italia mughini

L’EUROPEO DI MUGHINI - “NEI GIORNI SCORSI INAUDITI CAZZONI HANNO INVITATO A NON TIFARE PER LA NAZIONALE PUR DI NON GIOVARE AL DESTINO DEL GOVERNO DRAGHI. ANCH’IO NON AMO I SENTIMENTI “DIFFUSI” E TALMENTE MAGGIORITARI. TUTT’ALTRA COSA NELLO SPORT, LA CONTESA LA PIÙ LEALE E LA PIÙ TEATRALE DI TUTTE. DIRETE: È BEN STRANO UN PAESE IN CUI CITTADINI SI SENTONO SOLIDALI SOLO QUANDO SI TRATTA DEL PALLONE. MA SE IL CALCIO HA QUESTA FORZA SUASIVAMENTE SIMBOLICA ED ELETTRIZZANTE PERCHÉ DIRE DI NO? NON È PROPRIO POSSIBILE TENERE IL NASINO SPREZZANTEMENTE IN SU INNANZI ALLE IMMAGINI DELLE PIAZZE FESTANTI, DOPO I DUE ANNI CUPISSIMI E I 127MILA MORTI CHE LA PANDEMIA CI HA APPIOPPATO” 

Giampiero Mughini per Dagospia

 

Mughini

Caro Dago, quando nel 1938 in Italia il fascismo mussoliniano dominava incontrastato e a Parigi stavano per cominciare i campionati del mondo di calcio (che la nazionale italiana guidata da Vittorio Pozzo aveva già vinto nel 1934, e vincerà nuovamente nel 1938), un gruppo di italiani esuli antifascisti in Francia promosse il boicottaggio degli azzurri, ossia di tifare contro di loro. 

 

Solo che Leo Valiani, uno dei più grandi intellettuali del Novecento (uno il cui nome pochi di voi hanno mai sentito pronunciare), ribatté che questa era una sciocchezza, una cosa era il regime fascista un’altra cosa erano gli atleti che portavano la maglia italiana la cui identità era cara alla gran parte del popolo italiano e che perciò andavano sostenuti e applauditi. 

Leo Valiani

 

Ho pensato a Valiani e a questo antefatto quando nei giorni scorsi qualcuno ha invitato a non tifare per la nazionale italiana pur di non giovare al destino politico del governo presieduto da Mario Draghi. Inauditi cazzoni.

 

Così come mi divertivo alle immagini di un qualche giornalista che a Cannes interrogava il mio vecchio amico Nanni Moretti stuzzicandolo se sì o no lui avesse tifato per la nazionale italiana che ieri si apprestava a vincere il titolo europeo, e lui rispondeva a denti stretti che aveva avuto solo il tempo di guardare il cerimoniale dei rigori. 

 

NANNI MORETTI 18

Nanni pur di andare contro il sentimento diffuso è disposto a tutto, ciò che a me lo rende irresistibilmente simpatico; nel 1982 lui e suo fratello Franco, altro grande mio amico di un’epoca lontana, tifavano per la “grande bellezza” del Brasile contro un’Italia formidabile in difesa e che poi avrebbe annichilito tutti fino alla conquista del titolo di campione del mondo.

 

italia inghilterra 16

Anch’io non amo i sentimenti “diffusi” e talmente maggioritari, in qualche caso li disprezzo. Tutt’altra cosa nello sport, la contesa la più leale e la più teatrale di tutte, dove la posta in gioco è talmente palese e talmente evidente, e dove nel 90 per cento dei casi vince chi ha meritato di più, chi ha saputo durare e soffrire sino all’ultimo. 

nazionale inglese medaglia

 

Come ieri nel titanico scontro con gli inglesi sul loro campo londinese per eccellenza e mentre 50/60 mila sulle gradinate erano dalla loro parte e laddove i tifosi italiani erano 7/8mila. Una sfida tanto titanica quanto leale, e in fatto di lealtà mi colpisce che i giocatori inglesi si siano comportati tutto fuorché da gentlemencol togliersi dal petto la medaglia d’argento che avevano meritato sul campo. 

SPINAZZOLA CON LE STAMPELLE 1

 

Mi direte che è ben strano un Paese in cui cittadini si riuniscono e si sentono solidali e acclamano i loro beniamini solo quando si tratta del pallone. Avete cento e una ragione. Detto questo, se il pallone ha questa forza suasivamente simbolica ed elettrizzante perché dire di no. 

 

italia inghilterra a bologna 86

Accadono meraviglie sul campo verde del football, esplosioni di italianità nelle prestazioni dei vari Donnarumma Spinazzola Chiellini Verratti Chiesa, meraviglie di italianità in giocatori che il più delle volte sono alti la metà degli atleti del nord nelle cui famiglie la carne si mangiava da secoli e non da una cinquantina d’anni come da noi.

 

COVID ITALIA

Non è proprio possibile tenere il nasino sprezzantemente in su innanzi alle immagini delle piazze festanti, e ditemi voi se dopo questi ultimi due anni cupissimi non era davvero il caso di vedere delle piazze festanti dopo i 127mila morti che la pandemia ci ha appioppato. Purché la festa non attenga solo al pallone, mi direte. 

 

Certo, certo, certo. Ma per intanto godiamocela questa festa che ci è venuta dalle parate di Donnarumma, dalle incursioni sulla sinistra di Spinazzola, dal Jorginho che in una partita su 73 passaggi ne azzecca 72. Non è forse anche questa una “grande bellezza” come la storia italiana ne vanta in tutti i campi dell’arte?

Chiellini Bonucciitalia inghilterra 17

GIAMPIERO MUGHINI

coronavirus terapia intensiva 1giorgio chiellini e leonardo bonucci con la coppa

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