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IL NEMICO NUMERO UNO DI GIORGIA MELONI È IL PIL – TIRA UNA BRUTTA ARIA IN VISTA DELL’AUTUNNO: TUTTI GLI ANALISTI SONO CONVINTI CHE L’1% DI CRESCITA SIA ORMAI UN’UTOPIA. E COSÌ, I GIÀ RISICATI MARGINI PER LA MANOVRA SI RIDUCONO AL LUMICINO: SARÀ IMPOSSIBILE MANTENERE LE PROMESSE – LA TEMPESTA PERFETTA SI AVREBBE CON IL RITORNO DELLE REGOLE DEL PATTO DI STABILITÀ. NON A CASO GIORGETTI E FITTO HANNO LANCIATO, IN CORO, L'ALLARME, CHE SERVE A PREPARARE IL TERRENO PER LA FINANZIARIA LACRIME E SANGUE...

1. I CONTI NON TORNANO PIÙ LE STIME DEL PIL SOTTO L’1% SBALLANO IL TESORETTO DEL DEF

Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”

 

RAFFAELE FITTO AL MEETING DI RIMINI

L’Italia che torna allo zero virgola, quest’anno e il prossimo. I previsori sono convinti che l’1% di rialzo del Pil atteso dal governo sia ormai fuori dalla nostra portata nel 2023. E credono che per trascinamento sia improbabile anche nel 2024. Uno scenario macroeconomico da brividi […]  che alimenta il timore non solo di non riuscire a fare una manovra d’autunno espansiva guidata dalle promesse elettorali. Ma di dover correggere i conti cammin facendo in un anno elettorale cruciale, come il prossimo con le europee di giugno.

 

Prospettive che non a caso spingono il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il suo collega, ministro al Pnrr, Raffaele Fitto quasi sul punto di chiedere una moratoria all’Europa perché sospenda ancora il nuovo Patto di stabilità con le stringenti regole su deficit e debito. O almeno storni la spesa per investimenti, così da alleggerirne il peso.

 

giancarlo giorgetti al meeting di rimini di Comunione e liberazione

[…] Fitto dice in modo esplicito che «senza un accordo su un nuovo modello, torna il vecchio Patto di stabilità e l’Italia rischia». Rischia in ogni caso, a giudicare dalla piega che sta prendendo l’economia.

 

[…]  Ogni punto in meno di crescita vale mezzo punto in più di deficit. Il governo si era ricavato 4 miliardi di extradeficit per la manovra: a questo punto andare oltre è praticamente impossibile. Ci pensa già la decrescita.

 

Rinunciare al libro dei sogni diventa allora quasi l’ultimo dei problemi del governo Meloni. Anche il vicepremier Matteo Salvini ammette che «flat tax, abolizione della legge Fornero, pace fiscale sono obiettivi di legislatura». Addio bandierine, dunque. O almeno arrivederci. La questione ora è come rimettere nei binari l’economia. […]

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

2. INCUBO PATTO DI STABILITÀ FITTO LANCIA L’ALLARME “GRAVI RISCHI PER L’ITALIA”

Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”

 

L’Italia rischia. Con plastico e coordinato segnale d’allerta, il governo Meloni guarda a Bruxelles e indica, dietro la curva dell’autunno, il possibile iceberg. Il suo nome? Patto di Stabilità. Leggi: il rigorismo da vecchia Europa, la mancanza di flessibilità, il ritorno del rapporto deficit/Pil al 3 per cento, regola che avrebbe arpionato tutti gli investimenti.

 

RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI

Bersagli contro i quali — dopo la prima netta “sveglia” suonata dal titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti, qui a Rimini, due giorni fa — si pronuncia ieri, sempre dalla kermesse di Comunione e Liberazione, anche il ministro Raffaele Fitto.

 

«Se non si trova un accordo sul nuovo modello di Patto, il rischio è che a gennaio tornino le vecchie regole e questo comporta un effetto molto complesso», mette in chiaro il titolare di Affari Europei, Pnrr e Politiche di Coesione.

 

raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1

Scelta che rivela una preoccupazione reale e delinea — in clima di pre-elezioni Europee — il nuovo pressing sull’Unione da cui muove l’esecutivo. Ma risponde anche, internamente […] all’esigenza di silenziare divisioni e veleni che disturbano la premier. La consegna del silenzio è massima, non a caso. […]

 

Mentre le posizioni di Giorgetti e Fitto, vicinissimi a Meloni, si presentano perfettamente coincidenti, nella “piazza” che anticipa la ripresa politica. Scongiurare l’impatto. Occhio alle parole.

 

«Si abbia il senso del tempo, altrimenti tutto si fa più autolesionistico e complicato», era stato l’avviso del titolare del Mef. Poi ecco Fitto che arriva sul palco e mette agli atti: «È giusta la preoccupazione espressa da Giorgetti su quello che potrebbe accadere in Europa», dice al fianco della vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno e dell’eurodeputato Massimiliano Salini di Fi.

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

«Avevamo dimenticato il convitato di pietra: il Patto di stabilità, che sta per tornare». Ma con guerra, inflazione e interessi sul debito alle stelle sarebbe, ecco il senso, la mannaia irricevibile. «Se non si trova l’accordo» sul nuovo Patto, insiste il titolare degli Affari Europei, si rischia di tornare «alle vecchie regole: cosa che sarebbe molto complessa a livello di effetti».

 

[…] Poi, auspica che non si ripetano gli errori del passato: «Basta vedere l’aumento del debito pubblico, della spesa pubblica e purtroppo della spesa corrente, in questi anni, per comprendere quanto una situazione di drammatica crisi poteva forse essere utilizzata meglio rispetto agli investimenti e alle scelte che sono state fatte».

 

GIORGIA MELONI IN COPERTINA SU CHI DEL 23 AGOSTO 2023

Argomento già ampiamente affrontato, e in mano alla mediazione del commissario Ue Paolo Gentiloni, che solo qualche settimana fa aveva auspicato che si lavorasse, sul nuovo Patto, «tutti insieme nell’interesse comune » per consentire «riforme e investimenti, riducendo lepressioni sul debito pubblico in modo realistico, sostenibile».

 

Tema che continua a incrociare anche road map, ritardi e riconversioni del Pnrr. Ma Fitto, da Viareggio, poco dopo, rintuzza rilievi, non se li spiega. Sul Pnrr «mi sarei aspettato un ringraziamento ».

 

Sostiene anzi: «Il governo sta riorganizzando e mettendo in ordine le questioni del Piano, con spirito costruttivo e in piena sintonia con la Commissione europea. Abbiamo lavorato seriamente per risolvere i problemi. L’Italia percepirà la terza e quarta rata entro questo anno, Si tratta di 35 miliardi». Eppure lì in fondo potrebbe esser ci l’iceberg.

 

 

 

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