giuseppe conte due per mille

ORA IL MOVIMENTO CINQUE STELLE È DAVVERO COME TUTTI GLI ALTRI - PER COMPLETARE LA TRANSIZIONE MANCAVA SOLO IL FINANZIAMENTO PUBBLICO, ULTIMO TOTEM ABBATTUTO IERI CON L’OK ALL’ACCESSO AL DUE PER MILLE - M. FELTRI: “SI SONO ACCORTI CHE FARE POLITICA COSTA, SPECIALMENTE SE HAI UN LEADER NON PIÙ PREMIER A CUI TOCCA PAGARSI ANCHE I TRENI PER ANDARE AI COMIZI. FORSE HA RAGIONE DI BATTISTA: SONO DIVENTATI COME L'UDEUR. MA ANCORA SENZA UN CLEMENTE MASTELLA, PURTROPPO…”

1 - IL GIOCO E LA CANDELA

Mattia Feltri per "La Stampa"

 

GIUSEPPE CONTE

A me questi cinque stelle cominciano a piacere sempre di più e infatti, porca miseria, appena cominciano a piacermi non fanno più notizia. Probabilmente vi sarà sfuggita un'assemblea dei parlamentari grillini che nella tarda serata di giovedì, sotto l'imperiosa guida di Giuseppe Conte, ha deciso a travolgente maggioranza di accedere al due per mille. Cioè al finanziamento pubblico.

 

CONTE TONINELLI

Già avevo raggiunto l'estasi quando il presidente della Camera, Roberto Fico, si era presentato alla tribuna d'onore dello stadio Olimpico con una scorta da Dott. Ing. Gran. Mascalzon. Lup. Mann. - otto guardie! Persino troppo ma, se serviva per dare il buon esempio, ben fatto.

 

Io sono a favore di tutti i privilegi, compresi quelli non ancora inventati, sebbene non li chiami privilegi ma ovvie dotazioni economiche e di sicurezza che lo Stato garantisce a chi lavora per lo Stato in rappresentanza dei cittadini.

 

BEPPE GRILLO IN COLLEGAMENTO CON CONTE.

Ora i cinque stelle si sono accorti che fare politica costa, specialmente se hai un leader non più premier a cui tocca pagarsi anche i treni per andare ai comizi. Non siete convinti? Bè, mi gioco il jolly: l'unico contrario era Danilo Toninelli. In realtà ce n'era pure un altro, un certo Davide Zanichelli che voleva sapere quanto avrebbero incassato, cioè «se il gioco vale la candela».

 

alessandro di battista

Come dire, non siamo in vendita, fino a un certo prezzo. Forse ha ragione Alessandro Di Battista: sono diventati come l'Udeur. Ma ancora senza un Clemente Mastella, purtroppo. Io però ho pazienza e arriverà il giorno in cui reintrodurranno l'immunità parlamentare, e quel giorno mi iscriverò al Movimento. Corrente mastelliana, naturalmente.

 

2 - CONTE DICE SÌ AI SOLDI DEL 2 PER MILLE NEI CINQUE STELLE CADE UN ALTRO TABÙ

Federico Capurso per "La Stampa"

 

Il rifiuto di ogni tipo di finanziamento pubblico era uno degli ultimi totem del Movimento rimasti in piedi. Ma un partito ha dei costi, le casse languono e per Giuseppe Conte, ormai, si tratta di sopravvivenza: è tempo di «abbracciare la novità del 2 per mille», annuncia ai parlamentari M5S riuniti in assemblea mercoledì, quando è quasi mezzanotte.

GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA

 

«Qualcuno ha espresso qualche dubbio, ma la stragrande maggioranza dei presenti conferma la sua disponibilità», dice il leader dei Cinque stelle, annunciando che tra lunedì e martedì la svolta verrà «affrontata sul web. E la votazione - sottolinea - non solo è opportuna, ma necessaria».

 

E la necessità più forte, in prospettiva, è quella di far fronte a una campagna elettorale. Difficile accedere alla prima tranche di fondi del 2 per mille in arrivo a dicembre. Più probabile che il tesoriere Claudio Cominardi possa vedere entrare qualcosa in cassa solo a giugno 2022. Tardi, in caso di elezioni anticipate.

CLAUDIO COMINARDI

 

Ma al di là dei calcoli da contabili, resta sul terreno l'ennesimo tabù infranto, un altro vecchio arnese grillino pronto per essere archiviato. «Bisogna essere sinceri ed evitare le ipocrisie», scrolla le spalle l'ex capo politico Vito Crimi.

 

«Ci sarà una forte riduzione di parlamentari dovuta al taglio degli eletti e al calo dei consensi, bisogna prendere atto della necessità di questi fondi». Pragmatismo puro, sporcato da un'illusione finale: «Rimaniamo quello che siamo, un movimento politico».

 

DI BATTISTA TONINELLI

Ma la realtà è che di quello che erano i Cinque stelle del 2013 non è rimasto quasi nulla. È finito il tempo dello streaming, del divieto di andare in tv, dell'orizzontalità nelle gerarchie e nelle scelte politiche, del rifiuto delle alleanze, di quel modello «senza sedi, soldi e tesori» che invocava Grillo appena un anno fa.

 

All'interno dei gruppi si prende atto del giro di boa come di un avvenimento inevitabile, perché «le donazioni degli attivisti sono drasticamente calate - ammette un deputato della vecchia guardia -. Anche le restituzioni di deputati e senatori non bastano, la maggior parte di noi è in ritardo con i versamenti e molti non vogliono più restituire perché sanno che non saranno rieletti e magari nemmeno ricandidati».

beppe grillo al mare in sardegna 10

 

Fuori, Alessandro Di Battista continua la sua operazione di cannoneggiamento contro il suo ex partito: «Il Movimento votò contro la legge del governo Letta che istituiva il 2x1000 ai partiti sostenendo che fosse un finanziamento pubblico mascherato, ed era un bel Movimento», scrive sui social. Si contava sulle donazioni degli attivisti, e «i soldi arrivavano perché c'era identità - ricorda l'ex deputato -. Oggi il neo-movimento si avvita su se stesso. Incapace di ottenere donazioni puntando sull'identità, segue la strada di tutti gli altri partiti, che un tempo non avrebbe imboccato nemmeno sotto tortura».-

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…