QUESTO GOVERNO È NEMICO DEI GIORNALISTI – IL MINISTRO ADOLFO URSO CHIEDE AL “FOGLIO” E AL “RIFORMISTA” 500MILA EURO (CADAUNO) PER AVERLO SOPRANNOMINATO “URSS” – LUCIANO CAPONE, AUTORE DI UNO DEGLI ARTICOLI “INCRIMINATI” SUL QUOTIDIANO DIRETTO DA CERASA: “L’APPELLATIVO NON ERA COSÌ OLTRAGGIOSO SE LO STESSO URSO, A DISTANZA DI POCHI GIORNI, LO DEFINÌ SORRIDENDO ‘UNA COSA SIMPATICA’. SI È SENTITO DENIGRATO DOPO UN ANNO, A SCOPPIO RITARDATO” – “INSOFFERENTE ALLE VOCI CRITICHE, MINACCIA UNA CAUSA DA MEZZO MILIONE DI EURO A CHI CONTESTA LE SUE POLITICHE. COME IN URSS…”
URSO CONTRO FOGLIO E RIFORMISTA, SOLIDARIETÀ FNSI AI COLLEGHI
adolfo urso - ministero del made in italy
(ANSA) - La Fnsi esprime solidarietà ai colleghi del Foglio, Luciano Capone e Claudio Cerasa, e del Riformista, Annarita Digiorgio e Andrea Ruggieri, nei cui confronti il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha avanzato richiesta di risarcimento da 250 a 500 mila euro perché, come riporta il quotidiano diretto da Cerasa, si è sentito "leso nell'onore e nella reputazione" per articoli su "delicati temi di politica industriale" e per l'uso di un "nomignolo originale ma denigratorio".
"Per il sindacato dei giornalisti - si legge in una nota della Federazione nazionale della Stampa italiana - iniziative di questo tipo sono il sintomo, l'ennesimo, dell'insofferenza di alcuni personaggi politici nei confronti della libertà di stampa e di critica. E fanno pensare che certa politica non capisca, o non voglia capire, neanche l'ironia".
GIORGIA MELONI ADOLFO URSO - MEME BY EMILIANO CARLI
NON CHIAMATELO “URSS”! URSO VEDE COMPLOTTI E VUOLE 500 MILA EURO DI RISARCIMENTO
Luciano Capone per “il Foglio”
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy non piace essere chiamato “Adolfo Urss”, e perciò vuole farci una causa di valore compreso tra 250 e 500 mila euro. Il 7 giugno, il giorno prima delle elezioni europee, il ministro Urso ha depositato un’istanza di mediazione civile – il passaggio che prelude a un’azione civile – perché si è sentito leso nell’onore da articoli del Foglio che hanno criticato la sua politica industriale statalista. Oltre a me e al direttore Claudio Cerasa, Urso ha avviato il procedimento anche nei confronti di Annarita Digiorgio e dell’ex direttore del Riformista Andrea Ruggieri per un articolo che verteva sugli stessi temi.
riccardo magi tenta di consegnare una bustina di cannabis light ad adolfo urso
I giornalisti, secondo il ministro, “hanno tenuto un comportamento gravemente lesivo dell’onore e della reputazione” del ministro delle Imprese “attraverso la diffusione di articoli denigratori e non rispondenti alla realtà in merito ad alcuni delicati temi di politica industriale, quali: caro benzina, caro voli aerei, licenze taxi, ex Ilva e Uber”.
Urso ce l’ha in particolare con un mio lungo articolo, pubblicato sul Foglio del 14 febbraio 2024 con il titolo “Terapia d’Urso”, che analizzava criticamente l’attività di un esponente di punta del governo Meloni, caratterizzata da un profluvio di dichiarazioni e di azioni dirigiste e ostili al mercato che, ad avviso di questo giornale, acuiscono gli storici problemi dell’Italia anziché risolverli. Una banale e legittima critica politica, come si usa nelle democrazie liberali, contraria alla trasformazione del Mimit in una sorta di Gosplan sovietico.
Ma il ministro cita anche due articoli del 3 agosto 2023 – uno mio e l’altro di Digiorgio sul Riformista – “dal contenuto perfettamente sovrapponibile ed ove si ricorre all’utilizzo di un nomignolo originale, ma dai connotati fortemente denigratori, quale Adolfo Urss”. Appellativo che non era così oltraggioso se lo stesso Urso, a distanza di pochi giorni, lo definì sorridendo “una cosa simpatica”. Si è sentito denigrato dopo un anno, a scoppio ritardato. Ma su questa storia c’è da fare una specificazione, che mostra il lato complottista del ministro.
Dopo l’articolo, alla kermesse di Affaritaliani del 26 agosto, in risposta a una domanda sul nome “Adolfo Urss” che lo definiva come “un po’ sovietico”, Urso disse che dietro gli articoli c’era “una velina” e quindi un mandante: “È l’invenzione di due giornalisti (io e Digiorgio sul Riformista, ndr) che nello stesso giorno, su due giornali diversi, hanno avuto la stessa intuizione: parafrasare il mio nome da Urso a Urss. Hanno scritto lo stesso articolo, identico, con la stessa trama, gli stessi richiami. Sembrava una velina. Le sembra possibile che due giornali diversi lo stesso giorno si inventino una cosa così fantasiosa e simpatica? Che pensi, chi sia stato?”.
Il ministro, che è stato presidente del Copasir, è abituato a vedere servizi segreti all’opera e a unire i puntini. Ma se n’è perso qualcuno. Il nome “Adolfo Urss” appare la prima volta sul mio account X (ex Twitter) il 1 agosto 2023, poi in un articolo del Foglio del 2 agosto, infine il 3 agosto in un altro articolo del Foglio e in uno del Riformista che riprende quel “nomignolo originale”.
Nessuna velina, nessun mandante esterno, né multinazionali né potenze straniere. Solo la fervida immaginazione di un ministro che, insofferente alle voci critiche, minaccia una causa da mezzo milione di euro a chi contesta le sue politiche. Come in Urss.