IL METODO DRAGHI A VIALE MAZZINI – PER IL RINNOVO DEI VERTICI RAI IL PREMIER VUOLE SCEGLIERE PERSONALMENTE L’AD, LASCIANDO I PARTITI A SCANNARSI PER IL CDA - PER LA PRESIDENZA SPUNTA SABINO CASSESE, E MENTRE M5S E PD DICONO “VIA LA POLITICA DALLA TV PUBBLICA” STANNO GIÀ LITIGANDO SU CHI PRENDERÀ IL POSTO DI FRANCO DI MARE A RAITRE. I GRILLINI VOGLIONO PIAZZARCI IL DIRETTORE DEL TG1 CARBONI, I DEM PUNTANO SU SIVLIA CALANDRELLI - IN QUOTA CONTE GIOVANNI VALENTINI POTREBBE ENTRARE IN CDA…
murales con fedez sul cavallo della rai 2
Mario Ajello per “il Messaggero”
Rai nel caos. E vogliosa di rivalsa. La linea è: mai più Fedez in video, finché non si chiarisce la vicenda primo maggio (ovvero lui ammette di aver sbagliato) e non si decide se fargli causa o no. E intanto, in questa burrasca che fatalmente è rimbalzata anche dentro Palazzo Chigi, qualcuno amichevolmente va dicendo a Draghi una verità inoppugnabile, che lui da romano e da uomo di mondo sa benissimo ed è questa: «Mario, la Rai è una grana, come stiamo vedendo in queste ore con il caso Fedez. Non fa che dare sempre problemi da quando è stata messa al mondo. Non converrebbe starne alla larga?».
Sì. Ma più Viale Mazzini offre lo spettacolo che sta offrendo, tra bufera primo maggio e continui bisticci e appetiti tra partiti, più urge per il buon nome dell'Italia, a cui il premier tiene assai, una guida autorevole e inattaccabile nella tivvù pubblica.
Una sorta di governo Draghi al Settimo Piano, dunque, con il rischio che di ogni grana che la Rai continuerà a produrre la colpa verrà addebitata al premier? Palazzo Chigi proprio per questo si vuole muovere con i piedi di piombo. Ma un piano comincia ad averlo. Ed è sintetizzabile così: «Si fa come per il governo. I ministri li scegliamo noi, e in Rai corrispondono all'amministratore delegato e al presidente. Mentre i sottosegretari, cioè i membri del Cda, li lasciamo scegliere ai partiti, purché si mettano d'accordo».
FERRUCCIO DE BORTOLI ELEONORA ANDREATTA
Per guida autorevole s' intende Tinny Andreatta, nonostante la Lega e Forza Italia non la vogliano affatto, in quanto «troppo casa Letta» (inteso come Enrico), e in questo caso il presidente sarebbe un uomo e nelle ultimissime ore si fa strada, in una strada però ancora piuttosto lunga da qui a luglio, il nome di Sabino Cassese: autorevolissima figura di garanzia per tutti che svolgerebbe il ruolo in maniera impeccabile.
Altra carta sarebbe Ferruccio De Bortoli. Nel caso, forse più probabile, che invece il numero uno gestionale della Rai diventasse un interno come Paolo Del Brocco o Marcello Ciannamea, manager entrambi politicamente potabili in maniera trasversale e professionalmente attrezzati al ruolo, una donna come presidente potrebbe essere Simona Agnes, figlia di Biagio che in Rai ha regnato e il suo nome circola sempre di più, oppure Paola Severini Melograni, molto ben messa con tutto il mondo della solidarietà e del terzo settore e in più con gli ambienti cattolici il che agli occhi di Draghi non guasta.
SERGIO MATTARELLA SIMONA AGNES
Guarda caso la Severini Melograni ha comprato spazi pubblicitari a pagamento su Fb per rendere la sua opzione più forte. Intanto la Lega si scaglia contro la Rai: «Avete speso 600mila euro, possibile un esposto alla Corte dei conti». Domani sera Franco Di Mare, direttore di RaiTre, sarà sentito dalla commissione di Vigilanza Rai sul caso Fedez e anticipa: «Le dichiarazioni del rapper sono gravi e infamanti».
La cosa più gustosa è che, mentre M5S e Pd dicono (improbabilmente) «via i partiti dalla Rai», stanno già in gara su chi prenderà il posto di Di Mare. I grillini vogliono piazzarci il filo-grillino Giuseppe Carboni che sarà presto sostituito come direttore dell'ambitissimo Tg1 (destinato a Di Bella ma forse anche alla Maggioni considerata spendibile per varie poltrone), mentre con più chance i dem puntano su Silvia Calandrelli.
DISUNIONE
E ancora: nel coro del via i partiti dalla Rai, il centrodestra è disunito su chi piazzare. Anche Berlusconi è stato investito della vicenda: i forzisti non vedono di buon grado la conferma in Cda di Igor De Biasio (Lega) e di Giampaolo Rossi (vicino a Fratelli d'Italia).
Dicono i berlusconiani: e a noi niente? E spiegano: «I posti in Rai vanno fatti rientrare in una trattativa generale tra i tre partiti del centrodestra, che riguarda anche le candidature per le elezioni comunali di ottobre». Ovvero: a te un consigliere Rai, a me un possibile sindaco di una grande città.
Tra oggi e domani dovrebbero essere resi pubblici i nomi di chi ha mandato il proprio curriculum ai presidenti della Camera per essere eletto nel Cda Rai. Perde punti Silvia Costa per il Pd e salgono le quotazioni di Flavia Barca (la corrente Base Riformista storce il naso però). Rossi ha la fiducia totale della Meloni e la capacità professionale dalla sua parte. Su De Biasio, Salvini fa le barricate. Mentre ora è chiaro, curriculum alla mano, su chi punta M5S versione Conte: sul giornalista del Fatto, Giovanni Valentini. Ed è ovvio che ci sarà da divertirsi.
murales con fedez sul cavallo della rai giuseppe carboniilaria capitaniFEDEZfedezLA STORIA INSTAGRAM DI GIULIA BERDINI - FIDANZATA DI FRANCO DI MARE - SUL CASO FEDEZ PRIMO MAGGIOmurales con fedez sul cavallo della rai