nello musumeci gianfranco micciche

UN SACCO NELLO - MUSUMECI NON MOLLA! IL GOVERNATORE DELLA SICILIA, ABBANDONATO DA FORZA ITALIA E LEGA, TIRA DRITTO SULAL SUA RICANDIDATURA: “MELONI E SALVINI DEVONO SENTIRSI E PARLARSI, IN MEZZ’ORA SI RISOLVE TUTTO”. SARÀ, MA LE PAROLE BOMBA DI MICCICHÈ (“È UN FASCISTA”) SONO IL SINTOMO DI UN MALESSERE ESTESO DENTRO LA COALIZIONE. GLI AZZURRI IN SICILIA SONO CONVINTI: “IL PROBLEMA NON SONO LE ASSURDITÀ DETTE DA MICCICHÈ, MA CHE I SONDAGGI SONO PESSIMI: CONTRO LA CHINNICI, MUSUMECI PERDE”

Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”

 

nello musumeci foto di bacco (2)

Non teme nessuna «mossa del cavallo», quella evocata contro di lui da Gianfranco Miccichè in una presunta telefonata con Silvio Berlusconi: «Ma figuriamoci. Fu inventata nel lontano '600 da Pietro Carrera, nato a Militello in Val di Catania, come me e Pippo Baudo: nel gioco degli scacchi io le mosse le conosco...».

 

Resta calmo e determinatissimo Nello Musumeci, presidente della Sicilia, l'uomo attorno a cui si sta combattendo una guerra senza esclusione di colpi nel centrodestra (ieri tra l'altro, per la quarta volta, il governo regionale è stato battuto all'Ars nel voto segreto durante l'esame della legge di Stabilità).

 

GIANFRANCO MICCICHE MATTEO SALVINI

Quanto le liti riguardino proprio lui o quanto sia vittima di una lotta di potere tra i leader, ancora non è chiaro.

 

Una cosa è certa: se Miccichè lo dice violentemente (in un'intervista alla Stampa ha dato dei «fascisti» a lui e praticamente a tutto FdI), ai vertici di FI e Lega lo si sostiene dietro le quinte: ad oggi, non può essere dato l'okay alla sua ricandidatura a presidente della Regione. Che invece il partito della Meloni pretende.

 

GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

«Io credo che Meloni e Salvini debbano sentirsi, parlarsi, e in mezz' ora si risolve tutto... Il tema non è locale ma nazionale, loro devono decidere», dice Musumeci, convinto che Berlusconi non sia affatto un suo nemico, piuttosto un mediatore. E Miccichè?

«Non mi ha chiamato, ma non è un problema. Oggi eravamo in Aula assieme. Mica bisogna essere amici per fare politica dalla stessa parte».

 

Però le posizioni restano ancora molto distanti, nonostante il centrodestra abbia alla fine, faticosamente, raggiunto l'intesa su Palermo (che manca invece a Verona, Viterbo, Catanzaro): tutti con Roberto Lagalla - ex assessore della giunta Musumeci, sostenuto prima dall'Udc, poi da FdI e infine forzatamente anche da FI e Lega - che ha dichiarato il suo appoggio al presidente uscente.

miccich berlusconi

 

«Il problema non sono le assurdità dette da Miccichè, ma che i sondaggi sono pessimi: contro la Chinnici, Musumeci perde», dicono dai piani alti di FI giustificando perlomeno l'attesa prima di dare il via libera alla ricandidatura.

 

Lettura che viene smentita a destra da FdI («Tutte scuse»), che non vuole cedere, come ha scandito La Russa allo stesso Miccichè e in pubblico, pur ammettendo in privato che forse un po' più conciliante con i partiti locali Musumeci - uno che delega poco e decide molto - potrebbe pur esserlo.

nello musumeci maurizio gasparri foto di bacco (2)

 

Se ne dovrebbe discutere in un vertice da due settimane evocato ma ancora per aria. Tutti dicono di essere disponibili ma «Salvini, che sarebbe il capo della coalizione, o anche Berlusconi, non lo convocano: noi aspettiamo», allarga le braccia La Russa. Difficile sia in settimana, forse la prossima. O comunque quando se ne potrà uscire con una forte posizione unitaria vista una campagna elettorale che, in attesa di quella d'autunno per la Sicilia, sarà durissima.

GIANFRANCO MICCICHE GIORGIA MELONI NELLO MUSUMECI

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…