LA VERSIONE DI MUGHINI - STAMATTINA CI SIAMO RITROVATI UN GRUPPO DI AMICI TUTTI ABBASTANZA STAGIONATI NELLA CHIESA DI SANTA MARIA IN TRASTEVERE, AD UNA PICCOLA CERIMONIA, UNA MESSA IN MEMORIA DI CRAXI. ERAVAMO DELLE BRAVE PERSONE. C'ERA QUEL GIULIANO AMATO CHE DA STATISTA PRELEVÒ QUALCHE SPICCIOLO DAI CONTI DEGLI ITALIANI - BETTINO LO AVRÒ VISTO FORSE PER 10 MINUTI IN TUTTA LA MIA VITA MA MI HA COMMOSSO ''HAMMAMET'' E MI HANNO COMMOSSO LE PAROLE DEL PARROCO QUANDO…
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, stamattina ci siamo ritrovati un gruppo di amici tutti abbastanza stagionati nella chiesa di Santa Maria in Trastevere ad una piccola cerimonia, una messa in memoria di Bettino Craxi. Eravamo non molti ma buoni, tutti delle brave persone.
C’era l’ex braccio destro di Bettino, quel Giuliano Amato a me carissimo e di cui non smetterò di apprezzare la volta che di notte tolse dai conti correnti degli italiani qualche spicciolo che serviva a impedire che il rosso del bilancio pubblico esplodesse. Quella sì la scelta di uno statista.
pierfrancesco favino nei panni di bettino craxi in hammamet 1
C’era Gennaro Acquaviva, che nel 1976 era stato il capo della segreteria politica di Craxi. C’erano gli ex senatori socialisti e miei cari amici Bruno Pellegrino e Luigi Covatta, e con Bruno c’era sua moglie Daniela Viglione, per dire di una donna che non è mai rimasto un passo indietro rispetto al suo uomo.
C'era Piero Craveri, che non vedevo da tempo, da quando era stato il compagno di vita di Ludovica Ripa di Meana. C'era Luigino Compagna, figlio dell’indimenticabile Chinchino Compagna. C’era l’ex ministro Andrea Riccardi e anche il mio vecchio amico Alberto Benzoni e anche Filippo Ceccarelli, uno dei giornalisti più indipendenti oltre che più bravi che io conosca, e lui se l’è messa in bocca l’ostia che porgeva il sacerdote, e a una mia domanda ha risposto che lui è un credente, cosa che io non sapevo.
Ti ripeto, un gruppo di brave persone, niente affatto adatte a figurare in un tuo “cafonal” che di certo attrarrebbe più che non una cerimonia cui partecipava un gruppo di persone dai capelli largamente imbiancati.
Un gruppo di persone orgogliose di essere state lì in mezzo, al tempo della “battaglia delle idee” di cui Craxi fu un protagonista assoluto e indimenticabile. E pensare che lì accanto alla chiesa c’era la prima casa romana in cui aveva abitato l’allora mio grande amico Gianni Amelio, appena sbarcato da Catanzaro. A me è piaciuto eccome il suo film. Talvolta commosso.
Così come mi hanno commosso le parole del sacerdote che officiava la messa e che nel riferire il destino umano di Bettino ha detto che è stato un destino pieno di contraddizioni, tumultuoso, drammatico. Un latitante? Solo un cretino potrebbe riempirsi le gote con un tale giudizio e esaustivo giudizio. Un latitante? Lo furono ciascuno a suo modo anche Giuseppe Mazzini e il primo Lev Trockij.
Io che in tutto e per tutto lo avrò visto in vita mia per dieci minuti o forse meno, in certi momenti del film di Amelio ero con le lacrime agli occhi. E mai mai mai dimenticherò le immagini di quel discorso alla Camera in cui Craxi rivolgeva il dito puntato a tutto l’emiciclo parlamentare, pronunziando alla maniera sua la domanda se qualcuno di loro ignorasse che la democrazia pluripartica si reggeva sul fatto che ciascun partito prelevasse illegalmente dei fondi.
“C’è qualcuno di voi che non lo sa?”, e Bettino continuava a puntare il suo dito sul restante dell’aula. Silenzio assoluto, non un fiato, non una voce. E del resto in quella stessa Camera era stata votata all’unanimità qualche anno prima – nel 1989 – una legge che amnistiava – per tutti i partiti – il reato di prelievo illegale di fondi, il fatto di riscuotere delle tangenti. Sino al 1989 amnistiato completamente quel reato. Da tutti i partiti.
GIAMPIERO MUGHINI