ita airways

FRATELLI D'ITA(LIA) – GIORGIA MELONI VUOLE BLOCCARE LA TRATTATIVA PER LA VENDITA DI ITA AIRWAYS! LA "DUCETTA" HA FATTO SALTARE DALLA SEDIA IL MINISTRO LEGHISTA GIORGETTI, CHE STA SEGUENDO L'OPERAZIONE INSIEME A DRAGHI: “IL GOVERNO È DIMISSIONARIO E PUÒ OCCUPARSI DI AFFARI CORRENTI” – COMUNQUE VADA, A METTERE LA FIRMA SULL'ACCORDO SARA' IL PROSSIMO GOVERNO 

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

ITA AIRWAYS

La firma finale sotto l'accordo la metterà il prossimo governo, ma sarà quello attuale, guidato da Mario Draghi, ad arrivare a una trattativa esclusiva su Ita Airways e a scegliere una delle due cordate - da una parte Msc-Lufthansa, dall'altra Certares-Air France-Delta - che si contendono il vettore italiano sopravvissuto ad Alitalia.

 

Per questo, al governo sono rimasti alquanto sbalorditi quando, dopo un silenzio lungo giorni, la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, al momento la favorita a prendere il posto di Draghi a Palazzo Chigi, ha sfidato il premier proprio su un dossier del genere creando tra l'altro non poca irritazione nella Lega, posto che sino ad oggi è stato il ministro dello Sviluppo Giorgetti a seguire l'operazione Ita. «Mi auguro smentisca l'ipotesi di un'accelerazione del processo di vendita di Ita a Lufthansa - ha dichiarato la presidente di Fdi - . È un argomento del quale si sta parlando molto sui media e che ci fa letteralmente sobbalzare visto che il governo è dimissionario e può occuparsi di affari correnti».

 

I DATI DI ITA AIRWAYS

Ci sarà tempo per capire quale ricetta economica proporrà la leader sovranista in campagna elettorale, sta di fatto che sembra esserle tornato quel tic nazionalista di difesa del suolo patrio. Una tutela di maniera dell'italianità della compagnia di bandiera che ricorda l'esperienza dei capitani coraggiosi chiamati a raccolta da Silvio Berlusconi, che dopo la campagna elettorale del 2008 fece saltare l'accordo con AirFrance-Klm. «Ci penserà chi governerà dopo il 25 settembre» avvisa Meloni. E spera di essere lei in persona farlo «valutando con attenzione la presenza dello Stato e la partecipazione di altri partner».

 

Corsi e ricorsi di una maledizione tutta italiana. Ma è proprio il fosso dove Draghi non vuol far finire l'ennesimo tentativo di risollevare l'ex Alitalia. Intanto in Germania il quotidiano economico Handelsblatt suona l'allarme e mette in guardia da un'eventuale vittoria dei «post-fascisti di Fratelli d'Italia» che finirebbe per danneggiare Lufthansa. Che di suo si limita a seguire con «massima attenzione» gli sviluppi della situazione in Italia.

 

GIORGIA MELONI

A Palazzo Chigi e al Tesoro definiscono «tecnicamente» un errore che il governo per l'ordinaria amministrazione non abbia poteri sulla privatizzazione di Ita. Draghi ha la totale copertura del Quirinale. Innanzitutto, rientra nel perimetro degli affari correnti, perché il procedimento di vendita è stato avviato prima della crisi.

 

Non arrivare alla trattativa esclusiva non sarebbe nell'interesse dell'Italia. Anzi, sarebbe considerato un danno anche dal Colle. Poi sarà il prossimo governo a concludere o meno l'accordo con la cordata scelta. Cioè: se ci sarà Meloni al governo toccherà a lei scegliere se cancellare tutto, se non privatizzare più e lasciare nazionalizzata Ita. Prima però, Draghi non vuole lasciare il lavoro in sospeso. «Ne andrebbe della credibilità dell'Italia».

 

Dopo un lungo processo e dopo aver intavolato un lungo negoziato con la Commissione europea, l'Italia si ritroverebbe per l'ennesima volta ostaggio delle proprie crisi politiche. Draghi vuole andare dritto e non tollera l'idea di riazzerare tutto. Vorrebbe dire passare per «inaffidabili» e scoraggiare futuri interessamenti di altri possibili partner o degli stessi di oggi.

 

ita airways

Dal governo però si precisa che la partita non è chiusa. Tanto che non dovrebbe essere un tema del Consiglio dei ministri previsto per domani. Ci vorrà qualche giorno in più. È vero che attorno a Draghi, Msc-Lufthansa sembra in vantaggio: l'offerta convince di più il consigliere economico Francesco Giavazzi, ma ancora non c'è nessuna decisione presa. Anche perché gli Stati Uniti spingono a favore di Certares-AirFrance-Delta e non tutti i tecnici al lavoro sul dossier sono certi che la scelta di Msc sia la migliore.

 

Sulla carta, l'offerta della cordata guidata dal patron di Msc Gianluigi Aponte, oltre a fornire garanzie su investimenti, flotta e occupazione, avrebbe il vantaggio di essere più ricca dal punto di vista economico (si parla di 800-900 milioni di euro per l'80% del capitale), e garantirebbe importanti sinergie sia nel settore cargo che in quello turistico facendo leva su uno dei più grandi player dei trasporti via mare e della crocieristica e sul leader europeo del trasporto aereo.

 

GIANCARLO GIORGETTI MARIO DRAGHI

L'offerta di Air France e soci, punta a valorizzare di più Fiumicino (che diventerebbe l'hub di gruppo per l'Africa) ed i collegamenti con gli Usa. Economicamente parlando è molto diversa perché prevederebbe un intervento sul capitale nell'ordine di 500-550 milioni lasciando al Mef una quota del 40% e grandi poteri nel campo del governo societario. Più soldi o più poteri (e garanzie), Francoforte o Parigi? È questa la scelta da compiere oggi, domani poi si vedrà.

MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTIfabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 12fabio lazzerini e alfredo altavilla di ita airways 11mario draghi giancarlo giorgetti

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