MALEDETTE CROCIERE! - UNA NAVE MSC PARTITA DA NAPOLI SI FERMA A LIVORNO: QUATTRO CASI DI MENINGITE TRA L’EQUIPAGGIO - IN FIN DI VITA UN INDONESIANO, GRAVISSIMO UN SORRENTINO, STANNO GIA’ MEGLIO IL BRASILIANO E IL FILIPPINO - PROFILASSI D’URGENZA PER I 2.800 PASSEGGERI: SOLO 60 LASCIANO, GLI ALTRI PROSEGUONO - QUEL FUNESTO VIAGGIO SULLA ROTTA DEL TITANIC…

Pierangelo Sapegno per "La Stampa"

L' altra notte, come se fossero tutti Florentino e Firmina, i 2800 passeggeri della nave da crociera Msc Orchestra hanno ripreso il loro viaggio da Livorno destinazione Villefranche, lasciando a terra meningite, morte, dolori e paure. L'amore ai tempi del colera. Forse era troppo bello per fermarsi. Forse no. Mentre tutte le malattie restano a terra, la notte ha una sua poesia dal ponte di bordo, andando lontano, oltre i confini della quotidianità. Il mare ha questo potere, di raccontare fiabe anche quando semina tragedie.

Erano partiti da Napoli che faceva festa. Il depliant diceva: «Viaggi, magia, fuga, relax. Tutto questo può essere una esperienza firmata Msc Crociere». A guardarlo questo colosso, sembra una città quartiere che fende le onde, con queste sue quinte gigantesche di balconi e finestre come quelle di un enorme palazzo, o di un grattacielo che solca le acque. «Siamo orgogliosi dello stile italiano», c'è scritto nel cartoncino pubblicitario. Partiti da Napoli, però, si sono fermati subito a Livorno con quattro casi di meningite batterica nell'equipaggio, due dei quali in gravissime condizioni.

Per il primo dei contagiati, un indonesiamo di 32 anni, le speranze sono al lumicino: è ricoverato in choc termico al reparto di rianimazione dell'ospedale di Livorno, come ha spiegato il primario di medicina d'urgenza, Francesco Genovesi. E' messo molto male anche un italiano di 47 anni, di Sorrento, che lavorava nelle cucine. Gli altri due, un brasiliano e un filippino, si trovano al reparto malattie infettive. Se tutto va bene, non dovranno aspettare molto per tornare a casa. Dopo averli portati in ospedale, sono saliti a bordo i medici e hanno fatto la profilassi per i 2800 passeggeri.

Sessanta di loro hanno preferito non proseguire. Tutti gli altri ieri mattina sono arrivati a Villefranche, in Francia. E' che nel mare il destino ha la fatalità di una corrente, che ti trascina dove vuole. Sulla nave della Costa Concordia che si è arenata all'isola del Giglio, dicevano che non si era rotta la bottiglia di champagne il giorno dell'inaugurazione. Era come se avesse la sfortuna dentro.

Può darsi che non sia vero niente. Però il comandante Schettino portò ad affondare la sua nave proprio il venerdì 13 gennaio 2012 con mille e 13 membri d'equipaggio a bordo, come se i numeri e le date facessero parte di quel destino. C'è un mistero nelle cose del mare che è impossibile da capire e da spiegare. Quest'anno avevano organizzato una crociera in grande stile per il centenario dell'affondamento del Titanic, la più grande tragedia del mare.

Sulla Balmoral, Miles Morgan aveva puntato tutto, anche i soldi, facendo ogni cosa per bene, tutto quasi perfetto. La nave doveva fare la stessa rotta del Titanic per arrivare alla stessa ora nel punto esatto dove la notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912 il transatlantico aveva trascinato negli abissi i suoi 2223 passeggeri.

I prezzi per la crociera della memoria partivano da un minimo di 3390 euro a un massimo di 7265. Tutti i biglietti erano stati venduti. La sera dell'8 aprile la nave era partita da Southampton, Gran Bretagna, e Miles Morgan ripeteva ai giornalisti che c‘erano voluti «cinque anni per organizzare questo viaggio fin nei minimi particolari». Beh, c'era riuscito.

Moltissimi dei viaggiatori erano parenti delle vittime, alcuni erano miliardari americani attratti soprattutto dalla ricostruzione storica. Indossavano tutti gli abiti d'epoca, e ogni cosa era stata ricostruita alla perfezione, anche le portate dei piatti erano le stesse di quei giorni a bordo sul Titanic, e persino le canzoni erano come recitate dagli uomini di un'orchestra rifatta identica a quella che secondo la leggenda aveva continuato a suonare mentre la nave affondava negli abissi.

Era tutto così perfetto, così preciso. Stesso orario di partenza: ore 16, 45. Stessa rotta, via Cherbourg, in Francia, e poi Cobh, costa meridionale dell'Irlanda. Solo che il destino è stato più forte: il mare non li ha lasciati mai avanzare. E poi in passeggero è stato colto da un malore, e hanno dovuto chiamare un elicottero, mentre il tempo passava. Non sarebbero mai arrivati il 14 aprile. Il destino non voleva. Sono tornati indietro. In fondo, è la stessa cosa che hanno fatto quelli della Msc andando avanti. E' la forza del mare, il suo mistero.

 

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