IL POPOLO RI-ELETTO - NETANYAHU ARRIVA PER LA SUA CAMPAGNA ELETTORALE A WASHINGTON, MA OBAMA LO BRUCIA PRIMA DEL SUO DISCORSO AL CONGRESSO: "SULL'IRAN FINORA HAI SBAGLIATO"

1. NETANYAHU, FERMARE L'IRAN. OBAMA, FINORA HAI SBAGLIATO

Da www.ansa.it

 

NETANYAHU ALL  ASSOCIAZIONE DEGLI EBREI AMERICANINETANYAHU ALL ASSOCIAZIONE DEGLI EBREI AMERICANI

"La mia non e' mancanza di rispetto verso il presidente Obama". Benyamin Netanyahu e' giunto a Washington. E alla vigilia del suo attesissimo quanto controverso intervento davanti al Congresso americano parla ai circa 16 mila delegati dell'American Israel Public Affairs Committee (Aipac), la più influente lobby filo-israeliana negli Usa. Il premier - negli Stati Uniti su invito dello speaker della Camera John Boehner - cerca di smorzare le polemiche per una visita che la Casa Bianca vive come un vero e proprio sgarbo: "Non e' vero che le relazioni tra Stati Uniti e Israele sono finite.

 

L'alleanza tra i due Paesi e' più forte che mai. Più che amici, siamo una famiglia", assicura Netanyahu. A stretto giro di posta arriva la risposta di Barack Obama, affidata ad un'intervista alla Reuters, diffusa sul sito web dell'agenzia: "Nulla di personale con Netanyhau". Ma finora sull'Iran si e' sbagliato, afferma il presidente americano: "Ha fatto ogni sorta di rivendicazione. Ha detto che l'accordo ad interim del 2013 sarebbe stato terribile e che l'Iran non avrebbe rispettato l'accordo. Niente di tutto ciò si è avverato".

NETANYAHU ALL ASSOCIAZIONE DEGLI EBREI AMERICANINETANYAHU ALL ASSOCIAZIONE DEGLI EBREI AMERICANI

 

 

2. ISRAELE SI DIFENDERÀ - NETANYAHU AL CONGRESSO E L’AMERICA SI SPACCA

Alberto Flores D’Arcais per “la Repubblica

 

Gli Stati Uniti e Israele «sono più che amici, sono una famiglia». Benjamin Netanyahu, arrivato in America tra polemiche, dichiarazioni stizzite e qualche sgarbo diplomatico (invitato dal Congresso a maggioranza repubblicana non sarà ricevuto alla Casa Bianca), sceglie una platea amica nel tentativo di dimostrare ai critici (qui e nel suo Paese) che il suo viaggio negli Usa non è una visita-provocazione.

 

OBAMA NETANYAHUOBAMA NETANYAHU

All’American Israel Public Affairs Committee, primo intervento pubblico (al Congresso parlerà questa mattina) della sua agenda americana, il premier israeliano non nasconde i «disaccordi attuali» con la Casa Bianca («sono sempre spiacevoli ma dobbiamo ricordare che siamo una famiglia»), evita attacchi diretti ad Obama («non ho mai voluto mancargli di rispetto, apprezzo molto quello che ha fatto per Israele»), ma conferma in toto una linea — quella sull’Iran e su come fermare il nucleare degli ayatollah — che è drasticamente differente da quella Usa.

 

netanyahu visita il supermercato koshernetanyahu visita il supermercato kosher

Lo fa ricordando la «barbarie medievale» in atto in Medio Oriente e i «valori» diversi che incarna Israele, porta come esempi contrapposti il dittatore siriano Assad (che «lancia bombe sui propri cittadini») e i medici israeliani (che i siriani feriti li «operano e curano») e incassa gli applausi dei 16mila presenti alla conferenza annuale dell’Aipac (la più potente delle lobby pro-Israele che ci sia a Washington) scandendo le parole: «Di fronte all’Iran che minaccia la sicurezza di Israele ho l’obbligo morale di alzare la voce. Per duemila anni gli ebrei sono stati senza potere, non succederà mai più.

 

NETANYAHU 
HOLLANDE 
NETANYAHU HOLLANDE

Oggi non stiamo più in silenzio, oggi abbiamo una voce. Io sono qui per mettere in guardia dalle minacce di chi vuole annichilirci mentre ancora c’è tempo per evitarle. Non resteremo passivi». Per rendere meglio l’idea il premier israeliano dispiega una mappa che mostra i legami di Teheran con il terrorismo in diverse aree del mondo, «questo è quello che fanno senza armi nucleari, provate ad immaginare cosa potrebbero fare con la bomba atomica».

 

Fa anche una simpatica battuta Netanyahu, quando ricorda che mai si è parlato così tanto di un discorso che ancora «non è stato pronunciato» (quello che farà stamattina davanti al Congresso). E a chi lo accusa di tempismo quanto meno sospetto (arriva negli Stati Uniti a due settimane dalle elezioni politiche in Israele) risponde che non c’era scelta, considerando che i colloqui tra Usa e Iran — il Segretario di Stato John Kerry è a Ginevra per questo — hanno come scadenza la fine di marzo.

obama netanyahu assad isis 1obama netanyahu assad isis 1

 

Vuole anche evitare che il suo viaggio sia considerato di parte («mi dispiace che qualcuno lo abbia pensato, Israele dovrà restare sempre una questione bipartisan»), impresa non facile considerato che l’irritazione della Casa Bianca è nata proprio dall’invito fatto dal leader repubblicano Boehner senza avvisare l’amministrazione.

 

L OMBRA DEL DITO FA IL BAFFO ALLA HITLER L OMBRA DEL DITO FA IL BAFFO ALLA HITLER

Se la battuta iniziale serviva a sdrammatizzare l’atmosfera (cosa andrà a dire al Congresso lo sanno già tutti, sono in sostanza le stesse cose che ha anticipato ieri davanti ai delegati Aipac) non sembra aver sortito alcun effetto reale. Obama, la diplomazia Usa e molti democratici continuano a ritenere il viaggio di Netanyahu uno sgarbo senza precedenti. Sono almeno una ventina i membri (quasi tutti democratici) del Congresso che questa mattina boicotteranno l’intervento, per protestare contro Boehner prima ancora che contro il premier israeliano.

 

NETANYAHUNETANYAHU

E Dianne Feinstein, la popolare senatrice democratica (ed ebrea) della California ha lanciato l’ennesimo slogan “non in mio nome” contro il premier israeliano: «Penso che la comunità ebraica sia come tutte le altre, al suo interno ci sono diversi punti di vista. Credo che questa arroganza non faccia bene ad Israele».

 

NETANYAHU E HILLARYNETANYAHU E HILLARY

Non è servito a smorzare le polemiche neanche il fatto che — poco prima di Netanyahu — alla tribuna dell’Aipac fosse intervenuta Samantha Powers, l’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite che insieme a Susan Rice (la potente ‘consigliera’ per la Sicurezza Nazionale di Obama, presente anche lei alla conferenza) forma il tandem (tutto al femminile) che più influenza la politica estera Usa: «Non ci sarà il tramonto dell’impegno americano per la sicurezza di Israele, non ci sarà mai».

 

Obama con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell\'Anp Abu MazenObama con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell\'Anp Abu Mazen

Anche se poi non si è risparmiata uno stoccata velenosa quando ha detto che «la partnership tra i due Paesi non dovrebbe mai essere politicizzata». Un clima di tensione confermato da una nota della Casa Bianca: «Obama ha delineato una strategia per evitare che l'Iran si doti di armi nucleari, Netanyahu no».

 

Non resta che attendere il discorso di stamattina. Quando Netanyahu riceverà in dono da Boehner un busto di Winston Churchill. Perché il premier israeliano è il primo dopo il grande statista britannico ad aver parlato per ben tre volte davanti al Congresso in riunione plenaria.

DIANNE FEINSTEIN DIANNE FEINSTEIN

 

 

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