salvini di maio

NONOSTANTE LA META’ DEI VOTI, MATTEO SALVINI RIUSCIRA’ A PAPPARSI LUIGINO DI MAIO - L’HA CAPITO EZIO MAURO: “CHI AVEVA ANCORA DEI DUBBI SULLA NATURA DI QUESTO GOVERNO È SERVITO. NON AVENDO UNA STORIA CHE LI VINCOLI E UNA CULTURA CHE LI INDIRIZZI, I GRILLINI SONO GIÀ PRIGIONIERI DEL CAMPO DI FORZA DELLA POLITICA SPRIGIONATA DALLA NUOVA LEGA” - GIAMPAOLO PANSA: “PRIMA O POI, I RAPPORTI TRA I DUE VINCITORI DELLE ELEZIONI FINIRANNO IN UN BAGNO DI SANGUE..."

1 - LA DESTRA REALIZZATA

Ezio Mauro per “la Repubblica”

 

luigi di maio e matteo salvini

“È finita la pacchia”. Nel traduttore ideologico di Matteo Salvini la tragedia delle migrazioni, che segna un' epoca e riguarda due continenti, si riduce a una cuccagna, una gozzoviglia fortunata, un bengodi che comunque ha le ore contate perché è arrivato lui al governo e ha preso in mano il Viminale.

 

[…] Naturalmente una politica di controllo dei flussi è indispensabile, e il ministro Minniti l' aveva messa in opera: una politica, non una predicazione ideologica. Si tratta di costruire e governare un concerto con le altre sponde del Mediterraneo.

 

luigi di maio matteo salvini

Sapendo poi che quando questa rete di controllo viene bucata dai disperati in cerca di una speranza di sopravvivenza e di futuro valgono le ragioni di umanità, le regole di civiltà, le leggi del mare che Roberto Saviano ricorda a Salvini: non si lasciano morire i naufraghi.

 

Il messaggio del ministro dell'Interno […] è invece l' opposto. Si fa credere che i migranti abbiano goduto di privilegi impropri e indebiti, dunque a danno dei cittadini italiani […]

 

luigi di maio matteo salvini

Tutto avviene in un cortocircuito politico da battaglia navale, costruito a tavolino, esportato sui social media […] Chi aveva ancora dei dubbi sulla natura di questo governo è servito. […] Non avendo una storia che li vincoli e una cultura che li indirizzi, i grillini sono già prigionieri del campo di forza della politica sprigionata dalla nuova Lega, che suscita riserve persino in Maroni mentre riceve consensi entusiastici da Bannon e Marine Le Pen.

 

luigi di maio matteo salvini

Avremo un lepenismo (corretto da assistenzialismo al Sud spacciato per facsimile di reddito di cittadinanza) che proverà a fare un patto con la piccola impresa e con gli alti redditi, costruendo per strada il modello di una base sociale incerta e indefinita ma probabilmente capace di unirsi in una confusa voglia di resa dei conti contro una fantasmatica élite, che nel nostro Paese non è mai stata capace di diventare establishment.

luigi di maio matteo salvini

 

È quella stessa classe dirigente ancora incerta oggi se convertirsi un'ennesima volta, per cavalcare questa rivoluzione di serie B sperando di trarne qualche dividendo, o stare a guardare, in attesa che passi anche questo temporale.

 

[…] La verità è che siamo davanti ad una "destra realizzata", dopo il mostro del socialismo reale. La "destra reale" europea oggi siamo noi, laboratorio con tutti i potenziali esplosivi del continente: il piano "B" anti euro e contro la Ue, il legame con Putin, la simpatia per Erdogan, l' ammirazione per Orbán, il lavoro con Farage e Le Pen. […]

 

2 - LA STORIA È SCRITTA IL BULLDOG SALVINI FARÀ UN BOCCONE DEL BUON DI MAIO

Giampaolo Pansa per “la Verità”

 

luigi di maio e matteo salvini

Da giovedì la politica italiana ha un nuovo padrone: il leghista Matteo Salvini. Non venitemi a dire che non è l' unico boss sulla piazza, poiché non è affatto così. Il presidente del Consiglio, il professor Giuseppe Conte, è soltanto una comparsa che risponde agli ordini del leader stellato Luigi Di Maio. Ma a sua volta questo trentenne napoletano è un dilettante rispetto al professionismo barbaro del Salvini. Sarà costui a dominare la scena che da ieri abbiamo sott' occhi, con un arsenale di incarichi: vicepremier, ministro dell' Interno, dittatore del leghismo nostrano.

 

Da dove iniziare una descrizione di Salvini? Dal suo aspetto fisico. È un signore che a marzo ha compiuto 45 anni e li dimostra tutti. Qualche amico gli avrà raccomandato di mettersi a dieta, ma i politici non riescono mai a cimentarsi in questo rito complicato. L'esito è fatale: Salvini è grasso, ha una pancia prominente, indossa camicie bianche con il risultato di apparire ancora più massiccio.

di maio e salvini

 

La faccenda delle camicie ha un peso importante nell'oleografia di Salvini. La leggenda vuole che la sua ultima morosa, Elisa Isoardi, conduttrice televisiva, gliele stiri in modo perfetto. Ma addosso al capo leghista durano poco. Il motivo è che Matteo suda molto. Se ne erano resi conto gli spettatori di un popolare talk show, DiMartedì su La7. Interrogato con calma signorile da Giovanni Floris, il Salvini si era coperto d' acqua. Tanto da essere costretto a rivelare in tv questa sua debolezza rimasta segreta.

 

Sudato e scamiciato, il capo leghista mostra un altro difetto: non sorride mai. Ma questa è una malattia molto diffusa ai piani alti della politica. Da noi l'unico big sempre disposto a essere lieto anche con l' ultimo dei militanti è Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è costruito un' immagine che non ha imitatori nella nostra vita pubblica: lui ha sempre l'aspetto del vip soddisfatto di sé stesso e disposto a essere amico pure dell'ultimo dei suoi tifosi.

copertina internazionale salvini di maio

 

Anche oggi, quando si trova alle prese con una bassa congiuntura e teme di essere alla fine del proprio ciclo politico, Sua Emittenza non mostra mai il cipiglio del padrone delle ferriere. Impugnando il suo amuleto, un foglio di carta bianca arrotolato, ha sempre un' aria giuliva che ci ricorda un suo vecchio slogan: «Torna a casa in tutta fretta, c' è il Biscione che ti aspetta!».

 

Salvini, invece, ha l' atteggiamento opposto. Forse pensa che sorridere sia un segnale di debolezza. È questo che lo spinge a mostrarsi quasi sempre ingrugnato. Come se fosse alle prese con un avversario pronto ad azzannarlo. Nessuno dei suoi consiglieri, a cominciare dall' insostituibile Giancarlo Giorgetti, gli ha spiegato che soltanto i leader autoritari hanno l'aria di chi è incazzato con il mondo.

 

Adolf Hitler non sorrideva mai. Benito Mussolini si abbandonava al buonumore soltanto a ogni morte di papa. Giuseppe Stalin era sempre scuro in volto, e persino la sua famosa pipa sembrava uno strumento di tortura da affidare al Kgb. Il capo della Lega appartiene alla scuola dei dittatori scostanti, bruschi, sempre disposti a mostrare i denti. In questo è l' esatto opposto del suo alleato provvisorio: il capo politico dei 5 stelle, Luigi Di Maio.

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO

Se fossi al posto del ragazzo campano, starei molto in guardia e cercherei di essere il primo a colpire il capo leghista. Non sto parlando a vanvera. Tento di spiegare ai lettori del Bestiario come andrà a finire l' alleanza tra gli stellati e i leghisti. Azzardo una previsione: prima o poi, i rapporti tra i due vincitori delle elezioni finiranno in un bagno di sangue. Oggi sembrano pappa e ciccia. Ma questa festa di amorosi sensi non durerà a lungo. Uno dei due cercherà di accoppare l' altro. Non fisicamente, ma politicamente. E non è difficile prevedere che sarà Salvini a mettere fuori dal ring il giovane Di Maio.

 

Il capo leghista non avrà difficoltà a trovare il pretesto adatto a questa resa dei conti. Di Maio deve sapere che Salvini non si adatterà mai a essere un vicepremier ossia ad avere lo stesso rango del giovanotto napoletano. Metterà in atto un golpe interno alla maggioranza. Il primo passo sarà di mandare fuori gioco il santo patrono degli stellati: Beppe Grillo. Basterà inventare uno scandalo qualsiasi, e l'ex comico sarà costretto a ritirarsi nel privato oppure a fuggire all' estero.

matteo salvini luigi di maio contratto

 

Una volta caduto il maestro, l'allievo avrà i giorni contati e dovrà gettare la spugna. Di Maio rinuncerà all' incarico di vicepremier e si spoglierà di tutti i poteri che gli restano. Per Salvini sarà un gioco da asilo d'infanzia. Non dimentichiamoci che disporrà della carica più potente nel governo guidato da quel premier di paglia, inventato e messo a recitare una parte troppo difficile per lui: il ministro dell' Interno. Il Viminale è sempre stato un enigma in Italia. Una garanzia per i cittadini o un covo di vipere?

 

luigi di maio matteo salvini giuseppe conte

Scomparso Di Maio, costretto a rifugiarsi nella sua città natale, Avellino, tutto il potere sarà nelle mani di Salvini. E a questo punto non è difficile immaginare quello che farà nell'Italia del 2018-2019. Prima di tutto userà la mano dura nei confronti dei tanti immigrati sbarcati in casa nostra. Il leader leghista non terrà in nessun conto le proteste che susciterà tra i cattolici italiani. Il Papa, il Vaticano, i vescovi, il clero, le monache e le tantissime associazioni bianche. Un intero settore del Viminale sarà incaricato di rintuzzare le reazioni violente che si leveranno a difesa dei migranti.

luigi di maio matteo salvini 2

 

Gli sbarchi verranno fermati da motovedette armate che hanno l' ordine di sparare. E nei porti del Sud saranno creati dei «luoghi di attesa», ossia dei campi di raccolta vicini alle località di reimbarco per migliaia di profughi. Sotto la guida di Salvini, in poco tempo il Viminale diverrà una macchina perfetta. Con uno slogan astuto che reciterà: «Siamo più bravi di Marco Minniti», il ministro dell' Interno dell' ultimo esecutivo senza la presenza della Lega.

 

Anche sulla politica monetaria, Salvini si muoverà con astuzia. Considererà il piano B ideato dal professor Paolo Savona per l'uscita dall' euro, ma non lo metterà mai in atto. Questa cautela lo renderà popolare persino in Germania. Si comincerà a sussurrare che la signora Angela Merkel nutre un interesse insolito per il forzuto Matteo. E qualche rotocalco abituato a frugare sotto le lenzuola scriverà che tra la Cancelliera e il leader leghista è nata una love story protetta dal segreto più ferreo.

luigi di maio matteo salvini

 

Ma in realtà, Salvini penserà soltanto alle questioni di potere. E all' inizio del 2019 deciderà di diventare il capo del governo. Convocherà al Viminale il professor Giuseppe Conte e gli comunicherà: «Domani lei lascerà Palazzo Chigi e ritornerà in Toscana, dove la attende la presidenza del Monte dei Paschi di Siena che aspetta di essere sistemato a dovere!». Conte accetterà l'incarico. E il grande Salvini diverrà ancora più grande grazie alla nuova carica di Supergovernatore Italico.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…