giuseppe conte lorenzo guerini giorgia meloni

LA NOMINA DELL’”AMERIKANO” GUERINI AL COPASIR FA CONTENTI TUTTI – LA CANDIDATURA ERA VISTA CON FAVORE DA GIORGIA MELONI, CONSIDERATA LA STIMA DEGLI STATI UNITI PER L’EX MINISTRO DELLA DIFESA. SORRIDE ANCHE CONTE, CHE OTTIENE IL VIA LIBERA A UN SUO UOMO (RICCIARDI) ALLA VIGILANZA RAI. I TEMPI BIBLICI PER L’ELEZIONE SONO DOVUTI PIÙ CHE ALTRO ALLE BEGHE INTERNE AL CENTRODESTRA PER LA VICEPRESIDENZA: FORZA ITALIA VOLEVA LA RONZULLI E LA LEGA CLAUDIO BORGHI. ALLA FINE LA DUCETTA, CHE LI RITIENE INADEGUATI AL RUOLO, HA PIAZZATO IL SUO FEDELISSIMO, GIOVANNI DONZELLI

1 - IL COPASIR A GUERINI, TIENE L'ASSE M5S-PD DONZELLI LA SPUNTA NEL DUELLO FRA ALLEATI

Maria Teresa Meli per il “Corriere della Sera”

 

LORENZO GUERINI

I colleghi del governo Draghi e i compagni di partito lo chiamavano «il ministro del Deep State». Un soprannome ben meritato quello di Lorenzo Guerini, che ieri è stato eletto (per la seconda volta nella sua carriera politica) presidente del Copasir. Lo dimostra il fatto che la sua candidatura veniva vista con favore dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal Quirinale e dall'ambasciata americana.

 

Già, perché la guida della commissione bicamerale più importante (e più delicata) del Parlamento deve essere affidata in mani sicure. E l'ex ministro della Difesa, in questo senso, era il candidato naturale a quel ruolo.

 

abbraccio tra guido crosetto e lorenzo guerini

Guerini, classe 1966, nato a Lodi, è stato eletto con nove voti su dieci perché lui, com' è nel suo stile, si è guardato bene dall'esprimersi in suo favore, al contrario del suo vice Giovanni Donzelli, responsabile organizzativo di Fratelli d'Italia, che, invece, si è votato. Segno che non si fidava della sua stessa maggioranza.

 

Difficile dargli torto, perché l'allungamento dei tempi dell'elezione del presidente del Copasir non è stato causato, come pure si è detto e scritto, da Giuseppe Conte che non voleva dare il «via libera» finché non avesse incassato la sicurezza di portare a casa la guida della Commissione di vigilanza Rai (quello di Riccardo Ricciardi tra i nomi più accreditati). Il suo «si» a Guerini il leader del Movimento 5 stelle lo aveva già dato una ventina di giorni fa.

GIOVANNI DONZELLI GIORGIA MELONI

 

A provocare lo slittamento dei tempi erano stati invece i dissidi interni al centrodestra, con Forza Italia che sponsorizzava Licia Ronzulli per la vicepresidenza del Copasir e la Lega che promuoveva Claudio Borghi per quello stesso posto.

 

Due candidati giudicati inadatti da Meloni e non solo da lei, a dire il vero. E infatti alla fine di un braccio di ferro durato poco meno di una settimana la premier l'ha avuta vinta su Silvio Berlusconi e Matteo Salvini e quel ruolo ora lo riveste un suo fedelissimo. Donzelli, appunto.

 

licia ronzulli silvio berlusconi

E che il numero uno sia Guerini alla premier sta più che bene. Per tre motivi. Primo, perché Meloni ha avuto modo di conoscerlo durante la lunga fase della transizione tra il governo Draghi e il suo.

 

In secondo luogo perché l'ex ministro della Difesa più di ogni altro dà garanzie di atlantismo e di coerenza sul fronte del conflitto tra Russia e Ucraina (una delle ultime visite del suo mandato, non a caso, Guerini l'ha fatta a Zelensky) e questo, per una premier che si deve difendere dai sospetti di filo-putinismo che gravano sui suoi alleati, rappresenta un'«assicurazione» di non poco conto.

 

conte ricciardi

Infine, Meloni non aveva intenzione alcuna di procedere all'elezione del presidente del Copasir con una spaccatura tra le opposizioni (perché quella poltrona spetta tradizionalmente alle minoranze) che avrebbe costretto la maggioranza a scegliere un candidato nel campo altrui. E quello di Guerini è un nome che unisce, tant' è vero che anche il Terzo Polo (che ha avuto la poltrona di segretario del Copasir per Ettore Rosato) era d'accordo. Persino Conte se lo è fatto andar bene, anche se con l'allora ministro della Difesa aveva avuto un duro faccia a faccia verso la fine del suo governo.

lorenzo guerini mario draghi vignetta sul fatto quotidiano

 

L'allora premier infatti aveva tenuto in aula un discorso in cui sottolineava l'equidistanza dell'Italia tra Washington e Pechino. E lo aveva fatto proprio a inizio mandato di Biden. Guerini gli aveva imposto di correggersi in replica e di salutare l'insediamento del presidente Usa, cosa che Conte si era dimenticato di fare: «Ti rendi conto che noi stiamo con l'Occidente?», gli aveva detto senza mezzi termini il ministro della Difesa.

 

Il leader del M5S, però, aveva già detto no a un'altra candidatura dem per il Copasir, quella di Enrico Borghi (con cui aveva avuto qualche polemica negli ultimi tempi) e quindi quando, una ventina di giorni fa, si son chiusi i giochi, Conte ha dato il suo assenso a Guerini senza opporre resistenza. Il «no» dell'ex premier aveva lasciato un po' di amaro in bocca a Borghi, che però oggi, dopo aver votato per il compagno di partito, dice: «Mi appunto sul petto la medaglia al valore virtuale conferitami dall'ostracismo di Conte nei miei confronti». Guerini, invece, non dice niente: nessuna dichiarazione, per rispetto al ruolo che ricopre e che intende svolgere con la sobrietà di sempre.

 

mario draghi lorenzo guerini

2 - GUERINI TORNA AL COPASIR KIEV, CINA E GUERRA IBRIDA I DOSSIER GIÀ SUL SUO TAVOLO

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

Il conflitto in Ucraina. Il nuovo invio di armi da decidere nel giro di un mese. E ancora: i rapporti con la Cina, a partire dalla complessa vicenda degli undici posti di polizia nel nostro Paese. La guerra ibrida, con gli attacchi cibernetici e gli strumenti di influenza che Paesi come la Russia (ma anche la Cina) hanno dimostrato di saper maneggiare bene sia durante la pandemia sia, oggi, con la guerra a Kiev.

 

lorenzo guerini in visita al congresso usa

Sarà una legislatura delicatissima per la sicurezza nazionale del nostro Paese. Che avrà Lorenzo Guerini, deputato del Partito democratico ed ex ministro della Difesa, come principale garante: è stato scelto lui ieri, infatti, come presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza, l'organo di controllo sui nostri servizi di intelligence.

 

Un ruolo di garanzia, si diceva, in una stagione difficile, cominciata però non nel migliore dei modi: la nomina al Copasir arriva così tardi rispetto alla formazione del Parlamento perché i partiti (il Movimento 5 Stelle su tutti) hanno inserito la presidenza del Comitato, che spetta alle opposizioni, nel pacchetto di nomine generale. Conte non voleva, cioè, che si votasse in tempi troppo differenti con la presidenza della Vigilanza a cui aspira il Movimento.

 

MARIO DRAGHI LORENZO GUERINI

Operazione che dovrebbe andare in porto anche se ieri è successo qualcosa, sotto il profilo della tattica politica: al Copasir (dove il vice presidente è Giovanni Donzelli di FdI) è stato infatti eletto come segretario Ettore Rosato, di Italia Viva, con un numero di voti superiore a quello dell'opposizione. Ha votato per lui, cioè, anche la maggioranza. Ed è un segnale di quel che potrebbe avvenire anche in Vigilanza.  […]

lorenzo guerini sergio mattarella all altare della patria 25 aprile 2022lorenzo guerini in visita a riga in lettonialorenzo guerini visita gli alpini in lettoniaLORENZO GUERINI MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…