UN NAPOLITANO IN MEZZO AI NANI – LO SHOW DI KING GEORGE AL TEATRO ELISEO DIPENDE SOLTANTO DAL FATTO CHE HA UNA MARCIA IN PIÙ RISPETTO AI POLITICI IMPROVVISATI DELLA SECONDA REPUBBLICA E AI PALLIDI BUROCRATI DEL GOVERNO TECNICO DECLASSATO DA GOVERNO DEI PROFESSORI A GOVERNO DEI RAGIONIERI (“C’È UNA DIFFERENZA TRA I RAGIONIERI E RAGIONARE”)….

DAGOREPORT

Questo sito non ha mai mancato di sottolineare il ruolo, talvolta di vera e propria supplenza generale, che il Supremo Colle ha svolto negli ultimi anni e che ha avuto il suo culmine nella preparazione e nel varo del governo tecnico con il corollario della defenestrazione di Berlusconi da leader della maggioranza e da premier.

Oggi "Re Giorgio" ha preso anche le distanze dalla sua creatura prediletta, pur riconoscendone i meriti nella gestione contingente della crisi finanziaria e nella sua agibilità internazionale. Ma, soprattutto, chi ha partecipato agli Stati generali della Cultura al teatro Eliseo a Roma (evento organizzato dal Sole 24 ore, dall'Accademia dei Lincei e dall'Enciclopedia Treccani), ha potuto vedere da vicino che la leadership dell'inquilino pro tempore del Colle più alto dipende soltanto dal fatto che ha una marcia in più rispetto ai politici improvvisati della Seconda repubblica e un cambio automatico robotizzato rispetto ai pallidi burocrati del governo tecnico.

All'Eliseo è accaduto quanto segue: in un evento volutamente aperto ad un pubblico attento e partecipe di oltre ottocento persone (diverse altre centinaia erano state smistate al piccolo Eliseo e in un'altra sala vicina), di fronte alle divagazioni di alcuni ministri per mancanza di prove come Ornaghi e Profumo, la sala ha cominciato a far domande e a sostenere la richiesta di concretezza che reclamava il moderatore Roberto Napoletano, direttore del Sole 24 Ore.

Invano, perché Ornaghi risultava non pervenuto e Profumo prima di ammettere che serve investire di più e meglio in cultura invocava addirittura un piano quinquennale di sovietica memoria.

Dev'essere stato proprio il richiamo al piano quinquennale a far scattare l'orgoglio di Re Giorgio che salito sul palco ha messo le cose a posto, bacchettando aspramente l'esecutivo, declassandolo da governo dei professori a governo dei ragionieri ("c'è una differenza tra i ragionieri e ragionare", ha spiegato), incapace di pensare allo sviluppo e di fare delle scelte all'interno della pur necessaria spending rewiew.

E la sala lo ha applaudito a scena aperta, così Re Giorgio ha potuto ricordare anche la sua giovinezza politica quando sapeva "comiziare". Ora faccio un altro mestiere, ha concluso, ma quando ci vuole ci vuole è sembrato voler dire.

Non a caso l'unico dei ministri presenti che ha salvato (e che per la verità s'era già salvato da solo rispondendo bene alle contestazioni) è stato Fabrizio Barca, che non ha mai fatto politica ma ha nelle vene il sangue di un politico come lo zio Luciano, già responsabile economico del vecchio Pci e scomparso da poche settimane.

Onore dunque a Re Giorgio. Certo è che se anche il Supremo Colle è più in sintonia con l'umore del Paese di quanto lo siano Rigor Montis e i suoi ragionieri, è possibile che le elezioni siano un po' più vicine e non solo per via dell'election day.

 

 

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