NELLA GUERRA A BRUNETTA, AL FIANCO DI VITTORIO FELTRI SCENDE PURE FRANCESCO SPECCHIA, AUTORE DELL'ARTICOLO INCRIMINATO: "IL MIO NON E' UN ATTACCO A BRUNETTA MA UNA DISAMINA DEI FALLIMENTI DELLA 'RIVOLUZIONE LIBERALE' E DEI DIRIGENTI DI 'FORZA ITALIA'. QUANDO I POLITICI TRADISCONO GLI ELETTORI, CERCO DI SCRIVERNE"
Caro Dago,
giusto due parole in merito alla lettera che Renato Brunetta ti ha scritto in risposta alla mia disamina sui suoi fallimenti politici pubblicata su Libero. Tralascio i delicati epiteti (“Poverocristo”, “merda in cui sguazza”) tipici dell’educazione dell’uomo che ne commentano la statura etica e politica. Non mi tangono neppure le accuse di killeraggio che, espresse da Brunetta, sanno di paradosso e hanno l’effetto del vapore acqueo.
Ci tengo, invece, a tranquillizzare qualche nostro lettore confuso dagli isterismi del professore veneziano. Il mio pezzo non è affatto un attacco di Feltri a Brunetta; è un disamina articolata (non fuffa dal web, ma il frutto di chiacchierate con ex collaboratori di Brunetta e di ricerche nei vari siti ministeriali) da parte di un cronista ed ex elettore di centrodestra sul fallimento della “rivoluzione liberale”, e dei dirigenti di un partito che non quella rivoluzione l’hanno mai realizzata.
Chi mi conosce lo sa: da un quarto di secolo io cerco di scrivere esclusivamente nell’interesse del lettore –in questo caso anche dell’elettore- che è il nostro vero padrone. La qual cosa mi ha creato, talora, non pochi problemi con i miei direttori che comunque ringrazio per avermi concesso d’esprimermi.
Ho scritto pezzi critici e fatto inchieste contro De Luca e Bossi, Di Pietro e Alfano, Renzi e Bergamini, Nicole Minetti e Grillo, molti colonnelli di An e del Pd, ministri del Pd e ministri di Forza Italia.
Mi hanno democraticamente dato tutti della testa di cazzo. E un po’ me ne dolgo. Ma, semplicemente, quando i politici tradiscono gli elettori o fanno delle cazzate, io cerco di scriverne. Finché, almeno, me lo lasciano fare.
Il resto è chiacchiericcio che lascio ai politici stessi, anche quelli che i loro amici chiamano, alle spalle, “spanna montata”…
Grazie per l’attenzione.
Francesco Specchia