RENZI: ‘I SALOTTI? NON MI AVRANNO!’ – AHÒ, DICONO TUTTI COSÌ, POI ROMA GODONA METTE IN CAMPO LE API REGINE ED È SUBITO “CACIARA SUL LETTO” – INTANTO MATTEUCCIO SI FA IL SUO HOTEL RAPHAEL PRESSO L’HOTEL BRISTOL-BERNINI DEL VISPO BOBO BOCCA…

Maria Corbi per ‘La Stampa'

«Non mi avranno», assicurava Renzi immaginando salotti, ristoranti e night tentacolari della Capitale, capaci di rottamare l'immagine di chiunque ceda alle loro tentazioni. «Non mi avranno». Ma si deve pur mangiare e così alla fine la mappa del nuovo potere romano si costruisce comunque, passando dall'appetito e dai gusti renziani.
Cambiano i salotti (l'unico frequentato con regolarità è quello del loft a San Lorenzo del regista Fausto Brizzi) e cambiano i locali. Dell'hotel preferito si sa già tutto: Bernini Bristol, in pieno centro, a piazza Barberini, di proprietà del fiorentino Barnabò Bocca, senatore di Forza Italia e marito di una delle due biondissime figlie di Cesare Geronzi. «Non mi avranno».

Ma in fondo un po' di lui senza che Renzi se ne sia accorto lo hanno già da tempo. E anche se in questi giorni di effervescenza consultiva Renzi ha cercato di spiazzare i giornalisti cambiando albergo all'ultimo momento (e scegliendone uno a pochi passi da Fontana di Trevi, zona Nazareno dove è la sede del Pd), il Bernini Bristol (per anni la casa romana di Carlo Donat Cattin, più volte ministro della sinistra democristiana) rimane il suo rifugio.

La sera fa due chiacchiere con l'amico Barnabò, magari cercando di convincerlo ad accettare la candidatura a sindaco di Firenze per il centrodestra. A Palazzo Vecchio, casomai non vincesse Nardella, sempre meglio avere un amico.

Poche centinaia di metri da piazza Barberini ed ecco il ristorante Tullio, tempio della cucina toscana e del vero potere, quello che si vuole nascondere e che preferisce la discrezione di questa trattoria di lusso ai flash dei paparazzi appostati davanti al ristorante Bolognese di piazza del Popolo.

Da Tullio andava Bersani quando era al ministero dell'Industria, chissà se lo sa il nuovo ospite che non ha bisogno del menù, chiede sempre o carne alla griglia o spaghetti al pomodoro. Quando il tempo è poco Renzi si allunga all'Hamburgeria di Via Veneto, il fast food di qualità, creatura dell'amico Oscar Farinetti, padre di Eataly (quando ha tempo il futuro premier va anche all'air terminal dell'Ostiense dove c'è il quartiere generale e dove ha tenuto diverse riunioni con i parlamentari della sua corrente).

Piatti meno salutari Renzi se li concede di tanto in tanto, quando va da Baccano, bistrò a via delle Muratte (frequentato da molti renziani) dove sceglie pasta burro e alici o alla Terrazza Barberini (inaugurata da Cofferati e Bassolino) dove si concede non una, ma due margherite. La sera apprezza anche Roscioli, a via dei Giubbonari, che è molte cose insieme: ristorante, forno, vineria, salumeria. Un po' come i localini che tanto ama a Firenze e il wine bar Frescobaldi a piazza della Signoria.

In questa mappa dell'attovagliamento renziano ci sono anche «Grano» in piazza Rondanini (qui con Bersani dopo le primarie per un «carpaccio» della pace), «da Sabatino», in piazza di Sant'Ignazio, e la caffetteria di Piazza di Pietra. Il ristorante preferito? Forse la bisteccheria Road house alla Stazione Termini, quando aspetta di tornare a Pontassieve. «Non mi avrete». L'importante è crederci.

 

 

LA ROMA DI RENZIHOTEL BERNINI ROMA jpegFausto Brizzi e la Compagna Consolo e Barnabo Bocca Geronzi Bernabo Bocca e Rocco Crimi Oscar Farinetti IL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

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