NAPOLITANO CONVOCA IL PD E PROMETTE CHE NON SCIOGLIERÀ MAI LE CAMERE SENZA RIFORMA DEL PORCELLUM


Umberto Rosso per "la Repubblica"


Li ha convocati a Castelporziano, dove Giorgio Napolitano si è trasferito per la pausa di agosto che sta per cominciare. Ma, prima, ha voluto chiamare a consulto i vertici del Pd, secondo round della verifica che il capo dello Stato ha avviato lunedì ricevendo al Colle Brunetta e Schifani. Stavolta c'è anche un segretario, il leader dei democratici Epifani insieme ai due capigruppo Speranza e Zanda, e anche Anna Finocchiaro, presidente a Palazzo Madama della commissione Affari istituzionali.

Perché proprio la riforma elettorale è stato uno dei piatti forti del pranzo nella tenuta presidenziale: Napolitano ha chiesto un'accelerazione della riforma elettorale, e vuole che alla ripresa dei lavori parlamentari sia pronta comunque la "clausola di salvaguardia" per poter evitare elezioni col Porcellum in caso di crisi.

Il presidente della Repubblica sta riflettendo su quel che gli ambasciatori del Cavaliere erano
andati a chiedergli, un "salvacondotto" per salvare Berlusconi o almeno l'agibilità politica per l'ex premier destinato a uscire di scena. Il mandato del Pd, con il quale il segretario è arrivato dal capo dello Stato, pare univoco: non c'è spazio alcuno per azioni di salvataggio del Cavaliere dalla sentenza della Cassazione. «Farà politica - è quel che si sostiene all'interno del partito democratico - nelle forme e nei modi che verranno consentiti dai magistrati, nel caso dei domiciliari o dei servizi sociali».

Il destino dell'ex premier davanti alla Giunta per le elezioni, chiamata a settembre a decidere sull'incandidabilità, sarebbe così segnato. Non resterebbe che la strada di un atto diretto e autonomo di Napolitano (grazia o conversione della condanna in pena pecuniaria) ma al tavolo con i leader democratici il presidente non ha sfiorato la questione, allergico come è alle «intrusioni » e pressing.

Del resto comunque sono note le sue obiezioni anche formali ad un gesto di clemenza in un caso come quello di Berlusconi. Restano le preoccupazioni e l'allarme per le conseguenze sulla tenuta del governo, con l'affondo del Cavaliere che fa balenare ritorsioni usando l'arma dell'Imu. Ma nell'incontro il capo dello Stato ha voluto affrontare a tutto campo il nodo della stabilità del governo. Ha chiesto lumi a Epifani sul clima all'interno del Pd.

E il segretario lo ha informato sullo stato dell'arte nel partito all'indomani della direzione e del giallo della data del congresso. Le tensioni fra l'ala filo- Letta e il composito fronte che rema contro, nel partito di maggioranza e del presidente del Consiglio, vengono seguite con grande attenzione al Colle.

Il segretario rassicura: «Non sarà il Pd a staccare la spina a Letta». A tutti, Pd e Pdl, il Quirinale chiede la prova della verità a settembre: la rete di protezione anti-Porcellum per mettere in sicurezza il governo dalle tentazioni di elezioni anticipate. Anna Finocchiaro ha garantito al capo dello Stato: i democratici faranno sul serio, abbiamo già incardinato la procedura d'urgenza a Palazzo Madama. E Berlusconi? L'idea che venga rimosso, cambiando il Porcellum, l'ostacolo alle elezioni anticipate, potrebbe tentare anche il Cavaliere.

 

 

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