IL METODO TRUMP APPLICATO ALLA GUERRA IN UCRAINA: VA CHIUSA IN FRETTA E FANCULO AI PRINCÌPI E AL DIRITTO - IL PIANO, CHE VERRA’ PRESENTATO ALLA CONFERENZA SULLA SICUREZZA DI MONACO DI BAVIERA IN PROGRAMMA TRA IL 14 E IL 16 FEBBRAIO DAL GENERALE KEITH KELLOGG, E’ SEMPLICE: CONGELAMENTO DELLA GUERRA SENZA RICONOSCIMENTO ALLA RUSSIA DEI TERRITORI OCCUPATI UCRAINI, LA CONCESSIONE A KIEV DI GARANZIE DI SICUREZZA TALI DA IMPEDIRE UN NUOVO ATTACCO RUSSO (E QUALI SAREBBERO? E CHI VIGILEREBBE SUL RISPETTO DELLA TREGUA?) - SANZIONI ALLA RUSSIA E CONGELAMENTO DEGLI AIUTI ALL’UCRAINA SE NON ACCETTERANNO IL COMPROMESSO - LE APERTURE DI ZELENSKY (“PRONTO A INCONTRARE PUTIN”) E DEL CREMILINO (“DISPONIBILI A PARLARE CON LUI ANCHE SE È UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO")
1 - ZELENSKY, MESSAGGIO CIFRATO ALL'AMERICA "DISPOSTO A SEDERMI AL TAVOLO CON PUTIN"
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “la Stampa”
INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME - ZELENSKY - MACRON - TRUMP
«Sono pronto a incontrare Vladimir Putin»: Volodymyr Zelensky fa un nuovo passo verso il negoziato con il Cremlino, mentre un'intensa attività diplomatica da entrambe le sponde dell'Atlantico fa pensare che l'accordo per una tregua tra Russia e Ucraina potrebbe essere più vicino di quanto si possa pensare. Ieri il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov ha riconosciuto per la prima volta una «intensificazione» dei contatti con la nuova Casa Bianca, senza entrare nel dettaglio, e ha ribadito a sua volta che la Russia è disposta a trattare con Zelensky, nonostante continui a ritenere che abbia «problemi di legittimità».
Dopo che è stato lo stesso Donald Trump a vantare un «buon progresso» nella ricerca della soluzione diplomatica alla guerra, alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa dell'Ucraina, anche le parti in causa hanno deciso di fare delle aperture, senza troppo ottimismo.
Zelensky infatti ha ammesso di essere disponibile a sedersi allo stesso tavolo con il dittatore russo soltanto se «sarà l'unica configurazione possibile per portare la pace ai cittadini ucraini e non perdere vite», e aggiunge che «parlare con questo assassino è già un compromesso». Peskov, a sua volta, ha replicato freddamente che quelle di Zelensky sono solo «parole vuote», in attesa di dimostrazioni di una «reale disponibilità» […]
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[…] I contorni del piano di pace che il presidente americano aveva promesso durante la sua campagna elettorale di implementare in 24 ore, sono in realtà ancora lontani dall'essere definiti. Le cancellerie europee si aspettano che il "piano di Trump" venga presentato dal rappresentante speciale di Washington per l'Ucraina Keith Kellogg alla conferenza internazionale per la sicurezza a Monaco, che inizierà il 14 febbraio prossimo.
Ma la vera scadenza, sostiene il deputato del parlamento ucraino Oleksiy Goncharenko, sarà il 12 febbraio, quando dovrebbe avvenire «un grande passo verso la sospensione dei combattimenti», a un incontro dei ministri degli Esteri dell'Ucraina, della Francia, della Germania, della Polonia, della Spagna dell'Italia e della Gran Bretagna con l'Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue e il segretario di Stato Usa Marco Rubio.
Il 20 febbraio Kellogg è atteso a Kyiv, mentre una data per l'ipotetico vertice di Trump con Putin non è stata ancora stabilita.
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[…] Secondo l'agenzia Bloomberg, infatti, il piano di Kellogg propone un «congelamento» della guerra senza riconoscimento alla Russia dei territori occupati ucraini, e la concessione a Kyiv di garanzie di sicurezza tali da impedire un nuovo attacco russo. Pronostico abbastanza scontato: il diritto internazionale non permette di strappare territori di un altro Paese con la forza, e Zelensky ieri ha ammesso che «oggi non siamo in grado di riconquistare i nostri territori, ma col tempo ci riprenderemo la nostra terra».
Probabilmente però non esclude di poter negoziare comunque la restituzione di parte dei territori occupati, in cambio delle zone russe controllate ormai da sei mesi dagli ucraini.
[…] Il problema […] è il come (e anche il chi e quando) verrebbe garantita la sicurezza dell'Ucraina e il rispetto dell'eventuale tregua. Su questo […] ci sono non soltanto delle divergenze polari nelle posizioni di Mosca e Kyiv, ma anche delle polemiche all'interno dell'amministrazione Trump, tra chi è più propenso a fare pressioni sulla Russia e chi vorrebbe invece ricattare l'Ucraina con la sospensione degli aiuti militari.
Poche certezze e troppi interrogativi da risolvere, con nello stesso tempo la necessità di fermare o almeno sospendere la guerra, non solo perché lo vuole Trump, ma soprattutto perché le risorse soprattutto umane di Kyiv sono al limite. Per la Russia, il problema è più l'economia, e proprio ieri sono apparsi i nuovi dati sull'inflazione, sulla riduzione dei proventi petroliferi e sulla crisi di diversi settori industriali che chiedono l'aiuto del governo contro l'impatto delle sanzioni: un campanello d'allarme che al Cremlino potrebbe venire sommato alle minacce di ritorsioni economiche fatte da Trump.
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2 - UCRAINA, IL CREMLINO AMMETTE “CONTATTI PIÙ INTENSI CON L’AMMINISTRAZIONE USA”
Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”
Qualcosa si muove. Dopo Donald Trump, anche il Cremlino ammette, per la prima volta, che «ci sono effettivamente contatti» con la nuova amministrazione statunitense. «Contatti tra singoli dipartimenti, e si sono intensificati di recente», ha precisato il portavoce Dmitrij Peskov […]
A dispetto delle reticenze, Mosca starebbe persino già valutando gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita come potenziali sedi del tanto ventilato, ma mai confermato, vertice tra i due leader. Secondo l’agenzia Reuters , funzionari russi avrebbero già visitato i due Paesi, che hanno il vantaggio di non aver aderito alla Corte penale internazionale che ha spiccato un mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin per presunti crimini di guerra, ma lo svantaggio di intrattenere stretti legami con l’intelligence e l’esercito Usa.
Anche dall’altra parte dell’Oceano arrivano conferme di un’accelerazione. L’inviato presidenziale per l’Ucraina, Keith Kellogg, annuncia di essere pronto a condividere con gli alleati il piano statunitense per porre fine al conflitto in Ucraina alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera in programma tra il 14 e il 16 febbraio. Subito dopo, il 20, sarà a Kiev.
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Qualcuno l’ha già battezzata una “pace attraverso la forza”: sanzioni a Mosca e congelamento degli aiuti a Kiev se non accetteranno il compromesso che — secondo Bloomberg — prevederebbe il congelamento del conflitto insieme a garanzie di sicurezza a Kiev per impedire che Mosca attacchi di nuovo, ma lascerebbe in sospeso lo status dei territori ucraini annessi da Mosca. […]
Sergej Lavrov ha elogiato il tycoon per aver «detto senza mezzi termini che uno degli errori principali dell’Occidente è stato attrarre l’Ucraina nella Nato» aprendole le porte all’adesione nel 2008.
«Per la prima volta il problema della Nato è stato identificato come qualcosa di cui gli Stati Uniti sono pronti a discutere seriamente», ha osservato il ministro. Complimenti a scoppio ritardato: Trump in effetti aveva commentato che «la Russia aveva qualcuno proprio alla porta di casa» e di «poterne capire i sentimenti» a riguardo in una conferenza stampa del 7 gennaio. Un mese fa.
Respinte al mittente, invece, le aperture del presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, martedì sera, si era detto disponibile a sedersi con Putin per raggiungere la pace.
Parole «vuote, prive di significato» per Peskov, finché Kiev non revocherà il decreto dell’ottobre 2022 che vieta qualsiasi negoziato con Putin al potere. […]