fassino al gay pride

UNA MOLE DI PROBLEMI - FASSINO NON SA SE RICANDIDARSI A SINDACO DI TORINO E IL PD TRABALLA NELL’UNICA CITTÀ DOVE E' SICURO DI VINCERE - SE NON CI FOSSE L’EX SEGRETARIO DS IN CORSA, SI ANDREBBE DRITTI AL BALLOTTAGGIO PD-M5S

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

fassino e la transfassino e la trans

Alle 8 del mattino del 22 giugno 2015 Piero Fassino entrò all' hotel Sitea per parlare del proprio futuro con Matteo Renzi. Gli confidò l' incertezza su una eventuale ricandidatura a sindaco, gli disse dei dubbi che lo tormentavano e di quanto il suo modo di interpretare il ruolo lo avesse provato a livello personale. Il colloquio durò poco, e non solo perché entrambi erano attesi all' inaugurazione del nuovo Museo Egizio.

 

Il presidente del Consiglio fece appello al senso di responsabilità dell'ex segretario dei Ds. In buona sostanza gli disse che alle prossime elezioni amministrative il Pd rischiava ovunque, da Milano a Roma passando per Napoli e Bologna. «Se tu ci sei, questo è l' unico porto sicuro. Non abbiamo bisogno di aprire altri fronti».

 

PIERO FASSINO FA LA RADIOGRAFIA ALLA MODELLAPIERO FASSINO FA LA RADIOGRAFIA ALLA MODELLA

Entro la fine di questo mese, al massimo nei primi giorni di dicembre, Fassino farà quel che tutto lo stato maggiore dei democratici gli chiede di fare. Ma questa lunga fase di attesa, comunque una anomalia nello scenario italiano, non è priva di conseguenze.

 

Lo pensano in tanti, lo dice come al solito Stefano Esposito, il parlamentare torinese che di Fassino è compagno di partito ma non il primo dei suoi estimatori. «Più ritarda nell' annuncio peggio è, perché questo continuo traccheggiare ha comunicato alla città una sensazione di insicurezza. Era una questione personale, a forza di tirarla per le lunghe è diventata una questione politica».

 

La ricandidatura di Fassino, che dopo aver sciolto la riserva è stato gratificato da Renzi della qualifica di «miglior sindaco d' Italia» è ormai un segreto di Pulcinella, nel novero delle cose scontate. L' incertezza sta diventando un' arma, un modo per non offrire vantaggi ad avversari che dopo la sua nuova discesa in campo valuterebbero ogni sua decisione in termini elettorali.

 

qualcuno faccia mangiare fassinoqualcuno faccia mangiare fassino

All' improvviso la vecchia Torino, il villaggio di Asterix del Pd, si scopre contendibile. E non solo per via dei sondaggi che girano nei salotti dei soliti noti. Il primo è quello commissionato da Torino Economia, guidata dall' ex presidente dei Giovani industriali Davide Canavesio. Il secondo è un recente sondaggio interno del Pd. Dicono entrambi la stessa cosa. Ballottaggio. Ovviamente con i Cinque Stelle. E poi chissà.

 

RENZI  FASSINO  RENZI FASSINO

I segnali più evidenti del fatto che Torino non è più ritenuta una roccaforte inespugnabile arrivano dai campi avversi al Pd e dalle loro scelte. Consapevole di avere una possibilità, il Movimento 5 Stelle ha di fatto cambiato le sue procedure limitandosi all' acclamazione per convergere come annunciato da mesi su Chiara Appendino, che sarà anche una esponente dello spirito dei MeetUp ma soprattutto rappresenta una candidatura identitaria.

 

Una giovane dirigente d' azienda, esponente della borghesia torinese, casa in piazza Statuto, figlia di Domenico, manager oggi in pensione che fu braccio destro di Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte. Di lotta ma anche di governo, comunque non certo una marziana.

Giorgio Airaudo Giorgio Airaudo

 

L' altro nome pesante è quello di Giorgio Airaudo, deputato dal 2013, sindacalista Fiom, la faccia dello spirito operaista della città, che ancora esiste. Sabato mattina alle Vetrerie di corso Regina Margherita, lontano dal centro, renderà ufficiale la sua candidatura in rappresentanza di una coalizione a sinistra del Pd. Anche qui una persona conosciuta e riconosciuta, trasversale.

 

Ai tempi delle primarie del 2011 il Pd temeva molto un suo impegno diretto. Cinque anni dopo se lo ritrova come nemico. «Rimuovendo la rappresentanza del lavoro, in una città dove esistono forti disuguaglianze il Pd ha aperto un varco che Fassino certo non ha riempito, diventando il primo dei renziani piemontesi».

CHIARA APPENDINOCHIARA APPENDINO

 

C' è una strana atmosfera, nella città più tradizionalista d'Italia. Bruno Babando, il creatore de Lo Spiffero, un sito che sta a Torino come Dagospia al resto d'Italia, nessuno lo dice ma tutti lo leggono di nascosto, sostiene che comunque vada siamo al cambio di stagione.

 

«Al di là dei suoi molti meriti, Fassino incarna un modello arrivato a fine corsa. C' è un pezzo di città, compreso una parte di establishment, che da troppo tempo si sente esclusa dai processi decisionali. E questo spirito del tempo rende aperta una competizione che sembrava chiusa in partenza». Non ci sono più i porti sicuri di una volta .

 

 

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