luigi di maio giuseppe conte claudio cominardi mario draghi

NEL MOVIMENTO CINQUE STELLE È SEMPRE CONTE CONTRO DI MAIO – SE PEPPINIELLO MINIMIZZA IL CASO DELLA FOTO CONDIVISA DAL TESORIERE COMINARDI (UN MURALE CON DRAGHI AL GUINZAGLIO DI BIDEN): “NON GLI DIAMO IMPORTANZA”, LUIGINO ATTACCA: “È UN’IMMAGINE INACCETTABILE, PRENDO LE DISTANZE” – I DUE SI SONO SCAMBIATI SIMPATICHE FRECCIATINE PER TUTTO IL GIORNO: “IL PAPEETE 2? HA MAI VISTO QUALCUNO DEL M5S IN BRAGHE IN SPIAGGIA PER MINARE IL GOVERNO?”

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

1 - M5S L'ORA DEI VELENI

Niccolò Carratelli per “la Stampa”

 

Un murales e un addio. Ci sono giorni che basta poco a complicare la vita di Giuseppe Conte. L'addio è quello dell'europarlamentare Dino Giarrusso, che saluta il Movimento 5 stelle coi fuochi d'artificio. Il murales è quello rilanciato su Instagram dal tesoriere M5s, Claudio Cominardi, in chiave anti-Draghi: un'immagine in cui il premier viene ritratto come una lupa ( Roma) al guinzaglio del presidente americano Joe Biden.

 

MARIO DRAGHI CAGNOLINO DI JOE BIDEN - LA FOTO DEL MURALE CONDIVISA DA CLAUDIO COMINARDI (M5S)

Solo che, di fronte alla presunta ironia, Conte e Luigi Di Maio reagiscono agli antipodi: «Non mi fate parlare di graffiti, non gli diamo importanza», dice il presidente M5s, provando a sgonfiare la polemica. Ben più duro il ministro degli Esteri: «E' un'immagine inaccettabile, ne prendo totalmente le distanze, noi come forza politica sosteniamo il governo e il presidente del Consiglio».

 

Una posizione, quella di Di Maio, maggioritaria dentro i gruppi parlamentari, come spiega il deputato a lui vicino Gianluca Vacca: «Non so se sia più imbarazzante il post di Cominardi o le parole di Conte.

 

giuseppe conte luigi di maio

Quel post è indecente e il leader della principale forza politica che sostiene il governo non dovrebbe tollerarlo». L'aria a Montecitorio è mefitica e Conte la sente, tanto da tradire un certo nervosismo all'uscita da una conferenza stampa su crisi energetica e caro bollette.

 

Gli chiedono se le parole di Di Maio sul «rischio di un Papeete 2» siano riferite a Salvini e alla Lega ma un po' anche al Movimento, cioè a lui, prima vittima della crisi di governo dell'estate 2019. Un sospetto che l'ex premier sa essere condiviso da diversi deputati e senatori 5 stelle. Così si blocca e replica, torvo: «Ha mai visto qualcuno del M5S in braghe in spiaggia per minare il governo? Non scherziamo».

luigi di maio giuseppe conte meme by carli

 

Il controcanto quotidiano di Di Maio è una spina nel fianco per il leader del M5S. Lo dimostra un'ora dopo quando, a margine del congresso della Cisl, risponde sul piano per la tregua tra Russia e Ucraina messo a punto dal ministro degli Esteri, un piano che a Mosca non hanno ricevuto: «Gli sforzi per la pace non vanno fatti solo di domenica, non si fa un tentativo e poi si continua a fare la guerra. La diplomazia non deve fermarsi mai».

 

Parole che molti leggono come una critica al capo della Farnesina, tanto che dallo staff del presidente M5s precisano poi come l'intenzione di Conte fosse «invitare tutti a non arrendersi di fronte alle resistenze della Russia e a moltiplicare gli sforzi».

 

Chiarimento necessario a evitare accostamenti impropri tra Di Maio e Salvini, definito dall'ex premier «pacifista della domenica», dopo che la Lega si è sfilata al Senato dalla richiesta a Draghi di nuove comunicazioni, prima del prossimo Consiglio europeo.

dino giarrusso a l'aria che tira 9

 

A rovinare l'umore di Conte anche l'addio velenoso di Giarrusso, che fino a ieri era suo estimatore e ora lo accusa di aver fatto «umiliare» il M5S, sostenendo il governo Draghi, e di aver tradito la democrazia diretta, «circondandosi di yes man».

 

Conte sibila che l'ex giornalista delle Iene lo chiamava «solo per chiedere poltrone» e lo invita a rinunciare «per coerenza» al seggio a Strasburgo. Finisce male, con Giarrusso che non molla Strasburgo, lo definisce «imbarazzante» e pensa di querelarlo. Poi a La Stampa confida: «Aveva ragione Di Battista, il Movimento di Conte è come l'Udeur». Ora pensa a creare un suo movimento, magari proprio con Dibba.

 

2 - POST CONTRO IL PREMIER, BUFERA NEI 5 STELLE NUOVA «GRANA» PER CONTE

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

claudio cominardi giuseppe conte

Il murale ritrae Draghi tenuto al guinzaglio dal presidente Usa Biden. L'immagine viene ripresa e postata su Instagram dal tesoriere M5S Claudio Cominardi: è la miccia di una polemica che tocca il Movimento e non solo. Il leader 5 Stelle Giuseppe Conte cerca di non ingigantire la questione: «Non mi fate parlare di una foto postata, mi hanno detto che si tratta di graffiti... Non diamo importanza».

 

Ma nel Movimento, nelle stesse ore, parte la bagarre. «Quell'immagine è inaccettabile, ne prendo totalmente le distanze, noi come forza politica sosteniamo il governo, sosteniamo il premier», dice il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

GIUSEPPE CONTE

 

«Non derubricherei l'episodio, come ha fatto Conte, definendolo "senza importanza".

Io voglio prenderne nettamente le distanze», dice Sergio Battelli. «Non so se sia più imbarazzante il post di Cominardi o le parole di Conte», commenta all'Adnkronos Gianluca Vacca. «Sgradevole e fuori luogo», definisce il post il segretario del Pd Enrico Letta. Quasi contemporaneamente tra i dem un giudizio positivo su Conte arriva però dal ministro Dario Franceschini: «Gli va dato il merito di aver guidato il Paese nella prima fase della pandemia, sta portando i 5 Stelle verso un percorso riformista. È un processo che va governato, certo, ma lo sta facendo in modo intelligente».

conte di maio

 

Sul caso di giornata le polemiche non si fermano. «Dopo Petrocelli arriva Cominardi», dice Silvia Fregolent di Iv. «Inaccettabile mancanza di rispetto istituzionale» per il forzista Renato Schifani. Il caso rischia di avere risvolti interni. Cominardi, infatti, avrebbe violato la parte dello statuto contiano relativa alla «cura delle parole», una parte inserita dal presidente. Per questo motivo potrebbero partire, spiegano nel Movimento, richieste di sanzioni.

 

LORENZO BORRE'

Ma le grane per Conte non finiscono qui. Si avvicina la discussione a Napoli della seconda causa sulla legittimità del voto sul nuovo statuto. I ricorrenti, assistiti dall'avvocato Lorenzo Borré, hanno presentato le note da contrapporre alla memoria difensiva del M5S.

 

Da quello che trapela, gli attivisti napoletani contestano una serie di decisioni: si va dalla inesistenza della designazione di Conte come presidente da parte di Grillo alla violazione del principio di uguaglianza dei soci, dall'impossibilità per Crimi di convocare l'assemblea per il voto (formalmente, secondo i ricorrenti, il presidente del comitato di garanzia era Di Maio) alla mancanza di alcuni fondamentali requisiti assembleari. La discussione della causa si sta trasformando in una spada di Damocle per gli stellati.

dino giarrusso a l'aria che tira 8

 

In un clima già sulfureo, Conte si prepara a incontrare i militanti sul territorio. Oggi il leader sarà a Riccione, Jesi, Civitanova Marche. Poi nelle prossime settimane toccherà Genova, Palermo e i principali capoluoghi al voto.

 

È la prima mossa del leader per ricucire i rapporti con i territori: poi verranno ufficializzati i nomi dei referenti regionali e provinciali del nuovo corso. Ma il voto delle Comunali rischia di trasformarsi in una trappola per l'ex premier. Così come la tenuta del M5S in seno all'esecutivo.

 

conte di maio

L'ala critica attacca i contiani: «Non vedono l'ora di staccare la spina e passare all'opposizione, senza capire che si va direttamente al voto». I vertici, però, ribaltano la narrazione: «Noi vogliamo continuare a incidere nell'azione di governo. Casomai c'è un'altra fetta del M5S che preme per avere mani libere, non noi».

 

Ma il presidente e gli esponenti del nuovo corso rimangono nel mirino. Ieri li ha attaccati Dino Giarrusso. L'europarlamentare ha annunciato l'addio al Movimento e la creazione di un nuovo movimento. «Giarrusso ha l'occasione di essere coerente. Ha sempre detto che chi lascia il M5S deve lasciare anche l'incarico che ricopre. Allora lui lasci quello di europarlamentare, una posizione strategica per le battaglie importanti che stiamo portando avanti in Europa», ha commentato Conte. «Se qualcuno non è d'accordo può restare nel M5S e portare avanti le sue idee», ha detto Di Maio.

dino giarrusso a l'aria che tira 1

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…