CHE CE FREGA DEI MERCATI, I NOSTRI TITOLI LI COMPRA BERGOGLIO! NEL 2012 LO IOR HA AUMENTATO DI 300 MILIONI I SUOI INVESTIMENTI IN BTP (CHE HANNO GARANTITO AL VATICANO UTILI PER 51 MLN)

Ettore Livini per "La Repubblica"

La "banca di Dio" alza per la prima volta in 125 anni il velo sui suoi (segretissimi) conti e festeggia l'operazione trasparenza voluta da Papa Francesco girando - grazie a spread e Btp - un bel dividendo di 54,7 milioni alle casse del Vaticano. L'istituto per le Opere di religione (Ior), finora il più misterioso e discusso istituto di credito della penisola, è da ieri mattina un libro aperto di 100 pagine.

Quelle in cui racconta, con tanto di revisione della Kpmg e con la cura di una società quotata, lo stato di salute delle sue finanze. Ottimo, come ha sottolineato con evidente soddisfazione il presidente Ernst Von Freyberg: i profitti sono stati pari a 86,6 milioni, il quadruplo dell'anno precedente, malgrado l'addio ai derivati - il prodotto speculativo preferito dagli squali di Wall Street - sia costato un "buco" di 11,6 milioni alla Santa Sede.

Più che l'aiuto divino, a far decollare i profitti sono stati i tanto bistrattati Btp italiani: l'acquisto e la vendita di titoli di Stato - attività che in un 2011 da brividi per lo spread aveva regalato alle mura Leonine perdite per 38 milioni - ha garantito l'anno scorso 51 milioni di utili.

La glasnost vaticana consente per la prima volta di capire chi sono i clienti dello Ior e dove i (prudentissimi) gestori dei quattrini della Chiesa - scottati forse dai brutti ricordi dell'era Marcinkus & C. e di quelli più freschi di monsignor Scarano - investono i loro soldi. Nell'unica filiale della banca, chiusa nel torrione di Niccolò V, sono custoditi 18.900 conti correnti, 2.100 in meno di fine 2011.

Una falcidia figlia della chiusura delle posizione inattive ma anche della decisione di avviare un check-up approfondito, affidato alla Promontory Financial, per scoprire i conti che non rispondono agli standard etici del Vaticano. Il giro di vite è una mossa obbligatoria dopo il cartellino giallo alzato da Moneyval, il comitato anti-riciclaggio del Consiglio d'Europa, che - pur approvando il primo step dell'operazione trasparenza - ha chiesto allo Ior più severità nella segnalazione di operazioni sospette.

L'identikit dei clienti è invece una foto di famiglia della struttura ecclesiastica: l'istituto gestisce 4,9 miliardi di euro. Il 50% dei correntisti sono congregazioni e ordini, il 15% nunziature e uffici della Santa Sede, il 13% cardinali, vescovi e preti e il 9% diocesi. I loro soldi sono investiti con criteri super-conservativi: nel portafoglio ci sono 1,2 miliardi di depositi, 3,3 di obbligazioni, 102 milioni di euro in azioni (Carige e Cattolica, costate lo scorso anno due milioni di passivo), 194 milioni di fondi affidati a gestioni esterne e 41 milioni in oro, monete e medaglie. Il capitolo derivati è stato chiuso invece lo scorso anno, liquidando (malgrado la perdita) 120 milioni di opzioni sui cambi e 1,8 milioni di forward exchange swap.

La banca di Dio, emerge dal bilancio, vede rosa nel futuro dell'Italia se è vero che nel 2012 ha aumentato di 300 milioni a 1,17 miliardi i suoi capitali impegnati su titoli tricolori. Seguono l'Olanda (855 milioni), la Spagna (589), la Germania (282) e Canada e usa con 488 milioni. L'esposizione ai Piigs, paesi cattolici come Roma, Madrid e Lisbona, è di 1,8 miliardi. «I numeri dimostrano che lavoriamo su basi solidissime - ha commentato Von Freyberg - Siamo una piccola istituzione finanziaria ben gestita ed etica che serve l'interesse di chi predica la parola di Dio nel mondo».

In passato, forse, non sempre è stato così. Ma il bilancio online e la rivoluzione di governance imposta da Papa Francesco sono un primo passo importante per fare davvero dello Ior, dopo tante polemiche, una banca normale.

 

papa francesco bergoglio foto lapresse ANTONIO SPADARO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO BERTONE-BERGOGLIOERNEST VON FREYBERG Il torrione Niccolò V, sede dello Ior niccolovsaccomanni, alfano e letta

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…