1. RE GIORGIO E LETTA-NIPOTE S’OFFENDONO COL COMMISSARIO REHN MA LA REALTÀ È CHE I NOSTRI CONTI PUBBLICI CONTINUANO A PEGGIORARE: MANCANO 6 MILIARDI DI EURO 2. MA CASUALMENTE, PROPRIO OGGI IL CORRIERE DELLE BANCHE INIZIA A PREPARARE IL CAMPO PERCHÉ L’OPINIONE PUBBLICA ITALIANA ACCETTI DI SOTTOSCRIVERE UNO DI QUEI CONTRATTI BILATERALI CON L’UE CHE SONO LA NUOVA FISSA DELLA C.I. MERKEL. SI TRATTA DI ACCORDI SINGOLI, CON I QUALI UN PAESE IN DIFFICOLTÀ ACCETTA DI FARSI DETTARE L’AGENDA DI POLITICA ECONOMICA IN CAMBIO DI QUALCHE FACILITAZIONE O SCONTICINO 3. INUTILE RIPETERE CHE SE LA POLITICA MACROECONOMICA E FISCALE (QUELLA MONETARIA CE LA SIAMO GIÀ GIOCATA) VIENE CEDUTA ALL’ESTERO, NON SI CAPISCE POI PER QUALI RAGIONI GLI ITALIANI DOVREBBERO ANCORA ANDARE A VOTARE. PER LEGIFERARE, CON TUTTO IL RISPETTO, SULLA BIOETICA E SULLE UNIONI DI FATTO?
a cura di COLIN WARD (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. SIAMO SOLO UNO STATO DI NECESSITA'
Re Giorgio e Aspenio Letta s'offendono con il commissario Rehn e oggi i giornaloni di corte riportano i loro paroloni patriottardi. Ma dopo anni di pellegrinaggi in ginocchio nei vari santuari esteri da parte della nostra classe digerente, la realtà è che i nostri conti pubblici continuano a peggiorare e le chiacchiere ormai stanno a zero. Bruxelles sostiene che mancano 6 miliardi di euro e non crede alle stime di Gelatina Saccomanni su spending review e privatizzazioni, per altro fuori dalla legge di stabilità . Ovviamente abbiamo ragione "noi" e hanno torto "loro", i nordici cattivi.
Ma casualmente, proprio oggi il Corriere delle banche inizia a preparare il campo perché l'opinione pubblica italiana accetti di sottoscrivere uno di quei contratti bilaterali con l'Ue che sono la nuova fissa della C.I. Merkel. Si tratta di accordi singoli, con i quali un paese in difficoltà accetta di farsi dettare l'agenda di politica economica in cambio di qualche facilitazione o sconticino.
L'economista Marcello Messori, in prima pagina, dopo aver dipinto alla perfezione il disastro dell'economia italiana, passa alla propaganda e giura che questi "contractual arrangements" "offrono un'imperdibile opportunità ". Ed ecco come li presenta: "E' vero che tali accordi implicano cessioni di sovranità nazionale nelle politiche macroeconomiche e fiscali, rischiando così di rendere ancora più rigidi i vincoli esterni; è però anche vero che offrono la possibilità a Paesi responsabili di graduare gli aggiustamenti e di allentare altre richieste europee, trasformando i propri punti di forza in fattori di sistema".
Attenzione, perché in queste poche righe rivelatrici c'è tutta la filosofia dell'Europa che stanno costruendo sulle nostre teste. C'è il moralismo tedesco ("Paesi responsabili"), ci sono i meccanismi di annessione ("cessione di sovranità "), c'è la forza del ricatto perenne ("allentare le altre richieste") e infine c'è anche un pizzico di fumo da venditori di aspirapolvere (trasformare "i propri punti di forza in fattori di sistema").
Inutile ripetere che se la politica macroeconomica e fiscale (quella monetaria ce la siamo già giocata) viene ceduta all'estero, non si capisce poi per quali ragioni gli italiani dovrebbero ancora andare a votare. Per legiferare, con tutto il rispetto, sulla bioetica e sulle unioni di fatto?
2. L'EUROPA SONO LORO
Dunque, spreco di retorica su questo inutile scambio dialettico Roma-Bruxelles. Il Corriere titola in prima: "Napolitano e Letta: l'Europa cambi rotta". E uno immagina che a Strasburgo stanotte abbiano tenuto le luci accese per riflettere sul monito a trombette unificate in arrivo dall'Italia. Il Sole 24 Ore parla di "match con i falchi del Nord" (p. 5) e ha ragione. Il quotidiano della Confindustria sottolinea che "è la prima volta che Giorgio Napolitano usa toni così netti verso l'Europa". Del resto, nel gioco delle ammuine, tocca a lui fare la voce grossa con Bruxelles, visto che del Triangolo che governa l'Italia (Napo-Letta-Draghi) Re Giorgio è il vertice amerikano.
La Stampa riassume bene la faccenda: "Subito 6 miliardi di tagli alla spesa'. L'Europa al governo: migliorare gli obiettivi già nella legge di stabilità . La replica: non è necessario. Il Tesoro: disponiamo di stime favorevoli che ci consentiranno di centrare gli obiettivi" (p. 2). Le tenevano in frigo sotto gelatina, "le stime favorevoli"?
E ancora dal Sole, una notizia europea che dovrebbe interessarci parecchio: "Guerra di Parigi al dumping sociale. Il governo francese vuole imporre più controlli ai lavoratori distaccati in arrivo dai Paesi dell'Est". La concorrenza sleale interessa per ora essenzialmente l'edilizia e le distorsioni sono nel fatto che chi arriva da fuori prende il salario minimo francese, ma paga i contributi nel Paese d'origine, dove in genere sono assai più bassi (p. 12).
3. LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
Prendete questo pezzo del Corriere così apparecchiato. Occhiello: "Il governo. Le strategie". Titolo: "Il cronoprogramma del premier. Appello a Forza Italia sulle riforme. Novità su industria e burocrazia. Saccomanni: senza Berlusconi tutto più facile" (p. 6). Se al posto di "premier" ci mettete la parola "Mussolini" non è quasi perfetto?
4. NON AVRAI ALTRA LEGGE CHE IL CODICE IBAN
La rivalutazione delle quote di Bankitalia è una marchetta pazzesca alle banche, specie ad alcune. Questo disgraziato sito lo segnala da giorni e oggi esce allo scoperto il senatore Massimo Mucchetti, con una coraggiosa intervista a Repubblica (p. 24).
Dice il presidente della commissione Industria: "La Banca d'Italia è un'istituzione della Repubblica che fa parte dell'Eurosistema. Non una corporazione che risolve tutto al chiuso di una trattativa con l'Abi sulla base di una perizia di parte presa per buona dal governo e senza approfondimento da parte del Parlamento. Il governo sceglie la parte alta, 7.5 miliardi, di una forcella di comodo. Mi risulta ci siano altre valutazioni, fatte da Bankitalia, più basse (...). Due terzi della somma vanno a Intesa Sanpaolo e Unicredit. Poiché dovranno scendere sotto al 5% saranno le altre banche che dovranno comprare e finanziare così colossi loro concorrenti. In un mercatino delle quote di cui non si capisce come si formino i prezzi e quale autorità eserciti la sorveglianza".
5. ILLUMINIAMOCI ALLA FRANCESE
Repubblica degli Illuminati in festa: "Riforma elettorale, ecco il piano. Dialogo Letta-Renzi: via il Senato, sì al doppio turno. Oggi la Consulta. I giudici della Corte in camera di consiglio per decidere sul Porcellum". "Anche Alfano pronto all'intesa per svincolarsi da Berlusconi". E arriva puntuale la laica benedizione del direttore Eziolo Mauro ("L'ultima occasione", p. 1). In piena eccitazione anche la Stampa: "Il progetto di Renzi: âEntro il 25 maggio cambieremo la legge elettorale". Segue "Il progetto di Alfano: âLa riforma sia condivisa'. Ncd teme l'asse Pd-Fi" (p. 7).
6. NANO DECADENCE
Il Banana dice che la notte non dorme per paura delle manette e il Giornale fratello lo consola così: "La gara dei pm per arrestare l'ex premier. Guerra in procura a Milano su chi sarà il titolare del Ruby Ter. La Boccassini non vuol perdere l'accusa e sponsorizza un suo fedelissimo, Paolo Storari" (p. 2).
Su Repubblica si ride con poco: l'intervista alla falchetta Lara Comi. Che dice: "Marina è una grande manager, la vedo candidata premier. Sarebbe un'ottima soluzione, specie se si votasse a breve, sarebbe il nuovo nella continuità " (p. 4). Avrà anche trent'anni, ma "il nuovo nella continuità " manco Mariano Rumor l'avrebbe detta.
7. RENZIE ATTACK!
Toni alti per rinfocolare le primarie in casa Renzie. Repubblica si presta con il consueto entusiasmo da giornale-partito: "Risultati subito o Pd spazzato via'. Renzi pensa già al test delle europee, lite con Cuperlo sul presidenzialismo. E il sindaco vuole azzerare i rimborsi ai consiglieri regionali" (p. 10).
7. SIAMO TUTTI CINESI
Mentre ci si prepara alla rapida rimozione mediatica della strage di cinesi a Prato, Pasquale Natuzzi affitta una pagina di giornale e scrive una lettera aperta a Re Giorgio. Con la scusa di ringraziarlo per aver monitato anche su Prato, Mister Divano denuncia per l'ennesima volta la concorrenza sleale di chi ha smontato la filiera legale - facendo ricorso a licenziamenti e cassa integrazione - per poi rifornirsi da quella illegale, fatta di lavoro nero, schiavitù, evasione fiscale e contributiva.
"La colpa di questa situazione - scrive Natuzzi - è certamente di chi opera nella illegalità , ma anche di chi consente da troppo tempo questo scempio. Dietro quella povera gente costretta a lavorare in condizioni di schiavitù c'è chi ci guadagna e non ha il passaporto cinese" (Sole, p. 15).
8. ALGERIA CHE CAMURRIA
La Procura di Milano va avanti sull'inchiesta Saipem e Repubblica tira fuori un po' di verbali in chiave anti-Scaroni: "Eni-Saipem, Scaroni sapeva delle tangenti in Algeria'. Il verbale dell'ex manager Varone sui 197 milioni di euro pagati per agevolare la stipula di sette contratti: âFu lui a gestire la trattativa sul prezzo delle commissioni. L'ad del gruppo chiese al mediatore di organizzare un incontro sull'affare" (p. 13).
9. A COSA SERVONO I GIORNALI (E LA PUBBLICITA')
"Operazioni inesistenti, frode da 900 milioni'. Inchiesta sui vertici Erg. La società : sempre corretti. Coinvolti l'ex amministratore delegato Alessandro Garrone e altri quattro manager". Il Corriere nasconde questa notiziona su due stente colonnine in fondo a pagina 25, sotto un grande titolo che recita: "Il leader degli uomini rossi che sognava la terra degli avi". Sarà il feroce pm di Roma, questo misterioso leader degli uomini rossi? A fianco, altra notizia da impiombare: "Il capo dell'Osservatorio indagato per aver negato i documenti ai no Tav".
Ma l'apoteosi dell'utilità di possedere la carta stampata viene raggiunta sempre dal Corriere, con l'odierna apertura di economia. Sopra, c'è l'ex manager Fiat Luca De Meo, oggi alla Audi, che fa giustizia di certi luoghi comuni sul mercato auto tricolore: "Auto, l'Italia è pronta a ripartire. Dobbiamo riaccendere la fiducia. Volkswagen e Audi scommettono sul mercato". Sotto, ecco il Marpionne che come al solito parla d'altro: "Marchionne: la Spagna? E' rinata grazie alle riforme" (p. 31).
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LOLANDESE DE JAGER IL GRECO VENIZELOS MARIO DRAGHI IL COMMISSARIO UE OLLI REHN Olli Rehn il presidente dell eurogruppo juncker a destra in una rara foto con mario draghi e mario monti aspx MERKEL BERLUSCONI NAPOLITANO ENRICO LETTA E ANGELA MERKELLETTA, ALFANO, SACCOMANNILETTA E SACCOMANNI images ANGELA MERKEL E SILVIO BERLUSCONI jpegABI Associazione bancaria italianaBANCA ITALIAILDA BOCCASSINI