi è il mandante?

boschi renzi

Nel mio libro racconto molte cose: le diffamazioni, le tante indagini in cui sono coinvolto in modo clamoroso, le polemiche politiche. Controcorrente per me è l’occasione per togliermi qualche sassolino. Racconto anche di un colloquio con Dario Franceschini, di quelli che umanamente restano. Mi disse: “Non ti ho chiamato per farti cambiare idea, lo so che non la cambi, ti ho chiamato per dirti che mi dispiace”. E aggiunse: “Non sai cosa ti stanno preparando contro, ti massacreranno anche sul personale, ti aggrediranno a tutti i livelli, non solo sui social”. È quello che è accaduto. Con Dario abbiamo idee opposte, ma ci siamo sempre detti tutto in faccia.

 

MATTEO RENZI TERESA BELLANOVA MARIA ELENA BOSCHI

Nel libro racconta che Zingaretti le scrive, in un sms: “Avanti così, a Natale ci rincorrono con i forconi”. Non vedo la notizia: un conto è chiedere una “svolta”, altro è tirare giù il Governo.

Ho scelto l’sms più morbido, diceva anche di peggio. Il mio giudizio su Conte era condiviso, poi vedo che l’ha detto anche Grillo che è un incapace…. Comunque il Governo lo hanno tirato giù da soli con la propria inettitudine. E il tempo lo sta dimostrando a cominciare dalla vicenda vaccini.

 

Ma su cosa è saltato il Conte ter, su Maria Elena Boschi?

No, macché! Maria Elena è una donna intelligente e appena ha visto che rischiava di tornare nell’occhio del ciclone si è tirata indietro da sola. Ha fatto benissimo.

 

maria elena boschi matteo renzi

Allora su cosa?

È mancata invece la politica, come spiego con dovizia di particolari nel testo. Non abbiamo rotto sui nomi anche se è stata incredibile la loro resistenza su Bonafede. A un certo punto, alle sette di sera, l’assetto del Conte ter è questo: Orlando vicepremier con delega all’Ambiente, Bonafede vicepremier con delega all’Interno. Sottosegretario a Palazzo Chigi Fraccaro o comunque un uomo di Conte, gli Esteri a Di Maio. Eh no, ho detto. In questo monocolore Cinque stelle mica si possono tenere fuori Di Battista e la Taverna. Scherzi a parte, era inaccettabile. Volevo la svolta su vaccini, economia e ruolo internazionale. E questi giocavano alle figurine. Ho detto che non avrei votato la fiducia a questa pagliacciata.

 

Come va a finire la crisi dei Cinque stelle. Faccia la sua previsione.

Sono morti, punto. Però non lo sanno. Quindi non diciamoglielo per favore. Lo capiranno tra qualche mese.

Ultimi Dagoreport

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - LA CACCIA GROSSA AL LEONE DI TRIESTE INIZIA COL CDA DEL 24 APRILE MA SI CONCLUDERÀ A MAGGIO CON L’OPS DI MPS-CALTAGIRONE-MILLERI SU MEDIOBANCA CHE, UNA VOLTA ESPUGNATA COL SUO 13% DI GENERALI IN PANCIA, APRIRÀ LA VIA A CALTARICCONE PER ARRIVARE AL COMANDO DEL PRIMO FORZIERE D’ITALIA (843 MILIARDI) – CHE SUCCEDERA' QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I PEZZI GROSSI: ANDREA ORCEL DI UNICREDIT E CARLO MESSINA DI INTESA? - INTANTO, OGNI GIORNO SI REGISTRA UNO SCAZZO: SE IL PROXY ISS SOSTIENE MEDIOBANCA, IL PROXY GLASS LEWIS INVITA GLI AZIONISTI A PUNTELLARE MPS - (POTEVA MANCARE L’ANGOLO DEL BUONUMORE CON DAVIDE SERRA DEL FONDO ALGEBRIS?)…

zuppi sinodo claudio giuliodori ruini bergoglio

DAGOREPORT – ATTENZIONE: SI AGGIRANO CORVI SUL CUPOLONE – CON BERGOGLIO ANCORA CONVALESCENTE, L’ALA CATTO-CONSERVATRICE DI RUINI SI È “VENDICATA” SUL LIBERAL ZUPPI: SUL DOCUMENTO NON VOTATO DALL’ASSEMBLEA SINODALE CI SAREBBERO INFATTI LE MANINE DELL’EX CAPO DELLA CEI AI TEMPI DI BERLUSCONI. COME? NEL PORTARE A SINTESI I TEMI DISCUSSI NEL LUNGO CAMMINO SINODALE, SONO STATI SBIANCHETTATI O “AGGIRATE” QUESTIONI CRUCIALI COME IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA, LA TRASPARENZA SUGLI ABUSI E L’OMOSESSUALITÀ. PIÙ DI UN VESCOVO HA CRITICATO L’ASSENZA NEL TESTO DELLA SIGLA “LGBTQ” – LA MIGLIORE SPIEGAZIONE SUL CAMBIO DI CLIMA LA DA' UN PORPORATO ANZIANO: "ANNI FA, ALLA FINE AVREMMO ABBOZZATO E VOTATO..."

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CERCASI DISPERATAMENTE TALE MELONI GIORGIA, DI PROFESSIONE PREMIER, CHE DEFINIVA “UN’OPPORTUNITÀ” LA MANNAIA DEL DAZISTA TRUMP - DOVE È ANDATA A NASCONDERSI L’’’ANELLO DI CONGIUNZIONE’’ TRA AMERICA FIRST E L’EUROPA DEI "PARASSITI?" A CHE È SERVITA LA SUA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON LO PSICO-DEMENTE DELLA CASA BIANCA CHE CINGUETTAVA: “MELONI È UN LEADER E UNA PERSONA FANTASTICA”? - CHE FOSSE TAGLIATA FUORI DAI GIOCHI, LA REGINA DI COATTONIA DOVEVA FICCARSELO IN TESTA QUANDO L’ALTRO GIORNO HA CHIAMATO URSULA PER SCONGIURARLA DI NON RISPONDERE CON I CONTRO-DAZI AL TRUMPONE. LA KAISER DI BRUXELLES LE HA RISPOSTO CON PIGLIO TEUTONICO CHE LA DECISIONE FINALE SULLA POLITICA COMMERCIALE DELL’UNIONE APPARTIENE SOLO A LEI. COME A DIRE: "A COSETTA NON T’ALLARGA’, QUI COMANDO IO!" - ED ORA “IO SONO GIORGIA” SI TROVA A DOVER AFFRONTARE UNA GUERRA COMMERCIALE CHE TOCCA MOLTO DURAMENTE LA SUA BASE ELETTORALE, E NON SOLO QUELLA CHE VIVE DI EXPORT, COME AGRICOLTURA, LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, I TESSILI. UN BAGNO DI SANGUE E, IN PROSPETTIVA, UNA CATASTROFE POLITICA…