emmanuel macron netanyahu joe biden

NETANYAHU SA CHE RESTERA' AL POTERE FINO A CHE CI SARA' LA GUERRA - IL PRIMO MINISTRO ISRAELIANO CONTINUA A BOMBARDARE IL LIBANO E GAZA NONOSTANTE STATI UNITI E FRANCIA PROVINO A FERMARLO - LA CHIAMATA DI FUOCO CON MACRON, CHE HA ACCUSATO ISRAELE DI SPINGERE IL MEDIORIENTE VERSO LA GUERRA. "BIBI" HA RISPOSTO CHE È TEMPO CHE LA FRANCIA AUMENTI LA PRESSIONE SU HEZBOLLAH - ALLA CASA BIANCA LAVORANO "PER UNA DE-ESCALATION"

LA CASA BIANCA “NO ALL’APERTURA DI UN ALTRO FRONTE A NORD”

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “La Repubblica”

https://www.repubblica.it/esteri/2024/09/21/news/casa_bianca_biden_escalation_medio_oriente_libano-423512567/

 

EMMANUEL MACRON BENJAMIN NETANYAHU

Gli Usa non rinunciano a cercare un cessate il fuoco a Gaza, ma proprio per questo vogliono evitare l’escalation che porterebbe con sé un’operazione di terra israeliana in Libano. È la posizione presa dal presidente Biden, dopo le operazioni degli ultimi giorni.

 

Parlando a margine di una riunione del gabinetto, affiancato dal segretario di Stato Blinken e da quello alla Difesa Austin, il capo della Casa Bianca ha commentato così le voci pubblicate dal Wall Street Journal, secondo cui l’amministrazione ha perso la speranza di un accordo prima delle elezioni del 5 novembre o la fine del suo mandato: «Non rinunciamo a lavorare per la tregua a Gaza. Molte cose non sembrano realistiche, finché non le realizziamo. Dobbiamo continuare a lavorare».

netanyahu biden

 

Quanto alla nuova crisi lungo il confine settentrionale, Biden ha assicurato l’impegno «per garantire che sia le persone nel Nord di Israele, sia quelle nel Sud del Libano, possano tornare alle loro case sane e salve. Il Segretario di Stato, il Segretario alla Difesa, tutta la nostra squadra sta lavorando con la comunità dell’intelligence, cercando di raggiungere questo obiettivo. Continueremo a farlo finché non lo realizzeremo».

 

Il portavoce John Kirby è sceso un po’ nei dettagli, ribadendo che gli Usa non hanno avuto alcun ruolo nelle recenti operazioni condotte da Israele. Quindi ha aggiunto: «Non vogliamo vedere un’escalation, non vogliamo l’apertura di un secondo fronte al confine con il Libano. Tutto ciò che facciamo è finalizzato a prevenirlo. Non c’è ragione per considerare inevitabile un allargamento della guerra in Libano inevitabile. Ci stiamo lavorando».

 

MACRON A NETANYAHU, SPINGI LA REGIONE VERSO LA GUERRA

Estratto da www.rainews.it

 

macron netanyahu

Il Presidente francese, Emmanuel Macron, ha parlato con il primo ministro Benjamin Netanyahu dell'escalation in Libano. Nella loro discussione, Macron ha accusato Israele di spingere la regione verso la guerra. Netanyahu ha risposto che, invece di fare pressione su Israele, è tempo che la Francia aumenti la pressione su Hezbollah.

 

Un funzionario politico francese ha affermato che la Francia ritiene che i recenti sviluppi della sicurezza in Libano abbiano ulteriormente aumentato le possibilità di guerra, mentre sono convinti che esista ancora una soluzione diplomatica.

biden netanyahu 2bombardamento israeliano su beirutraid israeliano su beirutattacco israeliano al sobborgo di haret hreik, a beirut 5ATTACCO ISRAELIANO A BEIRUTATTACCO ISRAELIANO A BEIRUTATTACCO ISRAELIANO A BEIRUTbeirut dopo il raid israeliano bombardamento israeliano su beirut

 

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…