elisabetta trenta matteo salvini mediterranea alex

“IL VIMINALE HA RESPINTO IL NOSTRO AIUTO” – LO SBARCO DEL VELIERO ALEX A LAMPEDUSA HA PROVOCATO UNO SCONTRO ISTITUZIONALE TRA SALVINI E LA TRENTA – IL CAPITONE: “MI HANNO LASCIATO SOLO”, MA IL MINISTERO DELLA DIFESA SOSTIENE DI AVER OFFERTO DELLE NAVI MILITARI PER TRAGHETTARE I MIGRANTI A MALTA: “BASTA ATTACCHI AI MILITARI, ESIGIAMO RISPETTO. FORSE AL VIMINALE NON SANNO CHE…”

Michela Allegri per “il Messaggero”

 

salvini trenta

Il sospetto è che si tratti di una mossa per tenere aperto il più a lungo possibile il dibattito sui migranti e non trovare soluzioni concrete. L'ultimo attacco del vicepremier leghista arriva in diretta su Facebook: Matteo Salvini denuncia di essersi sentito solo e di non avere ricevuto supporto dal ministero della Difesa e da quello dell'Economia - da cui dipende la Guardia di Finanza - nella battaglia contro le «Ong fuorilegge», le chiama lui.

 

ELISABETTA TRENTA

Ma la replica arriva a strettissimo giro: fonti della Difesa assicurano che nelle ultime quarantotto ore al leader del Viminale è stato assicurato un supporto e sono state offerte imbarcazioni per scortare la nave della Ong Mediterranea fino a Malta, proprio come chiesto dal vicepremier leghista. Ci sarebbe stata anche una comunicazione tra i due capi di Gabinetto - dell'Interno e della Difesa - per mettere a punto i dettagli. Le navi della Marina erano pronte a partire.

 

donna incinta sul veliero alex

Ci sono mail e comunicazioni scritte a provarlo, che la Difesa è pronta a utilizzare. A quel punto, il Viminale avrebbe rifiutato: «Ha respinto il nostro aiuto, in più di un'occasione. Questi sono i fatti». Da via XX Settembre hanno anche insistito per intervenire: «Abbiamo delle navi militari che devono fare lo stesso tragitto, li portiamo noi a Malta». Ma il ministero dell'Interno avrebbe risposto: «Ci pensiamo noi». In serata lo scontro è netto: «Basta attacchi ai militari. Esigiamo rispetto - dicono ancora dalla Difesa - Forse al Viminale non sanno come funzionano le cose, non sanno che gli Stati maggiori si relazionano con tutte le articolazioni dello Stato, incluso il Viminale stesso. Quanto riportato in queste ore ci sorprende, siamo alla mitologia. Lo ripetiamo: esigiamo rispetto per i nostri militari».

elisabetta trenta all'adunata degli alpini 5

 

I CONFINI

salvini ignora elisabetta trenta

Mentre via XX Settembre tiene il punto - «se avessero accettato, i migranti sarebbero già a Malta. È un mistero quel rifiuto», il Viminale ora non arretra: il supporto che si chiede è «per bloccare le navi che vogliono portare i clandestini in Italia e non per aiutarle nel trasporto». Salvini vuole più imbarcazioni militari nel Mediterraneo, che si occupino della difesa dei confini: «Il ministro Trenta dica da che parte sta», sbotta. Uno scambio di battute che riapre il conflitto tra Viminale e Difesa.

 

Alex a Lampedusa

Anche perché da via XX Settembre specificano che una richiesta di questo tipo non è mai stata messa per iscritto. E certamente l'esercito e la Marina non potrebbero sovvertire le convenzioni internazionali e disobbedire agli ordini costituzionali, che impongono di prestare soccorso in mare alle persone in difficoltà.

 

Alex a Lampedusa

Fonti del M5S raccontano che il ministro Elisabetta Trenta è molto infastidita dalle parole del vicepremier leghista. E il sospetto dei pentastellati è che le dichiarazioni in diretta Facebook siano l'ultimo escamotage del leader della Lega per cavalcare a suo favore la questione migranti, un tema caldissimo e popolare. Cavalcarlo, senza però trovare soluzioni concrete. «Perché prima rifiuta l'aiuto della Difesa e poi dice di essere stato abbandonato? Forse perché non c'è una vera volontà di superare questa condizione», è il commento.

la ministra elisabetta trenta (1)

 

I PRECEDENTI

Uno scontro, quello con il ministero della Difesa, mai sopito. Lo scorso aprile, per esempio, Salvini aveva inviato la circolare con cui vietava l'ingresso in porto della Mare Jonio - sempre della Mediterranea - non solo ai vertici delle forze dell'ordine, ma anche ai vertici militari: «Le Autorità militari e di polizia destinatarie del presente atto ne cureranno l'esecuzione», aveva scritto, scatenando la reazione della Trenta e dello Stato Maggiore, che lo avevano accusato di «ingerenza senza precedenti».

salvini ignora elisabetta trenta Alex a Lampedusala nave alan kurdi della ong sea eye soccorre migrantiAlex a Lampedusa

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…