conte casaleggio

SOMMOVIMENTO NEL MOVIMENTO - CONTE DEVE DEFINIRE I RAPPORTI CON CASALEGGIO: SIA LO STATUTO DEL M5S SIA QUELLO DELL'ASSOCIAZIONE ROUSSEAU SONO LEGATI DA CONTINUI RIMANDI E, IN PRATICA, L'ERA CONTE NON PUÒ PARTIRE SENZA UN DOPPIO VOTO SULLA PIATTAFORMA (NECESSARIO PER CAMBIARE LE NORME M5S ED ELEGGERE POI IL NUOVO LEADER) - IL NODO CENTRALE E’ IL VINCOLO DEI DUE MANDATI: GLI ELETTI AL PRIMO GIRO SONO DESIDEROSI DI LIBERARSI DEL GRUPPO DIRIGENTE STORICO PER AVERE PIÙ POTERE E PIÙ VISIBILITÀ…

1 - M5S, TUTTE LE GRANE DI CONTE DUELLO TRA VECCHI E NUOVI ELETTI

Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”

 

philip morris casaleggio conte

Molte spine da toccare e poco tempo per evitare di pungersi: Giuseppe Conte sta lavorando al suo piano di «rifondazione» del Movimento ma si trova ad affrontare diverse questioni che ne rallentano il percorso. Dai tempi al ruolo di Rousseau, dalle lotte interne ai gruppi alla questione degli espulsi: una trama intricata a cui dovrà mettere mano.

 

Anzitutto, a mettere pressione all'ex premier ci sono i tempi tecnici: il 17 febbraio si è votato il cambio dello statuto che ha dato il la al comitato direttivo. Senza l'elezione dei cinque membri, si è entrati nel periodo di «reggenza» pro tempore determinato dalle norme M5S, che dura 30 giorni: quindi entro il 20 marzo Conte dovrebbe presentare agli iscritti il suo progetto, proprio per non passare a un nuovo regime di prorogatio (con tanto di lettera di Beppe Grillo per concedere ulteriore tempo al leader in pectore). Il nodo è serio perché potrebbe aprire la strada a nuove contestazioni. Già ora non mancano.

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 3

 

«Crimi pretende di fare il Capo politico a dispetto del fatto che non è mai stato eletto a tale carica e addirittura a distanza di un mese dall'abolizione di tale ruolo. Statuto alla mano è sempre stato un vicario. Si è passati dal declamare la democrazia diretta al praticare la prassi della democrazia sospesa», dice Lorenzo Borré, legale che ha combattuto mille battaglie per gli espulsi dal Movimento.

 

E prosegue: «Se il garante non provvederà a indire le votazioni per la nomina dei componenti allora l'abiura dei principi visionari di Gianroberto Casaleggio sarà completa». E prima di rendere nota la nuova struttura Conte dovrà anche definire i rapporti con Rousseau: l'offerta del Movimento a Davide Casaleggio è stata formalizzata tuttavia l'accordo non è ancora concluso.

grillo conte casaleggio

 

Sia lo statuto del Movimento sia quello dell'associazione Rousseau sono strettamente legati da continui rimandi e, in pratica, l'era Conte non può partire senza un doppio voto sulla piattaforma (necessario per cambiare le norme M5S ed eleggere poi il nuovo leader). Al di là delle questioni legali e pecuniarie, l'affaire Casaleggio ha soprattutto una valenza politica: i parlamentari premono per estromettere l'imprenditore dai Cinque Stelle, Grillo fino alla riunione all'hotel Forum lo ha difeso (salvo poi adirarsi per il manifesto Controvento di Rousseau), ma il presidente di Rousseau resta pur sempre il fondatore dell'attuale associazione che regola il M5S.

 

conte zingaretti

I problemi con deputati e senatori - per Conte - non si fermano però alla piattaforma. C'è un punto più spinoso: lo scontro «generazionale» tra chi è al primo mandato e spera che l'ex premier non riveda il tetto delle due legislature per gli eletti e chi è già in Parlamento dal 2013 e vorrebbe adottare un «correttivo», premiando «i più meritevoli». Lo scontro è solo agli inizi, ma parlando con i pentastellati il pressing è già alto. «Per Conte sarà il problema principale», c'è chi giura. E oltre ai rebus interni ora Conte dovrà confrontarsi anche con un nuovo alleato: Enrico Letta, che ha già sentito i vertici M5S, ma con cui l'ex premier non ha un rapporto consolidato come con Nicola Zingaretti.

 

2 - M5S, CASALEGGIO SFIDA CONTE SUL DIVIETO DI TERZO MANDATO

Domenico Di Sanzo per “il Giornale”

 

PIATTAFORMA ROUSSEAU

Dopo aver trascorso tre giorni a Roma senza trovare un accordo, Davide Casaleggio venerdì è rientrato nella sua casa di Ivrea, in provincia di Torino, per passare il weekend. Poi il ritorno a Milano, al lavoro sul futuro di Rousseau. Con o senza il M5s. Dalla cittadina olivettiana, il presidente dell' Associazione Rousseau studia le prossime mosse di Giuseppe Conte, leader incaricato di un nuovo Movimento green, ripulito dalle scorie dell' antipolitica. «Davide è tranquillo, aspetta una proposta e non ha intenzione di rompere - ci dice chi lo sente quotidianamente - se si dovesse rompere la responsabilità sarà tutta del M5s». Mentre si tenta di mediare sui soldi (Casaleggio pretende 450mila euro di arretrati), resta in piedi lo scenario che prevede che tutto finisca a carte bollate.

 

Conte Zingaretti

Chi è vicino a Casaleggio ostenta sicurezza, convinto che una battaglia legale possa danneggiare di più Beppe Grillo e Conte che non l' ex casa madre Rousseau. Ma oltre ai soldi c' è di più. Il guru e i suoi fedelissimi parlano di metodo. Eppure aspettano Conte al varco della prima scelta politica interna rilevante. Stiamo parlando della regola del limite del doppio mandato.

 

Che sarebbe alla radice dello scontro tra la catena di comando politica e il braccio aziendale e tecnologico del Movimento. Secondo molte fonti grilline, vicine a tutti gli attori in campo, la vera trattativa è proprio sulla regola aurea considerata imprescindibile da Casaleggio. Un principio da mandare alla svelta in soffitta nelle intenzioni del gruppo parlamentare. I deputati e i senatori stanno mettendo Conte in un angolo, a suon di ultimatum: «Se tiene dentro Rousseau, andiamo via noi».

 

PIATTAFORMA ROUSSEAU

Impossibile per Conte andare avanti senza il supporto dei gruppi. Ma dall' altro lato c' è Casaleggio che non vede l' ora di accusarlo di poltronismo. Pronto a logorarlo politicamente sulla lunga distanza, anche se si trovasse un accordo economico. L' arma di Rousseau è il tetto dei due mandati. Infatti circolano voci di contatti tra emissari del guru e parlamentari alla prima legislatura.

 

Alcuni eletti al primo giro sono desiderosi di liberarsi del gruppo dirigente storico per avere più potere e più visibilità. Da Rousseau aspettano di vedere cosa scriverà Conte nel suo manifesto. Il braccio di ferro durerà ancora un altro paio di settimane. L' esito della trattativa è condizionato anche dall' atteggiamento dell' ex premier in merito al doppio mandato. Regola confermata dagli Stati Generali, ma sempre messa in discussione dai parlamentari. Non a caso il presidente di Rousseau ha ribadito la sua inflessibilità sul tema nel manifesto ControVento. Chi gli è vicino avverte il leader in pectore: «Vediamo che farà Conte sul doppio mandato, i parlamentari stanno strumentalizzando Rousseau solo perché vogliono il terzo mandato per ricandidarsi».

 

PIATTAFORMA ROUSSEAU

Ed è scoppiata anche la grana della comunicazione. Le voci sull' arruolamento nello staff della curatrice del Blog di Grillo Nina Monti hanno mandato in confusione gli spin doctor. La cantautrice Monti, figlia del paroliere di Patty Pravo Gianmaria, è già il terzo incomodo nella guerra dei portavoce pentastellati. Sarà lei a imprimere la svolta alla comunicazione del nuovo M5s, nonostante i pesi massimi Rocco Casalino e Augusto Rubei, addetto stampa di Luigi Di Maio, stessero già affilando le lame per contendersi la leadership dei comunicatori. Intanto Grillo sul Blog vola alto e condivide un articolo in cui si parla di una «società più giusta da ricostruire». Ma forse pensa alla rifondazione del M5s.

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)

los angelucci del rione sanita - vignetta by macondo antonio giampaolo silvio berlusconi alessandro sallusti

IL CONVENTO DEGLI ANGELUCCI E’ RICCO MA PER I GIORNALISTI DEL “GIORNALE’’, "LIBERO” E “TEMPO” TIRA UNA BRUTTA ARIA - NIENTE PIU’ INVIATI SE NON ‘INVITATI’, NIENTE PIU’ AUTO CON NOLEGGIO A LUNGO TERMINE, OBBLIGO DI STRISCIARE IL BADGE IN ENTRATA, TOLTE PURE LE CIALDE DEL CAFFE’ - DIECIMILA EURO IN MENO PER VITTORIO FELTRI, NIENTE MANLEVA PER LE QUERELE (FILIPPO FACCI HA PAGATO 30MILA EURO PER UNA CAUSA) - SALLUSTI NON C’E’ E QUANDO C’E’ NON PARLA. E IN BARBA AL MELONISMO SENZA LIMITISMO (‘’VELINE’’ DI PALAZZO CHIGI A STRAFOTTERE), LE COPIE CALANO - NERVOSISMO PER L’INSERTO ECONOMICO DI OSVALDO DE PAOLINI - L’ASSEMBLEA E LA PAROLA INNOMINABILE: “SCIOPERO”…

donald trump volodymyr zelensky giorgia meloni keir starmer emmanuel macron ursula von der leyen

DAGOREPORT – IL "DIVIDE ET IMPERA" DEL TRUMPONE: TENTA DI SPACCARE IL RIAVVICINAMENTO TRA GRAN BRETAGNA E UNIONE EUROPEA EVITANDO DI PORRE DAZI SUI PRODOTTI "MADE IN ENGLAND" – STARMER SE NE FOTTE, ABBRACCIA ZELENSKY E SI ERGE A NUOVO LEADER DELL’EUROPA (PARADOSSALE, DOPO LA BREXIT) – OGGI, PRIMA DELLA RIUNIONE DEI LEADER EUROPEI A LONDRA, BILATERALE TRA IL PREMIER BRITANNICO E GIORGIA MELONI, PER CAPIRE CHE ARIA TIRA NELL’“ANELLO TRUMPIANO DELL’EUROPA” - SPACCATURA NELLA LEGA PER IL TRUMPIAN-PUTINISMO DI SALVINI - SCETTICISMO CRESCENTE IN FRATELLI D’ITALIA (FAZZOLARI, URSO E LOLLOBRIGIDA SI SMARCANO DALLA LINEA PRO- KING DONALD) – SCHLEIN E CONTE IN BANCAROTTA - LA PARALISI DEI DEMOCRATICI AMERICANI: AVETE SENTITO LA VOCE DI OBAMA, CLINTON E BIDEN?

volodymyr zelensky donald trump jd j.d. vance

DAGOREPORT - ZELENSKY È CADUTO IN UN TRANELLO, STUDIATO A TAVOLINO: TRUMP E JD VANCE VOLEVANO MORTIFICARLO E RIDURLO ALL’IMPOTENZA CON LA SCENEGGIATA NELLO STUDIO OVALE, DAVANTI AI GIORNALISTI E ALLE TELECAMERE - D’ALTRO CANTO LA VERA DIPLOMAZIA NON SI FA CERTO “ON AIR”, DAVANTI ALLE TELECAMERE E A MICROFONI APERTI - TRUMP E JD VANCE HANNO CONSEGNATO UN ‘PIZZINO’ IN STILE CAPOCLAN: TACI, PERCHÉ SENZA DI NOI SEI FINITO. DUNQUE, OBBEDISCI. E DIRE CHE GLI SHERPA UCRAINI E STATUNITENSI AVEVANO TROVATO PERSINO UN ACCORDO DI MASSIMA SULLE VARIE QUESTIONI APERTE, COME L’ACCORDO-CAPESTRO PER KIEV SULL’ESTRAZIONE DELLE TERRE RARE (UN TRATTATO CHE DI FATTO AVREBBE PERMESSO AGLI USA DI SPOLPARE IL SOTTOSUOLO UCRAINO PER GLI ANNI A VENIRE)… - VIDEO