ULTIMATUM ALLA CRUCCA - SE I NEGOZIATI PER RATIFICARE L’ACCORDO SULLA BREXIT NON SI CHIUDONO NEI PROSSIMI DUE GIORNI, ANGELA MERKEL DISERTERÀ IL VERTICE DI DOMENICA - L’APPELLO ALLA FRETTA DI BERLINO E L’INSOFFERENZA DELLE CANCELLERIE EUROPEE - LA MAY NON HA GRANE SOLO IN CASA PER L’ACCORDICCHIO FIRMATO CON JUNCKER: LA QUESTIONE GIBILTERRA CON LA SPAGNA E LE PRESSIONI DI FRANCIA, BELGIO, DANIMARCA E OLANDA
Cristina Marconi per “il Messaggero”
L' ultimatum lo ha dato la cancelliera tedesca Angela Merkel: o i negoziati si chiudono nei prossimi due giorni al massimo o al vertice di domenica sulla Brexit, fatto per firmare un accordo e non per negoziarlo, lei non andrà.
Nel giorno in cui la premier britannica Theresa May si è recata a Bruxelles per incontrare il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker dopo una settimana in cui ha rischiato di essere disarcionata dagli euroscettici del suo partito, da Berlino è arrivato un appello alla fretta e qualche segnale di insofferenza per il moltiplicarsi delle richieste da parte delle altre cancellerie europee: quelle legittime della Spagna, che vuole rassicurazioni sul fatto che la questione di Gibilterra verrà negoziata a parte, ma anche le pressioni di Francia, Belgio, Danimarca e Olanda per avere accesso alle zone di pesca britanniche nell' ambito dell' accordo commerciale futuro.
theresa may annuncia l'accordo sulla brexit
Oltre, ovviamente, a quelle residue di Londra, che spera di poter portare a casa qualche risultato in più sul commercio «senza barriere» con il resto del continente in vista del pericoloso appuntamento con un voto parlamentare che si preannuncia sul filo del rasoio. Un punto, quest' ultimo, su cui Parigi in particolare sarebbe in disaccordo, ritenendo che le idee della May contenute nel testo dei Chequers sarebbero «la fine del mercato interno», in linea con quanto ritenuto da altri paesi tra cui l' Italia.
theresa may donald trump angela merkel
Il testo di 585 pagine sulla Brexit è stato infatti ormai firmato sia dalla May che da Juncker, mentre resta aperta la dichiarazione politica sulle relazioni post-Brexit, documento di poche pagine ma politicamente molto denso e significativo. Anche il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha fatto presente di volere una bozza pronta per domenica in modo da non protrarre i negoziati fino a tardi, anche se la cosa potrebbe corroborare la narrativa di Downing Street di un risultato conseguito dopo una lunga lotta e non, come dicono i Brexiteers, di un atteggiamento troppo cedevole e morbido nei confronti della Ue.
IL TESTO
Gli sherpa si incontreranno venerdì mattina e per allora la Merkel vorrebbe il testo pronto, anche se dall' incontro tra Juncker e la May quello di Gibilterra è apparso come il nodo piú difficile da districare: il leader spagnolo Pedro Sanchez vorrebbe riaprire anche l' accordo sulla Brexit, oltre alla dichiarazione politica, per fare in modo che venga fatta chiarezza sul fatto che la situazione della rocca verrà discussa a parte, mentre Londra propone una soluzione unica.
THERESA MAY JEAN CLAUDE JUNCKER
Ieri dopo il colloquio con Juncker la premier britannica dichiarava pubblicamente il suo ottimismo («abbiamo fatto ulteriori progressi») annunciando un suo ritorno a Bruxelles sabato per concludere il lavoro di preparazione. Poi, domenica, l' appuntamento per i leader europei sarà alle 9,30 del mattino, con la May attesa per le 11 e la conferenza stampa finale in calendario, per quello che possono valere queste indicazioni, all' ora di pranzo.