giorgia meloni

VIDOE! GIRAMENTI DI MELONI - "IO NON FACCIO AFFARI CON I ROM. MA COME MAI UN FATTO DI 8 ANNI FA È STATO RICACCIATO PROPRIO ORA CHE FRATELLI D'ITALIA VOLA NEI SONDAGGI?” - "REPUBBLICA" DÀ VOCE A UN PENTITO CHE PARLA DI FATTI (NON VERIFICATI) DEL 2013 E "LA DUCETTA" DI FRATELLI D’ITALIA SMONTA LE ACCUSE: “È PARTITA LA MACCHINA DEL FANGO CONTRO L'UNICO PARTITO DI OPPOSIZIONE. COSI' FANNO I REGIMI. NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE. QUESTA NOTIZIA CHE MI INFANGA È INVENTATA…” E ANNUNCIA QUERELE - VIDEO

 

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/come-mai-ora-che-giorgia-meloni-viaggia-vento-poppa-sondaggi-263097.htm

 

Luca Sablone per il Giornale

 

GIORGIA MELONI

"Quella notizia è inventata". Al fango lanciatole addosso da Agostino Riccardo, che l'ha accusata di aver fatto avere nel 2013 35mila euro al clan Travali (colpito nei giorni scorsi da 19 arresti) per comprare voti e attaccare manifesti a favore di Pasquale Maietta, all'epoca astro nascente del partito, Giorgia Meloni replica smentendo tutto e promettendo querele a pioggia.

 

"Io non faccio affari con i rom", assicura durante una diretta su Facebook in cui accusa il quotidiano La Repubblica per aver fatto da megafono a un pentito che rivanga presunti fatti di otto anni fa. "Devo pensare che gli inquirenti l'abbiano considerata infondata altrimenti mi avrebbero chiesto conto di una notizia che mi infanga - argomenta la leader di Fratelli d'Italia - e mi chiedo come sia possibile che una rivelazione del genere sia finita su Repubblica, senza che nessuno abbia inteso chiedermi un punto di vista".

MAIETTA MELONI

 

Ad apparire ancora più strano è che dal passato arrivino certe accuse in un momento in cui il partito della Meloni macina consensi e, oltre ad avere staccato il Movimento 5 Stelle, punta a superare un Partito democratico in tilt totale.

 

Fango contro la Meloni

A tirare in ballo la presidente di FdI è stato il collaboratore di giustizia Riccardo, mentre a dargli visibilità è stata La Repubblica con un articolo pubblicato oggi in esclusiva e senza chiedere alcun contraddittorio alla Meloni. Si parla di un presunto fatto risalente a ben otto anni fa, in occasione delle elezioni politiche.

IL VERBALE CHE TIRA IN BALLO LA MELONI

 

"Maietta ci presentò Giorgia Meloni - avrebbe detto il pentito - era presente anche il suo autista. Parlavamo della campagna elettorale e Maietta disse alla Meloni che noi eravamo i ragazzi che si erano occupati delle campagne precedenti per le affissioni e per procurare voti".

 

Nell'articolo viene poi messo l'accento sul fatto che Maietta fosse il terzo della lista (preceduto da Rampelli e dalla Meloni) e che Rampelli, anche se eletto, si fosse dimesso per fare posto a Maietta. E ancora: viene data visibilità alle dichiarazioni fatte da Riccardo durante il processo "Alba Pontina" che riguarda l'organizzazione mafiosa che sarebbe stata costituita a Latina dalla fazione di Campo Boario dei Di Silvio. In quell'occasione avrebbe sostenuto che Maietta nel 2013 riuscì a entrare alla Camera dei deputati "dopo che noi minacciammo pesantemente Fabio Rampelli, costringendolo a optare per l’elezione in un altro collegio e a liberare così il posto".

GIORGIA MELONI

 

Riccardo, in relazione all'incontro che alcuni membri del clan avrebbero avuto con la leader di Fratelli d'Italia, avrebbe poi riferito che Maietta avrebbe detto alla Meloni che i ragazzi del clan Travali dovevano essere pagati, e che lei avrebbe risposto di parlarne con il suo segretario. Il quale in disparte avrebbe dichiarato: "Senza che usiamo i telefoni diamoci un appuntamento presso il Caffè Shangri-la a Roma".

 

Ma, essendo una destinazione complicata da raggiungere, l'appuntamento sarebbe stato fissato poi al distributore che è ubicato dall'altra parte della strada, all'altezza dello Shangri-la: "Ci ha detto di aspettare in un parcheggio lì vicino entro le ore 12". Il segretario sarebbe arrivato da una strada interna, nei pressi del centro commerciale Euroma 2:

 

giorgia meloni

"Ci ha portato all'interno di una busta del pane 35mila contanti". "Prima di andare via ci disse: 'Mi raccomando, io non vi conosco. Non vi ho mai dato niente'. Noi lo rassicurammo in tal senso - ha fatto sapere infine Riccardo - era venuto con una Volkswagen berlina, la stessa vettura con la quale aveva accompagnato la Meloni a Latina".

 

"La notizia è inventata"

Ma come mai un fatto di otto anni fa è stato ricacciato proprio ora che Fratelli d'Italia vola nei sondaggi e ha raggiunto il boom storico dei consensi al 18%? Una domanda che si pone la stessa Meloni, intervenuta in una diretta Facebook per esprimere la propria posizione e fare chiarezza sulla vicenda: "È partita la macchina del fango contro l'unico partito di opposizione.

COSTANTINO CHA CHA DI SILVIO

 

Non ci facciamo intimidire. Io non faccio affari con i rom. Non ho mai avuto una Volkswagen nera. Questa notizia che mi infanga è inventata, non è mai accaduta. Se gli inquirenti avessero voluto chiedermelo, io non avrei avuto problemi a rispondere. Devo pensare che gli inquirenti non l'hanno ritenuta affidabile altrimenti mi avrebbero chiesto conto".

 

La presidente di FdI si è inoltre chiesta come la notizia sia finita sul quotidiano La Repubblica senza che nessuno le abbia chiesto una versione: "Non è strano che La Repubblica decida di pubblicare a tutta pagina una notizia del genere che mi infanga senza ritenere di farmi una telefonata perché in quel pezzo ci fosse una mia dichiarazione? Quali verifiche ha fatto il giornalista? Non è curioso che tutto il circuito dei media di sinistra non mi abbia ascoltato prima di buttarla in pasto all'opinione pubblica?".

video clan di silvio travali

 

La testimonianza del pentito Riccardo però potrebbe finire presto in tribunale. "In Italia piacciono le persone serve e ricattabili. Noi siamo persone libere e non abbiamo paura, perché non abbiamo fatto del male. Potete prenderci tutti casa per casa, ma continueremo a dire la nostra. Ovviamente annuncio querela", ha infatti concluso la Meloni.

GIORGIA MELONIGIORGIA MELONIGIORGIA MELONIgiorgia meloni

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....