
NORDIO SALVA LA POLTRONA, MA LA SUA VERSIONE DEL CASO ALMASRI RESTA PIENA DI BUCHI – NELLA SUA DIFESA IN AULA, PRIMA DEL VOTO DI SFIDUCIA BOCCIATO DALLA CAMERA, IL GUARDASIGILLI NON HA RISPOSTO ALLA DOMANDA CRUCIALE NELLA VICENDA DEL GENERALE LIBICO LIBERATO DALL’ITALIA: PERCHE’, DAVANTI AI DUBBI GIURIDICI CHE L’HANNO ASSALITO QUANDO HA LETTO IL PROVVEDIMENTO DEI GIUDICI DELL’AIA, NON HA INTERPELLATO LA STESSA CORTE PENALE? NEL FASCICOLO C’ERANO NOME, MAIL E NUMERO DI TELEFONO A CUI RIVOLGERSI PER QUALUNQUE PROBLEMA…
1 - NORDIO INCASSA LA FIDUCIA SU ALMASRI IL CENTROSINISTRA: CONTINUA A MENTIRE
Estratto dell’articolo di Conchita Sannino per “la Repubblica”
CARLO NORDIO - VOTO DI SFIDUCIA ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE (1)
Il copione non muta di una virgola. Sul caso Almasri, che alla Camera torna a infiammare il clima per la mozione di sfiducia al ministro della Giustizia, la replica di Carlo Nordio inciampa in contraddizioni, si aggrappa allo scaricabarile, torna a negare le spiegazioni dovute.
Ma non difetta di iperboli: «Contro di me siamo quasi ai libelli dell’Inquisizione. Mancano solo la simonìa e la bestemmia e siamo a posto», ironizza il Guardasigilli, in aula, tra i banchi non proprio gremiti del governo. L’accusa da Pd, Avs, Italia Viva e Più Europa (Azione no: lascia l’aula al momento del voto) è di «mentire al Parlamento e ai cittadini», gli contestano «la vergogna di aver delegittimato la Corte Penale internazionale e aver restituito un pericoloso criminale alla Libia». L’esito è tuttavia scontato, sfiducia respinta con 215 no contro 119 sì.
Ma il caso Almasri è sempre lì: le violazioni di Roma sono sotto accusa della Corte dell’Aja, gli atti al vaglio del Tribunale dei ministri, le domande delle opposizioni tutte inevase. Le ripete Elly Schlein a Nordio. «Perché non ha trasmesso al Tribunale gli atti che avrebbero consentito di tenere in carcere un torturatore? – incalza la segretaria dem – Chi le ha detto di fermarsi? Chi le ha chiesto di rimandare Almasri in Libia? È stata Meloni? Perché non dice la verità?».
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CARLO NORDIO - VOTO DI SFIDUCIA ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE (2)
Era solo una formalità da sbrigare, per esecutivo e maggioranza. Eppure, anche dopo la mancata sfiducia, restano tutti i buchi sul caso di Osama Almasri. Il generale libico arrestato a Torino il 19 gennaio – su mandato di cattura della Corte penale internazionale, per crimini contro l’umanità - viene scarcerato il 21 dalla Corte d’Appello di Roma per effetto della «mancata risposta del ministro »; poi è rimpatriato con un Falcon 900 italiano fino a Tripoli.
Le 48 ore di vuoto nella gestione Nordio? «L’attività del ministro non è quella di un passacarte, ma di un organismo che fa istruttoria», potendo «interloquire con altri organi dello Stato », si difende lui, di nuovo, come aveva fatto a febbraio, citando l’articolo 2 della legge 237-2012.
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
Dimenticando che, all’articolo 3, la stessa legge chiede che il Guardasigilli dia «seguito alla richiesta di cooperazione, assicurando l’esecuzione in tempi rapidi». Nordio scarica anche sui giudici di Corte d’Appello. «Non li voglio accusare, ma potevano comunque convalidare l’arresto». Poi cita l’immancabile professor Cassese: «Ci ha dato ragione, non c’era atto dovuto da parte mia».
Nordio accusa l’Aja: «Avevano sbagliato un elemento importante cui è legata la questione della giurisdizione», l’errore della data in cui erano stati commessi i crimini, poi sanato dalla Corte; si aggrappa all’«opinione dissenziente » di una giudice dell’Aja.
Eppure il ministro continua a non spiegare perché non è stato eseguito l’ordine di sequestro dei documenti di Almasri.
2 - MA ALLA DOMANDA CHIAVE NON RISPONDE ANCORA: PERCHÉ NON CHIAMÒ LA CPI?
Estratto dell’articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
CARLO NORDIO - VOTO DI SFIDUCIA ALLA CAMERA - FOTO LAPRESSE
L’accusa politica che pesava sul ministro della Giustizia con la mozione di sfiducia respinta dalla maggioranza di governo è speculare a quella penale ipotizzata dalla Procura di Roma davanti al tribunale dei ministri: omissione di atti d’ufficio (in aggiunta al favoreggiamento denunciato dall’avvocato Luigi Li Gotti) per non aver dato seguito al mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il generale libico Najeem Osema Almasri, inquisito per crimini di guerra e contro l’umanità.
Accusa che in Parlamento è valsa la richiesta di dimissioni del Guardasigilli Carlo Nordio caduta nel vuoto, com’era ampiamente prevedibile, mentre nel palazzo di giustizia romano è ancora ferma davanti a un bivio: archiviazione o richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro. L’indagine è in pieno svolgimento, le tre giudici del collegio per i reati ministeriali hanno ancora un mese di tempo per completare gli accertamenti in corso [...]
[...] Nordio non ha risposto nemmeno ieri, nell’accorata autodifesa pronunciata davanti ai deputati, alla domanda cruciale sia per la vicenda politica che per quella giudiziaria in cui è chiamato in causa: per quale ragione, davanti ai dubbi giuridici che a suo dire l’hanno assalito quando ha letto il provvedimento dei giudici dell’Aia — ribaditi con insistenza a Montecitorio come motivo della mancata autorizzazione all’arresto —, non ha interpellato la stessa Corte penale per scioglierli? Nel fascicolo arrivato sul suo tavolo c’erano un nome, un indirizzo mail e un numero di telefono olandese a cui rivolgersi per qualunque eventuale problema, di cui però il Guardasigilli non ha tenuto conto.
Nella richiesta della Procura presso la Cpi di deferire l’Italia al Consiglio di sicurezza dell’Onu per aver liberato il ricercato Almasri, è scritto in maniera esplicita: «Anche supponendo che le questioni critiche esistessero, il che non è vero, l’Italia non si è consultata con la Corte per risolverle»: Non solo: «L’Italia non ha menzionato l’esistenza di alcun problema quando le è stato specificamente richiesto dalla Corte».
GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLO
Conclusione dei pubblici ministeri dell’Aia: «Se l’Italia avesse consultato la Corte come richiesto dalla legge, le presunte questioni individuate sarebbero state chiarite e risolte il 20 gennaio 2025 (quando il ricercato era ancora detenuto nel carcere di Torino, ndr ). Il ministero della Giustizia avrebbe avuto il tempo di trasmettere le richieste al procuratore generale di Roma, e la Corte d’appello avrebbe potuto ordinare nuovamente la detenzione di Najeem Almasri».
Su questo punto-chiave il Guardasigilli non ha detto nulla né nel suo intervento del 5 febbraio scorso alla Camera né ieri; e di fronte alle richieste della Cpi di avere una giustificazione della mancata interlocuzione con la Corte stessa, ha preso tempo invocando il segreto istruttorio per via dell’inchiesta penale in corso davanti al tribunale dei ministri. A conferma che si tratta del tema centrale, per l’Italia davanti ai giudici dell’Aia e per lui davanti a quelli del tribunale dei ministri.
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
L’eventuale reato di omissione di atti d’ufficio, infatti, potrebbe prendere corpo proprio per questa mancata interlocuzione con la Cpi, prima ancora che per il silenzio di fronte alla sollecitazione della Procura generale di Roma, che in assenza dell’autorizzazione preventiva all’arresto gli aveva chiesto cosa dovesse fare di Almasri: una non-risposta che ha provocato la scarcerazione del generale libico e il suo rimpatrio con il volo di Stato. [...]
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
LA LIBERAZIONE DI Almasri Osama Najeen - vignetta by biani