benedetto zacchiroli renzi papa francesco

LA SFIDA DI RENZI AL VATICANO - “IL MANCATO STATISTA DI RIGNANO” HA LASCIATO IN EREDITA’ A GENTILONI LA NOMINA DEL PROPRIO EX SEGRETARIO, GAY DICHIARATO, BENEDETTO ZACCHIROLI AI RAPPORTI TRA GOVERNO E CHIESA - LA CONTRARIETA’ DI BUONA PARTE DEL GIGLIO MAGICO, MEMORE DEL FATTO CHE IL PAPA NON ACCETTO’ LA NOMINA DELL’AMBASCIATORE FRANCESE OMOSEX PRESSO LA SANTE SEDE

ZACCHIROLI RENZIZACCHIROLI RENZI

Francesco Bonazzi per La Verità

 

È bene che gli scandali accadano, dice il Vangelo, ma sfidare apertamente Santa Romana Chiesa, per un premier italiano, non è mai una buona idea. Eppure è quello che sta per succedere a Palazzo Chigi, dove Matteo Renzi ha lasciato in eredità a Paolo Gentiloni la nomina del proprio ex segretario, Benedetto Zacchiroli, a «coordinatore dei rapporti della presidenza del Consiglio con le istituzioni religiose cattoliche».

 

Zacchiroli, bolognese, 44 anni, ex consigliere comunale del Pd a Bologna, ha studiato in seminario e quindi, insomma, ne capisce. Però è anche omosessuale dichiarato e si è espresso pubblicamente a favore dei matrimoni gay. Piazzarlo in una casella del genere è opportuno come mandare un armeno a fare l’ambasciatore in Turchia. Eppure è esattamente quello che sta accadendo, con un percorso tortuoso e che doveva restare sotto traccia, ma che La Verità ha ricostruito.

 

BENEDETTO ZACCHIROLIBENEDETTO ZACCHIROLI

Zacchiroli, renziano della prima ora nonostante la provenienza cofferatiana, era il capo della segreteria tecnica di Renzi e lo seguiva come un’ombra, gestendone agenda e incontri riservati. Poco prima del disastroso referendum costituzionale del 4 dicembre, aveva convinto l’allora premier della necessità di creare ex novo una figura di raccordo tra Palazzo Chigi e la Santa Sede, per evitare di lasciare a Farnesina e Viminale l’esclusiva di rapporti così delicati.

 

RENZI PAPA FRANCESCORENZI PAPA FRANCESCO

Il mancato statista di Rignano sull’Arno gli aveva detto di sì, nonostante buona parte del Giglio magico gli avesse sconsigliato di nominare un gay dichiarato in una casella del genere. Del resto, come dimenticare il lungo braccio di ferro tra papa Francesco, che pure è di manica larga, e il presidente francese François Hollande, che due anni fa voleva nominare un omosessuale dichiarato ambasciatore presso la Sante Sede? Ma queste obiezioni, paradossalmente, avevano rafforzato la pazza idea di uno come Renzi, già assai fiero di aver condotto la battaglia sulle unioni civili. Dal 12 dicembre scorso, giorno in cui il segretario del Pd si è rinchiuso a casa sua in Toscana, Zacchiroli però non ha più avuto contatti con lui.

 

Un segnale non certo rassicurante, anche se non è l’unico dei fedelissimi a cui è capitata una delusione del genere. L’ex super segretario è tornato nella sua Bologna, dove era tra i migliori amici di Lucio Dalla, ha preso il compagno e se n’è andato in vacanza dall’altra parte del mondo. Dopo di che ha provato a ricollocarsi come capo del cerimoniale di Palazzo Chigi, ma qui è stata Maria Elena Boschi a stopparlo. Il che la dice lunga su come vanno le cose tra i renziani.

 

ZACCHIROLI RENZIZACCHIROLI RENZI

Quando tutto sembrava perduto, per il buon Benedetto, ecco che Renzi si ricorda di lui e il governo Gentiloni improvvisamente si muove, con una certa sapienza tecnica. Il 5 gennaio scorso viene pubblicato sulla rete intranet della Presidenza del consiglio un interpello riservato ai dirigenti interni. Vi si legge che, presso l’u f f icio del segretario generale Paolo Aquilanti, si attribuisce «un incarico dirigenziale di livello non generale di consulenza, studio e ricerca ».

 

I requisiti richiesti sono: un diploma di laurea (incredibilmente non specificata); «comprovata conoscenza delle materie quali diritto ecclesiastico, libertà religiosa e diritti umani»; «esperienza approfondita in materia di rapporti con le confessioni religiose»; esperienza maturata presso uffici legislativi; buona conoscenza della lingua inglese ».

 

L’interpello scadeva lunedì e sembra davvero improbabile che qualche dirigente di Palazzo Chigi sia esperto di diritto ecclesiastico e libertà religiosa, per non parlare dei «rapporti con le confessioni religiose». A questo punto, archiviata senza fortuna la ricerca interna, il governo potrà rivolgersi al’esterno e assegnare questo bizzarro paracadute personalizzato da circa 100.000 euro l’anno proprio a Zacchiroli, che ha una laurea in teologia, ha familiarità con qualche cardinale e conosce Palazzo Chigi come le sue tasche.

hollande in vaticano incontra papa francesco bergoglio hollande in vaticano incontra papa francesco bergoglio

 

A parte l’evidente spreco di denaro pubblico, comunque, c’è una questione di opportunità grossa come una casa. Esattamente cinque anni fa, durante la campagna elettorale per le comunali di Bologna, Zacchiroli fece un sorprendente coming out al Cassero, lo storico circolo dell’Arcigay, con queste parole: «Da teologo, da gay e da quello che sono voglio dire una cosa: che il Vaticano abbia posizioni retrograde non mi stupisce. Mi stupisce invece che ci sia un partito che si dice democratico che non reagisce e una sinistra che non sa stare con schiena dritta». Dopo di che si lanciò in un’apologia del matrimonio gay.

 

Se la strana coppia Renzi-Gentiloni sceglierà uno così per tenere i rapporti con la Chiesa, il prossimo passo sarà proiettare l’arcobaleno sul cupolone. Si diceva che a Palazzo Chigi fosse tornata la Dc, invece è tornato il situazionismo. 

ZACCHIROLI RENZI PAPA FRANCESCOZACCHIROLI RENZI PAPA FRANCESCO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…