mirella serri cover

“CI SONO DEI PREGIUDIZI DA PARTE DEL MONDO MASCHILE DI SINISTRA CHE NON HANNO PERMESSO DI PORTARE UNA DONNA A PALAZZO CHIGI” – MIRELLA SERRI CONTRO IL "BACCHETTONISMO" SINISTRATO: “FU LO STESSO BERLINGUER A DIRE CHE LE DONNE DEVONO ESSERE COME SANTA MARIA GORETTI” – “GIORGIA MELONI? CON LEI SI POSSONO FARE GRANDI PASSI INDIETRO. LEI E' CONTRO LE QUOTA ROSA E NEL GOVERNO LE DONNE SONO POCHE..." - IL LIBRO

Estratto dell’articolo di Linda Varlese per www.huffingtonpost.it

 

MIRELLA SERRI - UOMINI CONTRO

"Il fatto che sia stata la destra a portare la prima donna a diventare presidente del Consiglio in Italia, nonostante la sinistra abbia sempre appoggiato le battaglie femminili e femministe, è stata una delle ragioni che mi ha spinto a scrivere questo libro". Mirella Serri, storica, scrittrice e giornalista, racconta a HuffPost la genesi del suo ultimo libro "Uomini contro" (Longanesi), una ricostruzione delle traiettorie del contrattacco sferrato dalla seconda metà del Novecento agli anni Duemila, nella società italiana e non solo, contro il lungo viaggio dell'emancipazione femminile.  […]

 

Mirella Serri, perché non è stata la Sinistra a portare la prima donna a diventare presidente del Consiglio in Italia?

Evidentemente ci sono stati una serie di pregiudizi o di volontà di potere da parte del mondo maschile di sinistra, le due cose non sono disgiunte, che non hanno permesso di dare alle donne quei ruoli istituzionali che a loro spettavano. La sinistra ha sostenuto le lotte delle donne, questo è indiscutibile. Pensi che mentre la destra ha portato la prima donna in parlamento nel 1963, le donne con la Resistenza già impugnavano le armi ed erano comandanti.

 

mirella serri foto di bacco (2)

Eppure questo non è bastato. D'altronde, come racconta nel libro "Uomini contro", l'ostracismo all'emancipazione e all'affermazione femminile è di Destra quanto di Sinistra. Esempio ne è, appunto, Nilde Iotti.

Ho cercato di mettere in evidenza non solo quello che è passato alla storia come un atteggiamento se vogliamo bacchettone, condizionato da una volontà del Partito Comunista di essere in un certo senso simmetrico alla Chiesa Cattolica, per cui negli anni '50 c'è un ritorno alla famiglia, nonostante negli anni '30 il Partito Comunista non era così, anzi predicava l'amore libero.

 

Oltre a questo, che è un tratto abbastanza noto, ho voluto mettere in evidenza ciò che non è mai stato raccontato. Se andiamo a vedere gli scritti di Nilde Iotti dal '45 fino alle metà degli anni '50, è una femminista molto schierata dalla parte dell'autonomia e dell'emancipazione femminile. Poi progressivamente abbandona queste sue posizioni, anzi dice che l'emancipazione e tante altre rivendicazioni appartengono al mondo borghese e non alle operaie che invece si riconoscono in tutto il movimento operaio e non fanno rivendicazioni a parte per le donne. […]

 

Non solo. Come racconta, la considerano un'incapace.

giorgia meloni

Esattamente. Lo stesso Enrico Berlinguer dice che le donne devono essere come Santa Maria Goretti. Le dicono che lei non può camminare da sola, ma deve essere tutelata da loro per avere la presidenza della Commissione Femminile. Questo era il pregiudizio che c'era allora nei confronti di una donna da sola, con quelle caratteristiche: lei viveva fuori dalla famiglia, aveva avuto il coraggio di organizzare una sua relazione fuori dalle convenzioni, insomma era una donna con tante caratteristiche "anomale" che non coincidevano con l'immagine femminile di moglie, sposa e madre esemplare.

 

Mirella Serri

Il risultato era che secondo i compagni del suo stesso partito non aveva capacità direzionale. Pensi che Stalin attribuì la responsabilità degli attentati del '48 contro Palmiro Togliatti a Nilde Iotti, con cui il Migliore all'epoca aveva una relazione. Quindi non solo era una donna che non aveva la fermezza d'animo, le virtù, le capacità delle responsabilità politica. Ma quando succedeva qualcosa era colpa sua: era una personalità che quando si intrometteva negli affari governati dagli uomini, li intralciava. Togliatti si impegnò a difendere Nilde e la sua autonomia dai più accesi stalinisti del suo partito. […]

 

Poi ci sono gli anni del movimento femminista e l'arrivo di Silvio Berlusconi.

Esatto. Le donne negli anni '80 e '90 cominciano ad avere ruoli importanti nella società grazie anche ai movimenti femministi, ma all'orizzonte si profilano le televisioni di Berlusconi che vendono un'immagine commerciale delle donne: le umiliano, le mercificano, trascurando le loro capacità imprenditoriali e offrendo un’immagine femminile alquanto diversa da quella scolarizzata e acculturata che pur stava crescendo nella Penisola.

giorgia meloni francesco lollobrigida

 

Lei ha tratteggiato un percorso altalenante, con molti saliscendi, fatto di piccole conquiste e molti passi indietro. A che punto siamo?

La lunga marcia dell’antifemminismo ancora oggi non si è fermata, arriva ai nostri giorni e li orienta e li condiziona più prepotente che mai. Difficile capire dove siamo. Le barriere per ostacolare l'inserimento delle donne nella politica e nelle istituzioni, per non parlare delle forme di privazione delle libertà che si stanno manifestando nel mondo, oggi sono più che mai inconciliabili con l'idea di democrazia.

 

Nel mondo siamo messi malissimo: quello che accade in Iran, in Afghanistan, in Turchia, ma anche in Polonia dove non c'è diritto d'aborto, o in l'Ungheria lo dimostra. In Italia siamo per il momento resistendo, anche se la nostra premier aveva un programma per limitare il diritto all’aborto, prima di diventare presidente del Consiglio.

 

articolo della CNN su giorgia meloni

È un controsenso, per quanto riguarda le lotte femministe, vedere una premier donna che è tuttavia espressione di una destra estrema?

Non c'è dubbio. Se lei va a leggere il programma di FdI o gli stessi libri di Giorgia Meloni, si renderà facilmente conto, ad esempio, che è contro le quote rosa, ma a favore della meritocrazia. Evidentemente, però, ci sono poche donne di merito nella destra, quelle che ci sono nel governo sono poche.

 

Crede che con l'elezione di Giorgia Meloni a presidente del Consiglio abbiamo in qualche modo scavallato l'ostacolo dell'inserimento delle donne nelle istituzioni?

nilde iotti

Credo di no, anzi possiamo fare grandi passi indietro.

 

La storia ci dice che nella maggior parte dei casi si è reso necessario l'avallo maschile affinché una donna raggiungesse un ruolo di prestigio sia a livello professionale che istituzionale. Pensa che oggi sia ancora così? Crede che per Giorgia Meloni ed Elly Schlein sia stato così?

Credo di no. Credo siano due donne meritevoli, in maniera molto diversa. Quello che hanno raggiunto, da due punti di vista diversi, se lo sono meritato, non possiamo dire che siano state messe lì dagli uomini, come fiore all'occhiello.

elly schleinelly schlein con l'elmetto

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…