IL MONOPOLIO ANNUNZIATA – LUCY PRETENDE DI ESSERE L'UNICA A INTERVISTARE I POLITICI IN CAMPAGNA ELETTORALE: GLI ALTRI (VEDI VESPA E FAZIO) NON HANNO CONTRATTI DA GIORNALISTI IN RAI – DI LEI, LUZZATTO FEGIZ DISSE: “IL SUO VERO LIMITE È SEMPRE STATA LA SINTASSI, LA SCARSA CONOSCENZA DELL'ITALIANO”. MA LE SUE CONOSCENZE TRASVERSALI COMPENSANO AMPIAMENTE...

 

Paolo Bracalini per il Giornale

 

lucia annunziata in mezz ora

Bruno Vespa avrà ripensato al termine con cui ha definito affettuosamente, ma mica tanto, Lucia Annunziata in uno suo libro sulle donne italiane («se posso, una rompicoglioni»). La giornalista che «sa quattro lingue ma non ne parla nessuna» (questa invece è di Sabina Guzzanti) si è battuta, peraltro inutilmente, per vietare che Porta a porta e altri programmi con conduttori inquadrati in Rai con un contratto artistico (e per questo, pagati molto più della Annunziata) si possano occupare di politica ospitando i leader in campagna elettorale. Fosse per la Annunziata, niente politica da Vespa, solo dai giornalisti veri come lei.

BRUNO VESPA E LUIGI DI MAIO

 

«Col contratto da artista non si può seguire il voto, non ce l' ho coi colleghi ma la politica deve far rispettare la legge in tempo di par condicio», ha sentenziato sul Fatto la badessa di Sarno, riuscita a farsi pagare dalla Rai (sempre prodiga con i giornalisti organici alla politica, specie di sinistra) fino a 460mila euro per quattro interviste al mese (stipendio poi ridotto per rispettare il tetto di legge di 240mila euro).

LUCIA ANNUNZIATA MASSIMO DALEMA MARIO PIRANI

 

Insomma solo un giornalista contrattualmente definito come tale può intervistare un politico, assicurando la giusta imparzialità e oggettività. Una dote che non tutti sono disposti a riconoscere nella carriera, schieratissima, della Annunziata, da giovane sessantottina figlia di ferroviere comunista («ero una militante scatenata) a redattrice del Manifesto fino alla Rai, prima a RaiTre, feudo del Pci, poi la presidenza «di garanzia» del manicomio Viale Mazzini e quindi i programmi.

 

lucia annunziata

Avendo coperture trasversali (è pure nel club dell' Aspen Institute), di solito preferiscono non mettersela contro. Con qualche eccezione, tipo Giovanni Minoli che l' ha asfaltata: «Non è capace. È una donna molto intelligente ma è una politica frustrata e quindi lei ha il problema di dire che sa. Ogni domanda è un piccolo editoriale. Invece l' intervista è esattamente il contrario. Devi fare venire fuori l' altro» (già in passato l' aveva accusata di avergli copiato il format di Mixer, e di avere il difetto che «vuole sempre dirti che la sa più lunga di te. Ogni sua domanda è un editoriale»).

 

MARIO LUZZATTO FEGIZ

Più truce il ricordo di Mario Luzzatto Fegiz, storico critico del Corriere della sera: «Quando dirigeva il TG3 andava in bagno scalza, perché lasciava le scarpe sotto la scrivania. Una vera signora. Con i giornalisti maschi usava un linguaggio da caserma. Ma il suo vero limite è sempre stata la sintassi, la scarsa conoscenza dell' italiano. E il carisma televisivo di una verza».

 

Organicissima, da giovane del Manifesto frequentava i giovani della Fgci e futuri leader e ministri Ds, c' è una vecchia foto di lei con Veltroni, Mussi e D' Alema che guardano assorti Giorgio Amendola. «Lo consideravamo un dio» dirà la Annunziata. Nell' estesissima categoria dei giornalisti italiani legati al Pci-Ds-Ulivo-Pd, la Annunziata è stata catalogata nell' area «dalemiana». In effetti uno dei pochi a cui non ha fatto saltare i nervi nelle sue interviste-editoriale che spesso si concludono a pesci in faccia.

 

dalema veltroni mussi annunziata con amendola

Celebre quando portò all' esasperazione Berlusconi durante la campagna elettorale del 2006 («Lei ha dei pregiudizi nei miei confronti, vado via. Dovrebbe provare un po' di vergogna»). Ma anche il povero Francesco Rutelli, sotto pressione (suo malgrado, non c' entrava niente) per le ruberie dell' ex tesoriere della Margherita, perse le staffe davanti al rullo compressore della Annunziata: «Ma lei ancora insiste? Devo querelare anche lei? Ancora mi rompete le palle con questa storia!».

 

BERLUSCONI E ANNUNZIATA

Peggio ancora con Alfano allora leader del Pdl, partito che la Annunziata definì in diretta di «impresentabili», come se fosse un avversario di un altro schieramento e non il giornalista che conduce l' intervista. La Rai fu costretta a richiamarla per l' eccessiva partigianeria. Mentre la Vigilanza, ieri, ha bocciato il lodo Annunziata: potrà occuparsi di politica anche Vespa. Che si toglie il sassolino: «Spiace che parli di un tema così delicato senza documentarsi. Non esistono leggi a mio favore. E non c' è nessuna legge a favore. E non c' è nessuna ragione per sollevare un tema che in campagna elettorale non si è mai posto».

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…