LE MANI DI BERLINO SULL’UE - PUR DI NON AVER JUNCKER TRA GLI ZEBEDEI, LA MERKEL SONDA HOLLANDE PER DIROTTARE CRISTINE LAGARDE DAL FONDO MONETARIO ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Marco Zatterin per "La Stampa"

MERKEL-LAGARDEMERKEL-LAGARDE

Primo colpo di scena nella corsa a ostacoli verso la presidenza della Commissione Ue. La Reuters cita una fonte dell’Eliseo per rivelare che Angela Merkel avrebbe sondato Francois Hollande per valutare la sua disponibilità a candidare l’attuale direttore del Fmi e sua concittadina, Christine Lagarde, alla guida dell’esecutivo comunitario.

Christine Lagarde direttore del Fondo Moneteario internazionale Christine Lagarde direttore del Fondo Moneteario internazionale

L’agenzia non specifica quando sarebbe successo, ma precisa che il presidente francese «non si è sbilanciato» e tanto basta a scatenare una tempesta nel bicchier d’acque delle nomine. Inutili le secche smentite di Parigi e Berlino. La notizia d’una messa da parte dell’attuale candidato unico dei popolari, Jean-Claude Juncker, alla luce delle circostanze è qualcosa in cui molti non faticano a credere.

ANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE ANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE

Ieri sera i diretti interessati hanno detto che l’indiscrezione non ha sostanza. L’interpretazione corrente a Bruxelles è che l’ipotesi Lagarde è verosimile più che vera, almeno in questa fase. Alla luce del risultato elettorale i capigruppo delle famiglie politiche del parlamento europeo hanno indicato in Juncker l’apripista per il negoziato che si spera di finalizzare entro fine mese.

juncker juncker

I Trattati Ue sono vaghi a proposito, affermano che si debba tener conto del risultato delle elezioni, senza dire in che modo. Il consiglio, cioè i leader Ue, fatica ad abdicare dalla facoltà di intronare il presidente della Commissione. Così ha incaricato il suo numero uno, Herman Van Rompuy, di avviare delle consultazioni. E qui siamo coi fatti.

CHRISTINE LAGARDE - JEAN CLAUDE JUNCKERCHRISTINE LAGARDE - JEAN CLAUDE JUNCKER

Il successore di Barroso non ha bisogno dell’unanimità per arrivare sulla vetta di Palazzo Berlaymont. Basterebbe una maggioranza qualificata eppure sarebbe difficile vendere un presidente non generato dal consenso, apparirebbe dal principio dimezzato. Juncker vanta già una mezza dozzina fra contrari e dubbiosi sul suo futuro alla Commissione, senza contare chi non è ancora uscito allo scoperto.

JUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOSJUNCKER STROZZA LUIS DE GUINDOS

La signora Merkel, per cominciare. Si racconta a Bruxelles che nella visita a Washington dei primi di maggio, la Cancelliera abbia visto l’«amica» Lagarde (da sempre centrista) e l’abbia sondata per Bruxelles. Il dossier sarebbe stato affrontato anche nel recente bilaterale di Stralsund fra Merkel e Hollande, evento a cui potrebbero riferirsi le notizie circolate ieri. «Non sarebbe una buona idea per l’Europa perdere la guida del Fmi», avrebbe risposto il presidente francese, oltretutto insofferente davanti alla possibilità di non mandare un socialista a rappresentare la Republique a Bruxelles.

JEAN CLAUDE JUNCKER CON ANGELA MERKELJEAN CLAUDE JUNCKER CON ANGELA MERKEL

Un primo vincolo è proprio che toccherebbe a Hollande pronunciare il nome. Un altro, sottolineato più volte a Berlino e non solo, è che la Lagarde, 58 anni, è priva di legittimazione democratica, non essendo mai stata eletta. La reazione del Parlamento Ue potrebbe essere brutale e il conflitto istituzionale col Consiglio rischierebbe di diventare ingestibile.

Gli elettori si sentirebbe in parte traditi. «Falso che Merkel abbia proposto Lagarde. La Germania sostiene Juncker», assicura un portavoce della cancelleria. Può darsi che abbia ragione. Il che però non toglie che il castello della nomina del lussemburghese abbia l’aria di poter crollare da un giorno all’altro.

 

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