LA BANDA DEGLI EMERITI - NEL COMITATO DEI SAGGI DELLA GAZZETTA AMMINISTRATIVA SPUNTANO ANTONIO FAZIO E PASQUALE DE LISE, EMERITI ANCHE PER LE CRONACHE GIUDIZIARIE
Denise Pardo per “L’Espresso”
Non è un Paese di ex, dopo il papa e Giorgio Napolitano. Non più. C’è di meglio. In piena epoca di rottamazione, ?si è trasformato in una Repubblica ?degli emeriti.
OSSEQUIO MAIUSCOLO. Il trend della metamorfosi appare esplosivo nello scorrere l’elenco in ossequiose lettere maiuscole del Comitato dei Saggi (sono definiti con questa modesta formula) della Gazzetta amministrativa della Repubblica italiana, periodico trimestrale per l’amministrazione centrale e locale. ?Otto sapientoni. Quattro emeriti.
GRUPPO D’ONORE. Il gruppo ha come capo onorario Pasquale De Lise, presidente emerito del Consiglio di Stato. Seguono: Ignazio Francesco Caramazza, avvocato generale emerito dello Stato; Antonio Fazio, governatore emerito della Banca d’Italia; Andrea Monorchio, ragioniere generale dello Stato emerito. Che emeriti! Proprio tutti benemeriti?
GRANDE AVVENIRE. Per gli altri quattro saggi, un’amarezza. Vicino al nome, neanche uno straccio di titolo: un illustrissimo, un’eccellenza. Macché, niente. Anche se due di loro hanno un avvenire pieno di promesse. Prima o poi, potrebbero fare tana alla corona di emerito sia Filippo Patroni Griffi che Sergio Santoro, ambedue presidenti di sezione del Consiglio di Stato. I ragazzi di palazzo Spada non amano fare tappezzeria.
ORFANI DI TITOLO. L’orizzonte è, invece, buio per i “saggi” Alberto Stancanelli, Presidenza del Consiglio dei ministri, e Antonio Naddeo, capo dipartimento Affari regionali. Al massimo arriveranno allo stesso malinconico avverbio che precede il nome di Filippo Gai, il «già» direttore generale del Consiglio di Stato. Da un punto di vista enigmistico, c’era da aspettarselo. Da Gai a già, il passo è breve.
CASTA DA PLAID. Un tempo gli emeriti ?se ne stavano con plaid e minestrina ?alla finestra degli uffici preposti a sì alti pensionati. Unica eccezione l’emerito Francesco Cossiga, habitué della prima pagina. Ma con la moltiplicazione dei suddetti - la Corte costituzionale, più industriosa del Mulino bianco, ne sforna ?di quattro mesi in quattro mesi - l’aria è cambiata. Tutto inizia con le dimissioni di papa Benedetto XVI, pontefice molto di tendenza: è il momento del boom modaiolo del ruolo di emerito, casta che gode di molti privilegi, non ultimo quello, preziosissimo, dell’alibi dell’ombra. Chi mai può credere che il presidente emerito Giorgio Napolitano non peserà e non conterà ancora nei prossimi mesi?
premio biagio agnes filippo patroni griffi e paola severino
CHIC NON EX. Con l’espandersi dello status assai chic - vuoi mettere rispetto alla condizione di ex? - alcune categorie ?si sentono emarginate. Non spetterebbe anche agli ex presidenti ed ex direttori generali della Rai? E perché mai dovrebbero essere esclusi i direttori ?di giornali? Riflettono i fans di Giuliano Ferrara: dopo l’annuncio della sua autorottamazione da direttore de “Il Foglio”, non ha forse i requisiti da emerito (tra l’altro, alcuni suoi prestigiosi colleghi lo sono già ufficiosamente)?
GAZZETTA PER QUATTRO. Intanto la Gazzetta amministrativa, che fa parte dei «servizi gratuiti della Presidenza del Consiglio», può fregiarsi del primato dei quattro emeriti. Che poi tra loro ci sia Antonio Fazio, con una condannuccia per la tentata scalata ad Antonveneta, e Pasquale de Lise, mai indagato ma emerso nelle intercettazioni dello scandalo della cricca degli appalti pubblici, cosa può mai importare? A quanto pare la ruspa rottamatrice si ferma a Palazzo Chigi.