giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini mes meccanismo europeo di stabilita

NON C’È ALTERNATIVA: IL MES SARÀ APPROVATO, RESTA SOLO DA CAPIRE QUANDO E COME – LA MELONI, CHE PER ANNI HA COMBATTUTO IL FONDO SALVA STATI, TEME LA “RITORSIONE” ELETTORALE DI SALVINI, MA IL PIANO B È GIÀ PRONTO: UN IMPEGNO SCRITTO DEL GOVERNO A NON ACCEDERE AL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ – LA LEGA RISCHIA DI SPACCARSI TRA LA FRONDA NO-EURO DEI BORGHI E IL FRONTE MODERATO DI GIORGETTI: A QUEL PUNTO SAREBBE INEVITABILE UNA VERIFICA DI MAGGIORANZA…

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

[...] Giorgia Meloni ha combattuto per anni il Mes, ma ha impiegato pochi mesi a capire che non c'è alternativa. Il cosiddetto fondo Salva Stati va ratificato. […] Nella sua mutazione europeista, la premier ha progressivamente lasciato le ragioni del No alla Lega. Ora si tratta solo di costruire la migliore via d'uscita, quella che minimizzerà l'effetto dirompente che avrà il via libera al Mes.

 

Matteo Salvini ha chiesto garanzie. E Meloni è pronta a offrirgli un doppio compromesso. Quasi un mese fa l'ex ministro Pd degli Affari europei Enzo Amendola aveva proposto di approvare una «clausola tedesca» vincolando il futuro accesso al Meccanismo a un voto parlamentare a maggioranza qualificata.

 

Fazzolari Meloni

Un'idea che piace molto a Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario e principe consigliere di Meloni, e che i vertici di Fratelli d'Italia vorrebbero integrare con un altro testo per precisare che mai e poi mai l'attuale maggioranza, e dunque l'attuale governo, chiederanno di accedere al Mes. Essendo un trattato internazionale a normarlo, la legge di ratifica non può contenere al suo interno un impegno politico.

 

SALVINI CONTRO L EURO

Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia, infatti, stanno studiando un Ordine del giorno (o in alternativa una risoluzione) con cui il Parlamento impone all'esecutivo di impegnarsi a non utilizzare il fondo.

 

Un escamotage che dà il senso dell'imbarazzo che si vive tra gli uomini di Meloni. Il voto è una certezza. Si tratta solo di capire quando e come. Di rinvio in rinvio si potrebbe anche arrivare all'inizio del 2024, ma a costo di far innervosire ancora di più i partner europei e Bruxelles. Di certo, si attende di conoscere il finale delle trattative sulla riforma del Patto di stabilità.

 

giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto

«Il ragionamento più ampio» di cui ieri parlava il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto è nient'altro che la logica di pacchetto rivendicata da Meloni: il Mes come strumento negoziale sul tavolo a cui si decidono le future regole di bilancio europee. Il governo italiano aspetta di sapere se l'ultima versione della riforma del Patto che si discuterà al Consiglio europeo di giovedì e venerdì conterrà nel calcolo del deficit non solo lo scorporo delle spese per gli investimenti ma anche l'alleggerimento degli oneri da interessi sul debito.

 

Se così sarà, Meloni potrà avere più spazio di manovra per convincere i suoi elettori e i riluttanti parlamentari della Lega ad aver ceduto in cambio di una buona vittoria. Sarà una mezza verità per mascherare una giravolta obbligata, ma al momento non ci sono piani B.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO

Nei prossimi giorni la premier si dovrà solo assicurare che la Lega e il suo segretario in campagna elettorale permanente non voteranno diversamente dagli alleati di FdI e Forza Italia. Tolta l'irriducibile pattuglia del Carroccio guidata da Claudio Borghi, a Palazzo Chigi comunque sono ottimisti e non temono strappi più ampi: la stabilità dell'esecutivo […] rischierebbe di essere compromessa, e si aprirebbe uno scenario di crisi, con inevitabile verifica di maggioranza. […]

GIOVANBATTISTA FAZZOLARI A CINQUE MINUTI

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO